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Dino Zoff e i tiri da fuori area fatali, quando l’Olanda tolse la finale all’Italia

Italia e Olanda si sono affrontate poche volte in partite ufficiali, ma quando l’hanno fatto spesso era per contendersi l’ingresso in finale. Come nel 1978 in Argentina quando arrivarono alla fine del secondo girone in vetta alla classifica con tre punti dovuti a un pareggio e una vittoria.
Gli Azzurri erano stati fino ad allora l’autentica rivelazione del torneo e con un inaspettato gioco rapido e di prima riuscirono anche a far divertire. Tre vittorie nel primo turno contro Francia, Ungheria e soprattutto Argentina permisero agli italiani di restare a Buenos Aires nel girone con Austria, Germania Ovest e Olanda. La prima partita fu contro i tedeschi occidentali e la sfortuna si accanì contro l’Italia e ne uscì solo uno 0-0. All’insegna dei pali e delle traverse fu anche la successiva partita con l’Austria ma Paolo Rossi riuscì a regalare un 1-0 prima di arrivare alla terza e decisiva gara.
L’Olanda non era più quella macchina perfetta che nel 1974 si inceppò solo in finale e soprattutto non aveva più il suo fenomeno Johan Cruyff. Il più famoso numero 14 della storia si rifiutò di giocare davanti ai colonnelli argentini e a Videla e così il più grande giocatore del mondo rinunciò a giocare la più grande competizione del mondo. E la differenza di rendimento si notò e non poco, con gli olandesi che faticarono moltissimo già nella prima partita contro un Iran al suo primo Mondiale e vinto per 3-0 ma grazie a ben due rigori di Resenbrink. Con il Perù arrivò un scialbo 0-0 che sapeva molto di pareggio di convenienza tra le due nazionali e nell’ultima partita solo la differenza reti permise all’Olanda di passare il turno dopo la sconfitta per 3-2 contro la Scozia. Tornarono sprazzi di calcio totale nella prima partita contro l’Austria, dove il Das Team fu schiacciato da ben cinque reti, ma quattro giorni i problemi tornarono a galla. Solo un gol di René Van de Kerkhof nel finale impedì la sconfitta contro la Germania Ovest e permise ai suoi di poter arrivare in finale anche solo con un pareggio nella terza partita.
Il bel calcio espresso dall’Italia portò la squadra di Bearzot a essere considerata favorita e il primo tempo confermò la sensazione. Brandts provò a fermare Bettega lanciato a rete ma così facendo fece autogol e in scivolata infortunò anche il proprio portiere Schrijvers. Nella ripresa però accadde qualcosa e gli Azzurri non furono più padroni del gioco e persero il dominio del centrocampo. Brandts si fece perdonare con una staffilata dai venticinque metri che si infilò all’incrocio dei pali, ma il peggio doveva ancora venire. Arie Haan distrusse le speranze italiane a un quarto d’ora dalla fine con un tiro da oltre trenta metri che colpì il palo e finì in porta battendo per la seconda volta Zoff. Fu il periodo più duro per il portiere friulano che a 36 anni venne considerato finito e ormai rallentato con i riflessi e non più in grando di parare i tiri da lontano. E la finale per il terzo posto lo affossò completamente con il Brasile che vinse 2-1 con due gol da fuori di Nelinho e Dirceu.
L’Olanda arrivò in finale per la seconda volta consecutiva e per la seconda volta consecutiva fu sconfitta dai padroni di casa e dopo la Germania Ovest toccherà e all’Argentina sconfiggere gli Orange.
Per rivedere un’Italia così bella bisognerà aspettare dodici anni e le notti magiche di Italia ’90 e anche in quel caso bella finì con il rivelarsi sfortunata.

Francesco Domenighini

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