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«O mi ami, o mi detesti». Il folle viaggio di Dimitri Payet all’OM

«On m’aime ou on me déteste». O mi ami, o mi detesti. Senza mezze misure. Parlava così Dimitri Payet a L’Équipe, nell’ottobre 2021 direttamente da La Commanderie, nome completo Centre d’Entraînement Robert Louis-Dreyfus, il centro d’allenamento dell’Olympique Marsiglia. Più recentemente, quando siamo stati all’Allianz Riviera, a vedere la vittoria del Nizza sul PSG, con gol di Delort, L’Équipe aveva giusto intervistato Dimitri Payet. Non sul quotidiano, bensì nel Magazine, il supplemento del sabato, l’equivalente dello SportWeek italiano. Ebbene, le prime parole di Payet all’intervistatrice, Anne-Sophie Bourdet, sono state più o meno le stesse. «À mon âge, je ne suis pas naïf, je ne me ferai plus d’ami». Alla mia età, non sono naïf, non mi farò più amici. Suona come una rinuncia. Sempre a La Commanderie. A 35 anni, compiuti il 29 marzo. Con una capigliatura a dir poco particolare – ecco, quella invece sarebbe piuttosto naïf – e una centralità ritrovata nell’undici di Sampaoli. Ci torneremo. Prima però serve guardare la rete di ieri, segnata ai greci del PAOK, nell’andata dei quarti di finale di Conference League. Uno splendido destro di controbalzo, dai 20 metri, dopo che peraltro lo stesso Payet aveva già dispensato un utilissimo assist a uso e consumo dell’ex romanista Gerson. Prezioso.

«I soldi non sono tutto»

«Cinq finales à gagner pour encore écrire l’histoire». Cinque finali da vincere, per scrivere la storia. A Marsiglia l’ambiente è notoriamente focoso. Ma l’Orange Vélodrome sa anche essere rassicurante. Parola di Payet, che per sua stessa ammissione ha rifiutato contratti faraonici dall’Est del mondo: «I soldi non sono tutto». Per lui, il fattore ambientale conta tantissimo. Non è un’esagerazione. Torniamo un istante a quell’«on m’aime ou on me déteste». O mi ami, o mi detesti. Chiedilo ai tifosi del West Ham, quando nel gennaio 2017 escono fuori delle dichiarazioni a dir poco scioccanti di Payet: «Giuro che, se non mi vendono, mi rompo i crociati da solo. Sono un essere umano, ho diritto di scegliere il mio futuro e lo vedo a Marsiglia». Una frase ampiamente diffusa dai media italiani ma totalmente erronea, come provvidenzialmente segnalato da Cosimo Bartoloni. Payet non l’ha realmente pronunciata, ma nel gennaio 2017 gioca ormai da un anno e mezzo a Londra, ma la nostalgia di casa si fa insostenibile. Gli Hammers chiedono 35 milioni di euro all’OL. Cedono. E lo cedono, a fine mese. Marsiglia nel cuore, pure se è nato sull’isola di Riunione, a Saint-Pierre. A 35 anni, è alla sua seconda giovinezza: 13 gol e 12 assist quest’anno. Eguagliate le stagioni in cui ha fatto meglio, il 2010/11 e 2012/13. Parliamo di undici e nove anni fa, ladies and gentlemen.

 

Payet, Griezmann, Romania

Sabato 11 giugno 2016, gara inaugurale dell’Europeo 2016, poi vinto dal Portogallo. Gioca ovviamente la Francia padrona di casa, in uno Stade de France a Saint-Denis ancora scosso dal timore di attentati. Segna Giroud, pareggia il romeno Stancu su rigore. Al minuto 89’ l’esterno sinistro titolare nel 4-3-3 del c.t. Deschamps, futuro campione del mondo, trova il gol del 2-1. Si chiama Dimitri Payet. Agisce sulla corsia opposta a quella di Antoine Griezmann, che ha da poco sbagliato un rigore potenzialmente decisivo nella finale di Champions League di Milano, il secondo k.o. in due anni dell’Atlético Madrid contro il Real. Shock. È Dimitri Payet a segnare quel gol. Si porta le mani al volto e non trattiene le lacrime: «Se me l’avesse detto qualcuno, non ci avrei creduto». La copertina è tutta per il 29enne del West Ham, eroe inatteso, lui che lavorava part-time in un negozio d’abbigliamento mentre giocava al Nantes. Appare a intermittenza, Payet, che ha debuttato nel 2010 in Nazionale ma ha saltato i Mondiali di Brasile – per un vistoso calo con la maglia dell’OM – e Russia, perché infortunato. Ma è una storia da approfondire.

Payet, ancora Griezmann, Lione

Sì, perché Payet non giocava con la Francia dall’ottobre 2017, ma il gran finale di stagione – 9 gol e 20 assist, tra Ligue 1 ed Europa League, con cui arriva in finale – lo mette tra i papabili convocati al Mondiale russo. Ha 31 anni quando, il 16 maggio 2018, a Lione (occhio alla rivalità geografica!), Payet scende in campo nella finale d’Europa League. Chi trova di fronte? Il sopracitato Griezmann – con cui è sceso in campo a Euro2016 – e il sopracitato Atlético Madrid. Non c’è storia, dominio binancorosso e doppietta di Grizou. Il Marsiglia di Rudi Garcia affonda e Payet esce dopo 32’, in lacrime, sostituito dall’oggi sassolese Maxime Lopez. Payet perde 3-0 quella finale d’Europa League. Il giorno dopo Deschamps dirama i 23 convocati per il Mondiale di Russia. Non c’è ovviamente Dimitri, infortunato. Salta quel Mondiale, che la Francia vince in finale sulla Croazia. Paradossalmente, con l’Olympique Marsiglia non ha vinto nulla. Almeno fino a oggi. Ma questo è l’anno della Conference League. E di Dimitri Payet, di conseguenza.

Matteo Albanese

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