La squalifica dell’attaccante dell’Atletico ha fatto grande notizia. Ecco a voi altre situazioni simili avvenuti nel corso degli anni…
Nelle scorse ore la notizia della squalifica di Diego Costa per otto turni ha fatto- comprensibilmente- grande scalpore in tutta Europa. Quel “Me cago en tu puta madre” (facilmente traducibile da tutti) che Gil Manzano ha riportato nel referto post Atletico Madrid-Barcellona è costato caro all’attaccante dell’Atletico Madrid, anche se vale solo metà della sospensione comminata, visto che quattro delle giornate di stop sono dovute al tentativo di aggressione fisica nei confronti del direttore di gara
Il 19 dei Colchoneros non è però l’unico ad essere andato fuori dal seminato nel corso degli anni. Noi di Footbola vi proponiamo altri esempi di calciatori costretti a guardare compagni ed avversari per lungo tempo a causa di condotte poco ortodosse tenute in campo.
– ERIC CANTONA Non può non tornare alla mente, in situazioni di questo tipo, il famoso calcione che Eric Cantona rifilò a un tifoso del Crystal Palace il 25 gennaio 1995, nell’ambito di una situazione che vedeva il suo Manchester United in lotta per le primissime posizioni con il sorprendente Blackburn di Alan Shearer.
Cantona fu espulso in avvio di ripresa per via di un fallo di reazione, che lo portò ad uscire dal campo bersagliato dai fischi che arrivano dagli spalti. Un tifoso in particolare, Matthew Simmons, è particolarmente scatenato nei confronti del francese, sfruttando la sua posizione a ridosso del terreno di gioco. La situazione fa letteralmente esplodere The King: calcione in stile arti marziali ai danni del tifoso che lo stava provocando. L’attacco improvviso viene fermato soltanto da compagni di squadra e avversari che sono costretti a placcarlo e allontanarlo per evitare ulteriori guai. Il campione francese venne addirittura processato a livello penale per il fatto con la sentenza di primo grado che inizialmente aveva addirittura previsto per lui due settimane di carcere, pena poi ridotta in appello e tradotta in 120 ore di servizio civile. Tornò in campo il primo giorno di Ottobre dell’anno successivo, con lo United che nel frattempo pagò la sua assenza arrivando dietro di una lunghezza rispetto ai Rovers, oggi militante in Championship.
– LUIS SUAREZ Il 24 Giugno 2014 l’Italia uscì dal Mondiale sconfitta dall’Uruguay, abbandonando in anticipo la competizione. Nel corso del secondo tempo, poco prima del gol di Godin, ci furono scintille tra l’attaccante uruguaiano e il nostro Giorgio Chiellini. Nell’occasione il centravanti del Barcellona morse il centrale livornese, che subito dopo mostrò l’escoriazione causata dal segno dei denti all’arbitro Rodriguez, urlando: ”Mira!”. A fine partita la Fifa aprì un’inchiesta, che portò a squalificare il Pistolero per 13 gare ufficiali. In Nazionale pagò a caro prezzo il suo riprovevole comportamento, con il Maestro Tabarez che non lo convocò per quasi due anni.
– PEPE KEPLER Spesso discusso per via dei suoi comportamenti in campo, nel 2009 il portoghese si beccò ben 10 giornate di squalifica dopo un minuto di follia nella partita con il Getafe. L’attuale centrale del Porto, squadra tra le cui fila si era già fatto conoscere anni fa nel grande calcio, commise fallo da rigore e calciò due volte l’avversario steso a terra (Casquero, che poi calciò malissimo il rigore che era scaturito dalla situazione). Pepe, ad ogni modo, diede anche un pugno ad un altro avversario, aggiungendo a tutto ciò un’ampia sequela di insulti rivolto ad uno dei due guardialinee. Solo Casillas, capitano dei Merengues, evitò il peggio, trascinando fuori dal campo il nervoso compagno di squadra.
– MARCO MATERAZZI Il 1 febbraio 2004 l’Inter vinse senza troppi problemi contro il Siena con il punteggio di 4-0. Ma nella storia rimarrà soprattutto il famoso pugno che Marco Materazzi rifilò al collega Bruno Cirillo, nonostante il centrale nerazzurro non fosse a disposizione di mister Zaccheroni. Il racconto di quanto avvenuto lo affidiamo ad un’intervista rilasciata anni dopo dallo stesso Cirillo: “Lui era a bordo campo perché squalificato, io marcavo Kily Gonzales. Diceva all’argentino di puntarmi perché ero scarso ed ero in difficoltà. Un comportamento antisportivo del quale gli chiesi conto a fine partita. Lui mi stava aspettando nel tunnel e, mentre avevo le mani nelle tasche del giubbino, mi sferrò un pugno in pieno volto. Mi ruppe il labbro, anche perché aveva 4-5 anelli.
“Se ci siamo mai chiariti?- puntualizzò Cirillo- Si, nella sede della Gazzetta dello Sport. Mi chiese scusa, penso fosse sincero. Poi Materazzi l’ho rincontrato in India, nel 2014, quando giocavo nel Pune City. Anche lì ci siamo salutati cordialmente. Incidente chiuso”. Alla fine della partita lo stesso Cirillo aveva reso noto l’episodio a tutta Italia, mostrando il labbro rotto davanti alle telecamere della tv.
Filippo Maggi