Valencia, una delle città più apprezzate e amate di tutta la Spagna, soprattutto dalle centinaia di migliaia di turisti che ogni anno si riservano in questo luogo dove arte e divertimento vanno di pari passo. Chiese e musei la fanno da padroni nel centro, ma la modernità non è di certo rimasta indietro con il Parco oceanografico a essere la grande attrattiva. Come in tutta la Spagna anche qui il calcio è molto sentito ed essendo una grande città anche qui ci sono due squadre a contendersi la supremazia, il Levante e il Valencia.
I primi a nascere furono i rossoblu nel lontano 1909 e il loro rapporto fu subito strettissimo con il porto e il mare. La squadra infatti venne fondata nel quartiere La Malvarrosa, una delle zone più vivaci e che si affaccia direttamente sul mare. Il nome deriva dal fatto che la zona orientale della Spagna, in particolare le regioni della Comunidad Valenciana e della regione di Murcia, viene chiamata “Levante español” e trovandosi sul porto era facile avere un incontro di tantissime culture da tutta Europa e tutta la nazione. I pipistrelli invece nacquero ben dieci anni dopo e la scelta del primo Presidente fu abbastanza singolare. Octavio Díaz Milego venne eletto tramite il lancio della monetina e da lì iniziò ufficialmente la lunga storia del Valencia. Si narra che il luogo dove avvenne la riunione definitiva per fondare la squadra fu al Bar Torino in Plaza del Ayuntamiento, nel pieno centro cittadino.
Il primo derby venne disputato già un anno dopo la nascita della seconda squadra della città, ma nonostante il Levante fosse più esperto perse l’incontro per 1-0. Le sfide iniziali avvennero soltanto nel campionato regionale valenciano, ma nonostante questo la rivalità tra le due tifoserie fu fin da subito enorme. Rappresentavano infatti due mondi opposti, uno quello della borghesia cittadina e gli altri quelli della periferia navale. Le sfide però non furono per nulla frequenti, perché le Rane non riuscirono a comporre una squadra in grado di partecipare con costanza alla Liga. La prima esperienza in prima divisione avvenne solo nel 1963 e il primo derby ufficiale fu altamente spettacolare. Furono i Pipistrelli a vincere per 5-3 grazie alla tripletta di Guillot, ma i rossoblu riuscirono subito a rifarsi nella sfida di ritorno grazie a Ernesto Domínguez che riuscì immediatamente a pareggiare il conteggio degli scontri diretti. La parità rimase inalterata anche nel campionato successivo ancora con una vittoria a testa, ma a fine anno il Levante non riuscì a salvarsi. Iniziarono anni molto difficili per entrambe. La squadra di La Malvarrosa rimase nell’anonimato del calcio per ben quaranta anni, mentre il Valencia riuscì a togliersi qualche soddisfazione. Dopo le vittorie di tre campionati negli anni ’40 arrivò il quarto titolo nel 1971, ma l’apice venne raggiunto nel 1980 quando, a termine di una favolosa cavalcata, venne sconfitto l’Arsenal in finale di Coppa delle Coppe. Un successo storico, il primo a livello internazionale dato che la Coppa delle Fiere non viene riconosciuta. Kempes era senza dubbio il giocatore simbolo di quelle annate, ma i problemi finanziari portarono anche il Valencia in Segunda división. Negli anni ’90 ecco però la rinascita e a inizio del millennio si tornò grandi con due sensazionali vittorie in campionato, due finali di Champions League e la vittoria della Coppa Uefa nel 2004 contro il Marsiglia. Il 2004 fu l’anno d’oro del calcio valenciano, perché non solo i Pipistrelli vinsero la Liga e il secondo trofeo internazionale, ma il Levante riuscì a vincere, arrivando primo, il campionato di Segunda división e dalla stagione seguente sarebbe finalmente tornato il derby. I Granotes questa volta avevano un progetto serio e molto valido alle spalle e finalmente divennero una squadra in grado di mantenere con una certa costanza la Liga, o comunque di recuperarla dopo un solo anno in seconda serie. Molti italiani hanno vestito la maglia delle Rane ed è proprio grazie a un giocatore del Belpaese che il Levante ha vinto il suo ultimo derby nel 2016. Il mattatore della sfida fu lo sfortunato Giuseppe Rossi che riuscì così a ritagliarsi uno spazio importante nel cuore dei tifosi rossoblu.
Come già detto il derbi valenciano non ha avuto una grande costanza e le gare ufficiali risultano essere solo trentacinque. Le vittorie sono ampiamente a favore del Valencia che con venti successi domina rispetto alle sole sette vittorie del Levante. Curioso l’andamento in Copa del Rey, perché se in campionato le Rane hanno dato segno di lottare, nel torneo nazionale sono sei vittorie in altrettante sfide per i Pipistrelli. Il miglior marcatore della storia di questa sfida è l’argentino Pablo Piatti che con il Valencia è stato l’unico ad andare a segno per quattro volte. Per i rossoblu invece nessuno è mai andato oltre le due realizzazioni.
La rivalità è sentitissima soprattutto sugli spalti e le enormi differenze sociali hanno influenzato ancora oggi i rapporti tra le tifoserie. Il gruppo ultras principale del Valencia sono gli “Yomus“, gruppo con chiare connotazioni nazionalistiche tanto da avere vietato l’ingresso al Camp Nou a seguito di manifestazioni a cavallo del referendum per l’indipendenza della Catalogna, e che negli ultimi anni hanno stretto importanti rapporti con la Curva Nord dell’Inter. Il Levante invece ha nel porto e nella multiculturalità la propria ideologia e nonostante abbiano spesso vissuto nelle serie minori il gruppo è uno dei più vecchi di Spagna e il suo nome è semplicemente “Ultras Levante 1985“.
Due volti della stessa città, una rivalità storica che non tramonterà mai, perché a Valencia o sei una Rana o sei un Taronja.
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