Peggio di così per l’Algeria non poteva andare: la Coppa d’Africa era iniziata con un pareggio anonimo contro lo Zimbabwe ma non sembravano esserci particolari campanelli d’allarme a suonare in maniera preoccupante; il KO di oggi con la Tunisia invece tuona forte sul popolo algerino che rischia di vedere la Coppa d’Africa della propria nazionale terminare già ai gironi.
Il fallimento algerino
L’Algeria ha cominciato bene la gara ma senza trovare l’immediato feeling con il gol ha perso fiducia fino al totale spegnimento. Se Mahrez non gira gli altri non sono in grado di suonare la carica: Brahimi insufficiente per la seconda volta consecutiva, Slimani ha provato a muovere il tutto da solo ed è stato sicuramente il migliore dei suoi ma non è bastato per buttare giù un muro solido come quello tunisino. Nella ripresa sfortuna e errori individuali hanno definitivamente spostato le sorti della partita verso la Tunisia: prima l’autogol sfortunatissimo di Mandi, poi un disastro di Ghoulam ha portato al rigore dello 0-2 che ha chiuso la partita. Buono l’ingresso nel finale dell’attaccante dell’Anderlecht Hanni il cui gol però serve solo per le statistiche.
L’impresa della Tunisia
Se da un lato c’è una Algeria fallimentare dall’altra c’è una super Tunisia capace di una grande impresa. La squadra si è appesa all’esperienza dei suoi leader: il capitano e portiere Mathlouthi e lo stoico Abdennour in difesa hanno disinnescato gli attacchi algerini mentre davanti le giocate Khazri hanno portato tecnica e imprevedibilità.
La spedizione tunisina con questo successo di grandissima intelligenza e strategia diventa improvvisamente credibile così come il passaggio del turno in un girone i cui equilibri annunciati sono totalmente saltati.
In attesa di Senegal-Zimbabwe la Tunisia si aggrappa alla vetta del gruppo con la speranza di poter fare il colpaccio nell’ultimo turno e passare ai quarti: dopo il KO della prima gara (non totalmente meritato) era importantissimo reagire e adesso il calendario sembra sorridere alla squadra di Henryk Kasperczak.