Berlino, una delle città più affascinanti e ricche dell’intero pianeta. Un luogo da sempre simbolo della Germania e che ha accresciuto ancora di più il proprio status quando negli anni ’60 venne costruito un muro che divise in due la città. La parte Ovest e la parte Est sono state quindi le due più grandi rappresentazioni delle due nazioni nate dopo la guerra e anche nel calcio gli occidentali e gli orientali avevano i loro campioni da osannare. La Capitale tedesca è ricca di squadre, ma quelle che più di tutte sono riuscite a entrare nel cuore della gente sono state l’Hertha e l’Union.
I primi a essere fondati furono i biancoblu nel quartiere di Gesundbrunnen, in quello che sarà il luogo della divisione della città nel 1961, ma nel 1892 non vi era distinzione tra Ovest ed Est. I rossi invece videro la luce solo nel 1906 a Köpenick, una zona che solo nel 1920 entrò a far parte di Berlino ed è uno dei quartieri più orientali dell’intera città. L’Union non riuscì mai ad avere grandi contatti con il calcio di livello, ma nonostante ciò riuscì da sempre a creare un rapporto strettissimo con la propria gente, tanto da creare atmosfere elettriche allo Stadion An der Alten Försterei. L’Hertha invece non tardò a cambiare zona e a diventare la squadra più altolocata e nobile della città, venendo tifata dal quartiere di Charlottenburg, noto centro dell’alta borghesia berlinese.
Le opportunità di scontrarsi però non ci furono mai perché prima della guerra la Die Alte Damen, la Vecchia Signora, riusciva a vincere i suoi due unici titoli nazionali, nel 1930 e nel 1931, mentre i Die Eisernen lottavano nei bassifondi dei campionati dilettantistici. La guerra poi divise ufficialmente le due compagini e Ovest, oltre all’Hertha, si affacciarono al grande calcio il Tasmania e il Tennis Borussia, ma non riuscirono a tenere alto l’onore dell’ormai ex Capitale. Il Tasmania debuttò nel 1965 e riuscì a stabilire una quantità impressionante di record negativi, arrivando a chiudere il campionato con la miseria di otto punti, ben ventotto sconfitte e l’umiliante meno novantatre in differenza reti. Per il Tennis Borussia le cose non andarono molto meglio, ma riuscì a giocare quattro derby con l’Hertha, gli unici durante la Germania Ovest. I primi tre andarono tutti ai biancoblu, ma i viola ebbero un sussulto d’orgoglio il 16 aprile 1977 quando Schulz e Stradt portarono la loro squadra alla vittoria per 2-0, non riuscendo però a evitare la seconda retrocessione.
Ad Est invece i derby erano la normalità, ma l’Union fu sempre considerata quasi una comprimaria e che non fu mai in grado di vincere titoli. A trionfare furono negli anni ’60 il Vörwarts, ora con sede a Francoforte sull’Oder, e la Dynamo, che però non riusciva ad avere un grande rapporto con i berlinesi. La squadra infatti era sotto il protettorato della Stasi, la polizia segreta, e quindi diventò semplice accaparrarsi i migliori giocatori e imporre una dittatura per tutti gli anni ’80. I tifosi dei Die Eisernen intanto guardavano con ammirazione e speranza a Ovest e non furono rare le occasioni in cui le tifoserie si Hertha e Union si scambiarono segni di affetto e di amicizia. Non fu un caso infatti che, una volta distrutto il muro, moltissimi appassionati dell’Union andarono all’Olympiastadion per dare manforte agli amici occidentali. Il 27 gennaio 1990 fu infatti una sfida tra queste due a essere l’immagine della ritrovata unità in città e tutto proseguì in maniera liscia e senza problemi fino a quando non iniziarono i primi veri scontri diretti. Nel 2010 l’Hertha subì una triste retrocessione in Zweite e ci vollero ben due anni prima di poter tornare nell’élite del calcio tedesco. L’Union intanto era riuscito ad arrivare in seconda divisione e tale fu la voglia di derby che in quattro scontri diretti riuscì a pareggiare perfettamente i confronti. Addirittura nel primo campionato ne uscì imbattuto, dopo un pareggio casalingo e uno strepitoso successo per 1-2 all’Olympiastadion, davanti a quasi settantacinquemila spettatori, con Mosquera e Mattuschka che ribaltarono l’iniziale vantaggio di Hubnik. La Vecchia Signora del calcio tedesco si prese la sua rivincita all’An der Alten Försterei l’anno seguente con lo stesso risultato, ma i rossi riuscirono a restare imbattuti in casa dei rivali strappando uno storico 2-2.
Non ci furono altri incontri prima di questa stagione quando l’Union riuscì a ottenere una leggendaria promozione in Bundesliga. Il rapporto di amicizia si era già incrinato durante le sfide in Zweite, ma prese una terribile piega in questa stagione. La gara di andata venne giocata in casa dei rossi davanti a oltre ventimila persone, ma non tutto andò per il meglio. A inizio ripresa l’infuocata, gli Schlosserjungs iniziarono un lungo e ripetuto lancio di fumogeni e petardi in campo, tanto da indurre l’arbitro a fermare il gioco per cinque minuti e fu necessario l’intervento del portiere veterano Gikiewicz per fermare la passione dei tifosi. Polster su rigore diede una storica vittoria all’Union, ma la polizia ebbe molto da fare per sedare gli animi delle due tifoserie. Vicino agli ultras dell’Hertha ci sono molti tifosi del Napoli e del Genoa, in quanto le tre squadre hanno cucito un grande rapporto in questi anni, tanto che all’Olympiastadion non sono rari gli striscioni in italiano a sostegno di Azzurri e Rossoblu.
Il Coronavirus ha bloccato il secondo derby stagionale, ma è stata la sfida che ha fatto riprendere il calcio in Germania e davanti a uno stadio tristemente vuoto Die Alte Damen si è presa la sua rivincita dominando il derby per 4-0. Se l’Union dovesse mantenere l’attuale posizione in classifica otterrebbe la tanto agoniata salvezza per permettere ai berlinesi di tornare allo stadio fra un anno per due derby ormai diventati non più dell’amicizia.
Due volti della stessa città, una rivalità storica che non tramonterà mai, perché a Berlino o sei uno dell’Alte Damen o sei degli Eisernen.
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