Pochi giorni fa è giunta la notizia del ritiro di Lahm a fine stagione: il tedesco ha deciso di abbandonare i campi da gioco, strada già intrapresa dal collega Frank Lampard. Ai due campioni si unisce il nome di un altro calciatore meno blasonato ma che, ad inizio carriera, prometteva molto bene: stiamo parlando di Drenthe, terzino olandese del Feyenoord e Real Madrid. A 30 anni, il difensore, ormai in cerca da tempo di una squadra, ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo per dedicarsi interamente ad un’altra passione: il rap. Ripercorriamo la carriera calcistica di Royston, dal successo all’abisso assoluto…
Drenthe può vantare numerose parentele nell’abito calcistico: cugino di Giorgino Wijnaldum, fratello di Giovanni, nonché nipote del mai dimenticato Egdar Davids. Nel suo dna scorreva la passione per il calcio e iniziò la sua carriera da professionista proprio nel Feyenoord. Il ragazzo ha sempre avuto un carattere forte e poco incline al compromesso e proprio per un comportamento poco corretto, mentre militava nelle giovanili, rischiò di essere espulso dal club di Rotterdam. La vicenda si concluse solo con una sospensione che non mitigò minimamente la sua indole. Il balzo in prima squadra avviene nel 2005 alla corte di Koeman che lo fa esordire contro il Vitesse: nel suo primo anno solo 3 presenze in Eredivisie in un continuo ping pong con la seconda formazione. L’anno successivo diventa titolare inamovibile, bruciando con costanza la fascia sinistra, prediletta dal ragazzo. Calcherà il campo in 26 occasioni, più altre due per i playoff validi per l’Europa League.
Drenthe inizia a stupire per la grande rapidità, il preciso cross, il tiro potente e spesso preciso, ma soprattutto per un dribbling secco che gli permette sempre di arrivare sul fondo per servire la punta di riferimento. Il Real Madrid ne rimane folgorato e decide di tesserarlo nell’estate del 2007 aggiudicandoselo per 14 milioni di euro. La presentazione è fantastica insieme anche al connazionale Sneijder giunto anch’esso dall’Eredivisie, sponda Ajax, per 27 milioni di euro. L’esordio con la camiseta blanca è in Supercoppa contro il Siviglia: gara sfortunata, persa dal Real per 5-3, ma Drenthe timbra subito il cartellino siglando il gol del momentaneo 1-1. Il ragazzo viene impiegato come terzino sinistro o centrocampista sinistro disputando 18 gare e mettendo a segno 2 gol. Purtroppo per lui, la sua permanenza viene minata dall’esplosione di Marcelo che comincia a rubargli la scena. Nel 2008, nonostante la crescita del connazionale, colleziona 20 presenze senza mai vedere la porta. Marcelo, con il passare del tempo, diventa ogni settimana più fondamentale per la difesa dei Blancos e questo porta l’olandese a giocare sempre meno: 8 le partite nel 2009. Il nipote di Davids non si sente al centro del progetto e chiede la cessione. Da questo momento in poi inizia il veloce e triste declino Royston Drenthe.
Drenthe inizia la ricerca di un club per poter trovare continuità: ad aprirgli le porte è l’Hercules, neo promossa in Liga e pronta a vestirlo con una maglia da titolare. L’olandese non ci pensa 2 volte e accetta immediatamente il prestito. La stagione è tutto sommato buona con 4 centri in 17 gare. Il riscatto è troppo alto e il Real lo riporta alla base, cercando di convincere il terzino ad essere il rincalzo per Marcelo. La risposta da parte del difensore è un secco e sonoro “no”. L’Everton si informa e riesce a strapparlo alla concorrenza, con la formula del prestito, per la Premier 2011-2012. Nonostante la differenze enormi con la Liga, il campionato inglese non sembra preoccuparlo minimamente: il ragazzo si impone con grande forza e carattere concludendo la stagione a 21 presenze e 3 gol. I Toffees provano a riscattarlo, ma nuovamente il problema è il costo eccessivo. Gli inglesi mollano la presa e Drenthe si ritrova svincolato.
A tentarlo da subito è il Besiktas, ma l’affare salta quando ormai sembrava tutto concluso. Non si fa trovare impreparato l’Alanija, formazione della Russian Premier League, che lo porta nella terra degli Zar. In 6 mesi, vedrà il campo solo dalla panchina con 6 presenze e 3 reti, tutte in una sola partita nella spettacolare tripletta contro il Mordovia (match vinto per 3-1).
Drenthe sente di meritare di più e torna in Inghilterra, questa volta in Championship alla corte del Reading. Il 2013-2014 è la sua ultima e vera stagione da calciatore con 23 presenze e 2 reti. Gli anni successivi li passerà in prestito prima allo Sheffield Weds, poi in Turchia al Erciyesspor e in fine negli Emirati Arabi con il Baniyas. Conclusasi la stagione 2015-2016 resta nuovamente svincolato e senza un club. Dopo 6 mesi di ricerche, il ragazzo decide, nei primi mesi del 2017 di abbandonare definitivamente il calcio per dedicarsi al rap, sua grande passione.
Sicuramente non è stato un giocatore che ha brillato e che meriti di essere ricordato tra i più grandi, ma non possiamo negare di aver amato l’olandese con la maglia del Real con le sue fantastiche discese sulla fascia. Importantissima la sua partecipazione anche l’Europeo Under-21 con l’Olanda che chiuse la competizione con l’oro al collo: il ragazzo venne premiato come miglior giocatore del torneo. Una carriera iniziata con i miglior auspici e chiusa nel peggiore dei modi.
Anche se non lo volete ricordare, Drenthe non merita neanche di essere lasciato nel dimenticatoio.
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