Santiago, centro politico ed economico del Cile, terra fatta di grandi differenze e che percorre da nord a sud quasi tutto il Sudamerica. Il nome è una dedica a San Giacomo ed è tra le più grandi città dell’America Latina con il miglior tenore di vita. Un luogo che ha fatto la fortuna di tanti europei che in passato, ma anche oggi, hanno deciso di cambiare radicalmente vita e che ha permesso un grande sviluppo della nazione. Anche qui la febbre per il calcio è molto alta e sono tante le squadre che rappresentano la città, ma sono due quelle che più di tutte la infiammano: il Colo Colo e l’Universidad de Chile.
I primi a nascere furono i bianconeri nel 1925 grazie a David Arellano che lasciò il Club Magallanes insieme ad altri giocatori della squadra per dar vita a un sodalizio che potesse affacciarsi al grande calcio professionistico. Il nome scelto fu una dedica a ColoColo, capo tribù dei Mapuche, che nel XVI secolo condusse gli indigeni della zona a una strenua resistenza contro gli invasori spagnoli. Alla fine non riuscì nel suo intento, ma divenne una leggenda cilena e il suo soprannome di Cacique diverrà anche quello della squadra. I blu invece videro la luce solo due anni dopo, grazie alla fusione di tre società a livello universitario e fino al 1980 la storia del club e dell’Università pubblica cilena andarono di pari passo. Avendo una derivazione borghese la U, così viene chiamata, prese come simbolo il gufo Chuncho che nella tradizione cilena rappresenta la sapienza.
Il primo derby venne disputato comunque solo nel 1935, in occasione di un’amichevole vinta per 3-2 dal Colo Colo, ma a entrare nella storia fu la prima sfida ufficiale. Si arrivò al sette agosto 1938 e il Cacique vinse con un perentorio 6-0, risultato che ancora oggi rappresenta il maggior scarto in una singola partita tra le due realtà. I primi anni furono sicuramente più favorevoli alla squadra più antica ed escludendo un piccolo exploit isolato nel 1940 con la vittoria del campionato da parte della U, si dovettero aspettare la fine degli anni ’50 per dare vita all’inizio della vera e proprio rivalità del Superclásico chileno. La grande concorrenza di club argentini, uruguaiani e brasiliani confinò sempre il Cile e le sue squadre nelle retrovie del calcio continentale, ma nonostante questo le due sono state le uniche che hanno dato speranza a Santiago. Il Colo Colo arrivò per due volte in semifinale di Copa Libertadores negli anni ’60 e nel 1973 perse la finale contro l’Independiente, ma l’impresa sarebbe prima o poi arrivato. Si dovette aspettare il 1991 quando venne affrontato il fortissimo Olimpia di Asunción, campione in carica e vice due anni prima. El Popular riuscì però a strappare un preziosissimo 0-0 in Paraguay e nel ritorno, davanti a un Monumental pieno come mai prima arrivò la doppietta di Luís Pérez e la rete finale di Leonel Herrera a portare per la prima volta un trofeo continentale in Cile. Un successo leggendario, accresciuto dal fatto che nemmeno la Roja era mai riuscita a vincere nulla fino ad allora. Il Colo Colo portò per la prima volta, e fino a ora unica, la Copa Libertadores a Santiago, ma la U non voleva essere da meno. I risultati nella principale competizione del Sudamerica non furono così soddisfacenti come quelli dei rivali storici, ma nel 2011 arrivò un altro leggendario successo. Uno straordinario Edu Vargas trascinò il Chuncho fino alla finale di Copa Sudamericana e nella finale contro il LDU Quito arrivarono due splendide vittorie, prima in Ecuador e poi con il 3-0 del Nacional. Il secondo trofeo più importante del Continente non avrà sicuramente il prestigio e il fascino della Libertadores, ma per una nazione come il Cile che ha sempre dovuto accontentarsi delle briciole fu sicuramente un traguardo storico.
A livello nazionale il Colo Colo è sempre stata la squadra da battere e i suoi trentadue successi contro i diciotto della U ne sono la testimonianza. Anche per quanto riguarda gli scontri diretti ci si trova dinnanzi a una netta supremazia del Cacique. Su duecentotrentacinque incontri complessivi ben centodue sono stati vinti dai bianconeri, mentre solo sessantadue dai Gufi. Questi però hanno saputo piazzare un grande colpo nel 2012 quando vinsero con un rotondissimo 5-0, infliggendo una manita ai rivali di sempre mai avvenuta in precedenza. Gli ultimi anni sono stati però molti difficili per entrambe, infatti gli ultimi due campionati sono andati alla terza squadra della Capitale, l’Universidad Católica, realtà mal sopportata da entrambe in quanto considerata come la rappresentante della parte più snob della città. Ad avere reso epiche queste sfide ci hanno pensato anche due grandi attaccanti che hanno fatto gioire per ben sedici volte i propri tifosi in questo derby. Il primo a segnare tanto in questa stracittadina fu Carlos Campos, primo grande cannoniere della U che portò la squadra a grandi successi negli anni ’60. A pareggiare le sue reti ci pensò Esteban Paredes che nel nuovo millennio divenne una leggenda bianconera.
Per quanto riguarda le tifoserie i primi ad avere una Barra Brava in tutto il Cile furono quelli del Colo Colo grazie alla nascita dei “Garra Blanca“, ovvero l’Artiglio bianco. Per quanto riguarda la U invece abbiamo anche in questo caso un tifo caldissimo e incessante e il principale gruppo di riferimento sono i “Los de Abajos“.
Due volti della stessa città, una rivalità storica che non tramonterà mai, perché a Santiago del Cile o sei uno Cacique o sei un Chuncho.