Per molti, Il Pireo è solo Olympiakos. Non si scappa dal biancorosso, dal Karaiskakis, dall’istrionico presidente Marinakis e dalle diatribe mezzo stampa con le quali si accusa il Θρύλος di corruzione. Passeggiando per i distretti più pittoreschi del porto di Atene però l’aria novembrina dello scorso anno portò in dote un nuovo derby, dalla qualità chiaramente meno raffinata ma non per questo da lasciar in disparte. Una rivalità accesa e sentita, malgrado si parli di due squadre della Serie C ellenica: da un lato lo Ionikos Nikaia (al secolo Αθλητικός Όμιλος Ιωνικός Νίκαιας), dall’altro il Proodeutiki Neolaia (all’anagrafe Αθλητικός Όμιλος Προοδευτική Νεολαία). Per il calore, il derby de Il Pireo è noto come il terzo grande derby della Grecia: dopo Panathinaikos-Olympiakos e PAOK-Aris, l’odio che separa le due fazioni travalica le categorie minori e conferisce lustro al torneo in cui è iscritto. Le strade tra Keratsini e viale Grigorios Lambrakis, nella cui sovrapposizione trova posto lo stadio comunale di Neapolis, in greco Δημοτικό Γήπεδο Νεάπολης Νίκαιας, confinano casualmente con Agios Ioannis Rentis, dove l’Olympiakos ha il suo centro d’allenamento. Tutto a Il Pireo è misurato sulla scala dei 44 volte campioni di Grecia, solo le briciole restano per le altre due squadre della zona ed è proprio in quel minuscolo interstizio che ci si gioca la supremazia cittadina.
Domenica 18 novembre 2018, a Il Pireo, è stato un giorno importante. Lo stadio comunale di Neapolis ha ospitato il ritorno del «ντέρμπι της Κοκκινιάς» o «ντέρμπι της Νίκαιας», letteralmente il derby di Kokkinia o il derby di Nikaia. Una rivalità che getta le sue basi all’ombra della dominazione incontrastata dell’Olympiakos, in un contesto distrettuale reso marginale dalla strapotenza biancorossa e dalla poca parte di pubblico che coraggiosamente sceglie di evitare le notti di Champions League al Karaiskakis pur di restare attaccati a una microscopica realtà – quasi insignificante – del calcio greco. Il derby di Nikaia è uno spettacolo folkloristico ancor prima di una gara, in campo i valori sono ben poveri e il culto della rivalità predomina nell’aspetto hooliganico. Il lembo di terra che separa lo Ionikos dal Proodeutiki è di soli due chilometri e attraverso i comuni di Nikaia e Korydallos sono frequenti le rappresaglie ultras tra i tifosi più accesi dello Ionikos – i Rangers, anche noti come Gate 3 – e i corrispettivi avversari che per 17 gare ufficiali consecutive (fino al 2017) non sono mai stati sconfitti.
Tutto cominciò nella stagione 1968-69, con due pareggi a reti bianche che non videro vincitori né vinti. Nei 35 incontri successivi, il bilancio curiosamente è rimasto in parità: 8 successi a testa per Proodeutiki e Ionikos, ben 19 pareggi. Il 36° incontro è quello del 18 novembre 2019, vinto dai secondi in casa – al Gregorios Lambrakis – grazie a un gol al 20’ firmato dall’attaccante Michalis Kouiroukidis. Oggi lo Ionikos ha in Dimitris Pantelidis la sua icona, al sesto anno col club di Nikaia: «Non è una semplice partita di calcio della durata di 90’. È un derby eterno, certamente ci darà una possibile vittoria ma è più di questo, vale il prestigio, vale tutto il mondo, è sicuramente più di una partita». Il Proodeutiki vanta invece Yannis Bantikos, portiere, una colonna del club che alla terza stagione qui ha scelto di rimanere: «Dobbiamo gestire le situazioni che affrontiamo, ma le partite con lo Ionikos sono diverse. È un derby in tutto il significato della parola. C’è molta tensione, è una gara di prestigio e vogliamo vincerla per dedicarla ai tifosi, alla società, alle nostre famiglie e alle persone che lavorano per il club. Personalmente vorrei sempre vincere per mio zio Mitsios che ci guarda dall’alto».
La rivalità è ovunque. Il ritrovo dei tifosi dello Ionikos corrisponde a un bar situato in πλατεία Σπάθας, piazza Spathas, tra i locali chiamati “Du Monde” e il bar latino “Barrio”, mentre il cuore pulsante del Proodeutiki si trova qualche centinaio di metri più in là e corrisponde grossomodo a Καφέ Καφέ, un nuovo bar nato dei pressi dell’ex locale «Φίλος», oggi chiuso. Lo striscione tipico dei tifosi dello Ionikos recita «Ιωνικός ή θάνατος», ovvero «Ionikos immortale», mentre il Proodeutiki risponde con «Proogressive attack» o con un «No Gate», entrambi caratterizzati dai caratteri latini. Infine, la rivalità è soprattutto cromatica: lo Ionikos è biancoblù, il Proodeutiki granata. Ed è per questo che un celebre detto recita: «Για να κατέβεις στον Κορυδαλλό πρέπει να έχεις παπουτσάκι αθλητικό. Γιατί εκεί, κάθε στιγμή σε κυνηγάνε δεκάδες βυσσινί». Tradotto: «Per andare a Korydallos devi avere una scarpa sportiva, perché lì in ogni momento ti inseguono dozzine di cremisi».