Mosca è una delle città più affascinanti e più ricche di storia e tradizione d’Europa. L’ultimo tassello del Vecchio Continente e che dà il via all’Asia con la Cattedrale di San Basilio a dominare il popolo moscovita dalla Piazza Rossa. Per tanti anni è stato il simbolo di un sogno chiamato Unione Sovietica dove l’ideologia comunista avrebbe dovuto prevalere. La storia si è poi divertita a cambiare le carte in tavola, ma la “Città delle quaranta fortezze” è stata tra le principali realtà che hanno impedito l’espandersi di tiranni sanguinari come Napoleone e Hitler. Ma non di sola storia e architettura vive la bella Capitale russa, ma anche di tanta passione per il calcio che l’ha portata a dar vita a un numero enorme di squadre. Tutte vogliono avere il predominio cittadino e poche di esse si sopportano, ma tra gli odi più accesi c’è senza dubbio quello tra Cska e Spartak.
Il grande odio tra queste due realtà nacque dal fatto che i biancorossi furono fin da subito la squadra del popolo, fondata nel 1922 da Ivan Artemyev a rappresentanza di un sindacato operaio. Il nome non fu casuale derivato dallo schiavo Spartaco che si liberò dalle catene imposte dall’Impero Romano. I rossoblu invece hanno una derivazione completamente opposta e nacquero nel 1911, anche se la denominazione attuale arrivò solo nel 1960, come la squadra dell’esercito, massima espressione dunque del potere centrale. Ecco perché nonostante ci siano tante realtà cittadine questa risulti essere la più sentita. A dar manforte allo Spartak vi è la Lokomotiv, anch’essa nata da un sindacato di ferrovieri, mentre vicino al Cska c’è la Dinamo, nata come rappresentativa della polizia. Nell’epoca sovietica però questa rivalità non era ancora del tutto sbocciata. Certo i derby erano molto sentiti, ma il far parte di un unico grande Stato aumentò in maniera esponenziale la rivalità con le squadre non russe. Inoltre a farla da padrone per molti anni furono le due Dinamo, di Mosca e di Kiev, mentre Spartak e Cska dovettero perfino subire lo smacco della retrocessione. I gruppi organizzati di tifosi inoltre erano di scarsa rilevanza in quanto il regime vedeva di cattivo occhio queste aggregazioni, anche se i biancorossi diedero sfoggio di grande legame e attaccamento alla maglia soprattutto quando nel 1979, da poco tornati in prima divisione, riuscirono a vincere il campionato ai danni della Dinamo Kiev.
La storia cambiò nel 1991 quando il sogno sovietico svanì definitivamente e nacque ufficialmente la Russia. Le varie realtà moscovite presero il possesso del campionato, ma a ergersi a potenza assoluta della neonata Prem’er Liga fu proprio lo Spartak. Nelle prime dieci stagioni furono ben novi i titoli conquistati e nel 1998 soltanto l’Inter di Ronaldo riuscì a negargli l’accesso alla finale di Coppa Uefa. Il Cska intanto stava annaspando, ma con il nuovo millennio tutto cambiò. La squadra dell’esercito iniziò a vincere vari titoli e nel 2005 riuscì ad arrivare dove nessuna russa si era mai spinta in passato. A Lisbona, contro i padroni di casa dello Sporting, arrivò un incredibile e inattesa vittoria per 3-1 in Coppa Uefa e per la prima volta nella storia venne portata sotto il Cremlino una Coppa internazionale. Fu un momento leggendario che non andò per niente giù ai rivali cittadini che per anni avevano sognato quel trionfo continentale che ne avrebbe ingrandito ancora di più la nomea. I Koni continuarono a essere la realtà dominante del campionato con Zenit San Pietroburgo e Rubin Kazan principali rivali, mentre per tornare a festeggiare gli Spartači dovettero attendere il 2017 con l’arrivo in panchina dell’italiano Massimo Carrera. L’ex juventino riuscì in un’impresa impensabile a inizio anno e scoppiò una rivolta quando due anni dopo venne esonerato.
Anche quando le due squadre non riuscivano a ottenere vittorie le spettacolo sugli spalti non mancava di certo, come accadde il 26 luglio 2009.
Al Luzhniki si diedero appuntamento oltre settantamila spettatori, dando vita a un record assoluto in tutta la storia della Russian Prem’er Liga. In quella storica giornata fu il brasiliano Alex a decidere la sfida a favore dello Spartak ribaltando l’iniziale vantaggio di Semberas. Dal 1922 sono stati molteplici gli scontri e questo risulta essere uno dei derby più equilibrati di tutta Europa con i rossoblu che hanno vinto per sessantacinque volte, solo due in meno dei rivali storici. A rendere unico questo scontro è anche l’alto tasso di adrenalina che si disperde all’avvicinarsi dell’evento e i gruppi ultras sono tra i più accesi del Continente. I Fratria sono tra le primissime aggregazioni nate in Russia ed è sicuramente la frangia più estrema del tifo Spartak. Venne fatto anche un servizio della Bbc a seguito dei pesanti scontri tra tifosi inglesi e russi durante l’Europeo francese del 2016 e in tutta risposta, in occasione di un derby contro la Lokomotiv, venne esposto un enorme striscione di risposta proprio all’emittente televisivo brittanico che venne ribattezzato “Blah Blah Channel“. Il Cska invece vede una forte divisione interna con gruppi ultras presenti sia nella parte Nord che in quella Sud dello stadio, ma il gruppo più importante sono dubbio i “Yaroslavska“. Il nome deriva dal fatto che la maggior parte dei loro rappresentanti faceva parte del quartiere Yaroslavsky, situata nella parte occidentale della città. Rispetto ai rivali dello Spartak si differenziano anche per non essere sempre presenti al seguito della nazionale russa e varie faide interne sono dovute anche a motivi poltici, cause le importanti divergenze sul Presidente Putin. Gli scontri sono sempre stati molto violenti e in Russia è consuetudine sfidarsi in “Ustawkas“, ovvero alcuni rappresentanti dei gruppi si ritrovano in boschi o zone remote e danno vita a vere e proprio battaglie con il suo solo ausilio delle mani. Non sono rari i combattenti di MMA o praticanti di arti marziali in questi lotte e questo fa sì che l’allerta in giro per l’Europa sia sempre massima.
Due volti della stessa città, una rivalità storica che non tramonterà mai, perché nel derby che conta di Mosca o sei un Krasno-Sinie o sei un Krasno-Belye.
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