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Disastro Stati Uniti, fuori dai Mondiali dopo 30 anni.

Era dal 1986, una vita se si guarda alla recente evoluzione del calcio a stelle e strisce, che gli Stati Uniti non riuscivano a centrare la qualificazione alla fase finale della Coppa del Mondo.
Trentanni durante i quali, il soccer negli USA ha portato avanti un costante ed efficacie sviluppo sia a livello di gioco espresso, che di pubblico sempre più presente negli stadi con punte che arrivano ai sessanta mila spettatori. risultati che si possono riscontrare sia a livello di nazionale che di club. La Major League Soccer sta infatti diventando un campionato sempre più importante, non è un cimitero di elefanti come in passato, quando grandi campioni delle leghe europee e sudamericane venivano a godersi una pensione dorata, ma un torneo che annovera talenti come Sebastian Giovinco e Miguel Almirón, che lancia giovani e in cui vengono investiti con oculatezza fior di milioni.
Proprio per tutta questa serie di motivi il disastro sportivo accorso nella notte agli Stati Uniti appare ancora più scottante e inaspettato, sopratutto se si va a considerare anche il livello medio della CONCACAF, che con tutto il rispetto per questa confederazione, non annovera sicuramente i colossi del calcio mondiale. Storicamente Usa e Messico ne hanno sempre fatto da padroni e per andare in estate in Russia sarebbe bastato fare meglio delle non eccelse Costa Rica e Panama, o perlomeno dell’Honduras per andarsi almeno a giocare il play-off. Purtroppo però gli States hanno fatto harakiri, perdendo per 2-1 contro Trinidad & Tobago, peraltro già fuori dai giochi nella corsa alla qualificazione, costringendoli a rimanere fuori dal Mondiale, proprio come nel 1986, quando però la NASL, al tempo massimo campionato nordamericano, aveva appena chiuso i battenti a causa dei debiti e al poco attecchimento di questo sport tra gli appassionati, resta un grande fallimento senza scuse, tuttavia oggi rispetto a 30 anni fa c’è una MLS solida e una moltitudine di tifosi che vivono quotidianamente il calcio.
Scuse che non ha ricercato Bruce Arena, che in passato ne aveva tirate fuori di molto stravaganti come per esempio quella che a causa della politica contro l’immigrazione del Presidente Donald Trump gli stati del centro america giocavano alla morte contro gli Usa, il commissario tecnico non ha fatto infatti cenno al goal fantasma di Trinidad & Tobago, ma si è addossato tutte le colpe di questa disfatta.
Agli Stati Uniti ora non resta altro che ripartire, magari non sotto la guida di Bruce Arena che ha non è riuscito a dare una vera impronta tecnica, i giovani per farlo ci sono, uno su tutti il talento classe 1998 del Borussia Dortmund Christian Pulisic.
Jacopo Formia

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