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Derby del mondo: Ferencváros-Újpest

Budapest, una delle città più incantevoli e meravigliose d’Europa, terra simbolo di uno dei più grandi imperi della storia e che è stata splendido collante tra Occidente e Oriente. Il Danubio divide in due le sorti di quelle che una volta erano due città separate e il Parlamento ungherese si riflette sulle acque del fiume. Storia e modernità, tradizione e innovazione fanno dell’Ungheria una terra affascinante anche nel mondo del calcio, dove i trofei internazionali scarseggiano, ma la passione non manca di certo e il derby tra Ferencváros e Újpest è veramente sentito.
I primi a nascere furono i viola quando ancora il quartiere di Újpest non era stato inglobato all’interno della Capitale. Si trova a nord rispetto al maestoso centro cittadino e la società nacque come polisportiva nel 1885 dall’idea del professore János Goll, ma per la sezione calcistica si dovette aspettare ancora parecchio tempo. Al grido di “Solidità, Forza e Armonia” nacque definitivamente il football nel 1899, stesso anno di nascita di quelli che divennero i più acerrimi rivali. Ferencváros è il nono distretto di Budapest e si trova poco più a sud del centro e a dare il là alla formazione del nuovo sodalizio fu l’avvocato Ferenc Springer, ma anche in questo caso il calcio non ebbe immediatamente un ruolo primario. L’attesa fu decisamente più breve rispetto accadde nella parte settentrionale, ma per iniziare a praticare quello che sarebbe diventato lo sport più popolare al mondo si dovette aspettare il dicembre del 1900 poco prima che la Federcalcio ungherese iniziasse a dare il via al primo campionato nazionale.

Il primo derby di sempre venne disputato nel 1905 con l’Újpest che era riuscito a entrare nell’élite del calcio, mentre il Ferencváros ne era già padrone da qualche anno. Nel 1903 infatti le Aquile Verdi vinsero il loro primo titolo e avrebbero fatto il bis proprio in quel 1905 e a contribuire al successo ci furono proprio le prime due stracittadine. Ferenc Weisz fu il primo marcatore di sempre in questa eterna sfida e con una doppietta permise ai futuri campioni di vincere per 2-0. La storia non cambiò anche nel ritorno e con un netto 1-3 i biancoverdi diedero ancora una volta dimostrazione della propria superiorità. Alla fine degli anni ’20 le due realtà erano tra le più quotate del Continente e non fu un caso che vinsero due delle prime tre edizioni della Mitropa Cup, quella che era la Champions League dell’epoca. Dopo il successo dello Sparta Praga nella prima edizione del 1927 arrivarono le due vittorie ungheresi e la prima a laurearsi campioni d’Europa fu il Ferencváros, seguita l’anno seguente dai rivali. L’apice del derby venne toccato nel 1939 quando la sfida non valeva semplicemente il predominio cittadino o quello nazionale, bensì di avrebbe stabilito quale delle due fosse la migliore d’Europa. L’Újpest riuscì a dominare l’andata in trasferta e i due grandi protagonisti furono Gyula Zsengellér e Géza Kocsis che andarono entrambi a segno con una doppietta decretando così una storica vittoria per 1-4. Nel ritorno al Megyeri Út accorsero oltre quindicimila spettatori per il grande evento, ma le Aquile Verdi non si diedero sconfitte. Una doppietta di Kiszely riaprì completamente la sfida, ma nella ripresa i Viola allenati da Béla Guttmann rinacquero e con Ádám e Balogh trovarono il 2-2 che portò a una straordinaria vittoria continentale. Dopo la Seconda Guerra Mondiale arrivò la definitiva annessione di Újpest a Budapest ed è dagli anni ’50 che si può parlare a tutti gli effetti di derby. A farla da padrone in quegli anni è però un’altra realtà della Capitale, quell’Honved che con Puskás arrivò a picchi leggendari e l’Ungheria del 1954 fu una delle più grandi squadre mai viste su un campo da calcio. Negli anni ’60 e ’70 ci furono gli ultimi momenti di gloria del calcio ungherese e il Ferencváros fu quello che aiutò maggiormente il movimento. Fu leggendario il successo nella finale di Torino contro la Juventus in Coppa delle Fiere nel 1965, titolo che rischiò di essere bissato nel 1968 perso solo in finale contro il Leeds. Ad aiutare le Aquile ci pensò il campione e Pallone d’oro 1967 Flórián Albert, ultima leggenda del calcio magiaro. L’Újpest fece una grande Coppa dei Campioni nel 1973-74 ma dovette arrendersi in semifinale contro i futuri campioni del Bayern Monaco e da allora ci fu ben poco da festeggiare. L’unica possibilità di mettersi in mostra per i giocatori ungheresi era quella di emigrare e i derby divennero validi solo per i titoli interni. Il Ferencváros è riuscito in questa Champions League a ridare un po’ di lustro al calcio nazionale riuscendo a ottenere un’inattesa e insperata qualificazione ai gironi di Champions League.

Gli scontri diretti vedono un netto predominio dei Verdi che sono stati in grado di ottenere la bellezza di centotrentuno successi a discapito dei soli settantasette dei viola e anche per quanto riguarda i trofei c’è una sostanziale differenza, trentuno contro venti. Il tifo è sicuramente tra i più accesi e roventi dell’intero Continente e le forme di violenze non sono mai mancate. Il Ferencváros ha sempre avuto nei “Green Monsters” i propri principali sostenitori, mentre l’Újpest ha avuto qualche maggiore divisione interna. “Viola Bulldogs” e “Viola Fidelity” si sono spartiti il comando della curva dando sempre un segno visivo e sonoro della propria presenza con l’uso incessante di materiale pirotecnico.
Due volti della stessa città, una rivalità storica che non tramonterà mai, perché a Budapest o sei un Zöld Sasok o sei un Lilák.

Francesco Domenighini

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