Diego Armando Maradona, sanitari accusati di “potenziale negligenza”: processo rinviato

Si sta ancora cercando di fare chiarezza sulla morte di Diego Armando Maradona, sono diversi gli aspetti da chiarire. A processo i sanitari che lo avevano in cura.

Pur essendo passati anni dalla sua scomparsa, sono ancora tanti i punti non chiari che hanno portato alla morte di Diego Armando Maradona e che tanti vorrebbero siano eliminati. Si tratta di un pensiero comune non solo ai familiari, ma anche a chi lo ha amato per le sue straordinarie giocate in campo e continua a ritenerlo uno dei calciatori più apprezzati della storia.

Ufficialmente si è parlato di crisi cardio-respiratoria come causa del decesso, ma a detta di molti non sarebbe avvenuta in modo casuale A rispondere dell’accaduto sono i sanitari che lo avevano in cura, che devono difendersi da un’accusa pesante come quella di “potenziale negligenza.

Tanti dubbi sulla morte di Diego Armando Maradona

Diego Armando Maradona è morto all’età di 60 anni per una crisi cardio-respiratoria il 25 novembre 2020, in una residenza situata a Tigre, dove stava svolgendo la convalescenza in seguito a un intervento chirurgico alla testa a cui era stato sottoposto qualche tempo prima.

Diego Armando Maradona processo per la sua morte
Foto | Rai – Footbola.it

I Tribunali che si sono occupati del suo caso hanno scelto di mandare a processo per due volte l’equipe medica, convinti che non si sia fatto il possibile per salvarlo. Nel registro degli indagati sono finiti il medico curante di Maradona, un medico clinico, uno psichiatra, uno psicologo, una caposala e alcuni infermieri.

Ancora una volta però i tempi si allungano e ci ritroviamo a dover assistere a un altro rinvio, il processo, salvo altre decisioni, non avverrà prima del marzo 2025. Tutti i professionisti devono difendersi dall’accusa di “potenziale negligenza”, che può portare a una pena da 8 a 25 anni di carcere. Tra le persone che hanno provato a difendersi sostenendo di non avere alcuna responsabilità c’è l’infermiera Gisela Madrid, che ha sempre sostenuto di avere seguito nella sua attività le indicazioni dei medici, per questo aveva manifestato la volontà di essere giudicata separatamente e da una giuria popolare.

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