“Forte più dell’aceto” come dice il suo compagno Nolito, o “Mai stanco di imparare” secondo la voce del suo allenatore Lopetegui. Diego Carlos ci ha messo poco a conquistare Siviglia, prima tappa spagnola della sua carriera lanciata da un’esplosione al Nantes passata in sordina.
Un po’ come il suo acquisto nel caos estivo del mercato di Monchi, tornato a Siviglia per fare un mercato di enormi dimensioni che ha smosso tanti nomi, anche di rilievo, lasciando andare sotto traccia quello del centrale brasiliano, a oggi uno dei grandi punti di forza della squadra allenata da Lopetegui. Diego Carlos è stato il giocatore in grado di risolvere i problemi di affidabilità difensiva di una squadra che negli ultimi anni si era totalmente smarrita in quel ruolo, al punto di arrivare a ruotare tantissimi giocatori senza trovare mai la vera quadra.
La differenza la fa un fisico imponente, “una dote genetica” come la chiama lui. Perché con quella muscolatura Diego Carlos ci ha di fatto sempre convissuto, visto che ha dichiarato che in palestra ci andava solo per gli esercizi di stretching. Sono 27 gli anni sulla sua carta d’identità, tanti per essere considerato un giovane, sufficienti per avere ancora dei margini di crescita alla luce dell’esplosione di quest’anno. Il Porto non ci ha creduto abbastanza, non l’ha promosso dalla squadra B alla prima squadra inceppando in uno dei pochi errori di gestione di questo tipo di giocatore.
Il Nantes l’ha rigenerato dopo un lungo vagare tra squadra di bassa fascia, prima dell’azzardo di Monchi che ha visto in lui il giocatore su cui costruire un reparto difensivo che mai come quest’anno ha rappresentato un punto di forza, tanto da essere il quinto meno battuto dell’intera Liga. Molto del merito va proprio a Diego Carlos, fortissimo nel corpo a corpo, ma bravo anche con il pallone tra i piedi nel permettere alla squadra di avere un possesso maggiore e di non dover subire troppi attacchi.
Fa il centrale di sinistra anche se destro di piede, scelta fatta per favorire i suoi compagni di reparto, solitamente Sergi Gómez, ma spesso anche il giovane francese Koundé, entrambi più bisognosi di giocare dal lato del proprio piede. Ha giocato sia a tre che a quattro, altro esempio della sua duttilità difensiva che lo esalta soprattutto nella marcatura sull’uomo: i due gol segnati poi sono la chiusura del cerchio per far capire la complessità di questo centrale.
In Liga è una delle rivelazioni dell’anno, sul mercato ha già occhi puntati addosso da club importantissimi. Al momento è il grande vanto del Monchi bis al Siviglia, a breve potrebbe essere anche una certezza per la nazionale brasiliana.
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