Città del Messico, la seconda città più popolata al mondo dietro solo a Tokyo. Una nazione nella nazione e vero cuore pulsante di uno Stato ricco di contrasti e differenze. Stile di vita solare, spesso vissuto alla giornata ma con del buon cibo ad accompagnare il tutto. Terra che deriva dalle più grandi popolazioni americane pre Colombo e che trova nel calcio uno dei suoi più grandi sfoghi e piaceri. A infiammare i cuori della Capitale sono due squadre che da sempre sono tra le più blasonate del Messico, ovvero Club América e Cruz Azul.
I primi a vedere la luce furono i gialloblu nel 1916 quando vennero fondati da dei ragazzi universitari e presero il nome di América proprio perché il giorno della fondazione era quello della scoperta del Nuovo Continente. Nonostante in futuro diverrà la squadra dell’intera America, fu avanguardista per essere diventata la prima ad accettare in rosa proprio giocatori messicani, dato che le altre squadre della Capitale puntavano sui pionieri stranieri di questo nuovo sport. I biancorossi invece presero vita soltanto undici anni dopo, quando la ditta di cemento Cruz Azul decise di creare la propria compagine. Una nascita quindi molto più popolare rispetto a quelli che diverranno i rivali storici e che per decenni non riuscì mai ad avere una rilevanza all’interno del calcio Tricolor. La Máquina cementera infatti non riuscì mai a imporsi ad alti livelli nei primi quarant’anni della sua nascita, dato che non c’erano grandi mezzi economici, e le squadre venivano costruite con gli scarti e le riserve delle altre compagini della Capitale. Nel 1964 però l’ungherese György Marik fu lo straordinario allenatore protagonista della prima promozione in prima divisione e da allora iniziò tutta un’altra storia.
Le due squadre di Città del Messico faticarono a imporsi nei loro primi anni perché anche il Club América dovette accontentarsi di svariati piazzamenti e qualche Coppa di Messico prima di laurearsi campione nel 1966. Il Cruz Azul pareggiò i conti già due anni dopo e negli anni ’70 iniziò il suo dominio che gli valse il soprannome di Máquina. Nel 1969 divenne la prima squadra della Capitale a vincere la Champions League del Nord America battendo in finale i guatemaliani del Comunicaciones diventando così tra le squadre più amate della nazione. Il dominio proseguì fino al 1971 e anche in patria la musica non cambiava. Nel 1977 però il Club América riuscì finalmente a laurearsi campione del Nord America contro il Robinhood di Suriname. I gialloblu hanno superato i rivali cittadini e con sette titoli a sei le due squadre rappresentano la vera e propria élite del calcio continentale. Con il nuovo millennio però il Sudamerica ha aperto le proprie porte ai club della Liga messicana e per due volte si sfiorò l’impresa. Nel 2001 il Cruz Azul dopo una straordinaria cavalcata, dove riuscì anche a umiliare per 3-0 il River Plate all’Azteca, arrivò in finale di Copa Libertadores contro il Boca Juniors. L’emozione giocò un brutto scherzo nella gara casalinga, ma alla Bombonera la Máquina riuscì nell’impresa di vincere per 0-1 portando la sfida ai calci di rigore dove però vinsero gli argentini. Il Club América invece ebbe la sua grande occasione nel 2007 quando disputò la finale di Copa Sudamericana contro l’Arsenal di Sarandí. Ancora una volta il mitico stadio delle finali mondiali del 1970 e del 1986 si rivelò sfavorevole alla squadra di casa che perse per 2-3, ma in Argentina tutto cambiò. Un autogol di Díaz e una rete di Silva sembravano ribaltare la situazione, ma a pochi minuti dalla fine fu Andrizzi a regalare il titolo ai rossocelesti grazie alla regola dei gol in trasferta. Il Pachuca, che vinse la Sudamericana nel 2006, resta quindi ancora l’unica messicana ad aver trionfato in un altro Continente.
La grande rivalità tra le due squadre si basa anche sulla disputa dello stadio Azteca. Le due infatti sono le uniche a potersi fregiare dell’onore di giocare in uno degli stadi più iconici al mondo, dato che il Pumas, l’altra grande della città, gioca all’Olímpico Universitario. Proprio con questi ultimi il Club América gioca il derby più antico della Capitale, ma i successi del Cruz Azul hanno spostato la rivalità dando vita dunque al Clásico Joven. La prima sfida storica avvenne il 30 agosto del 1964 e a trionfare per 2-1 furono a sorpresa i neopromossi biancorossi. Come detto a livello nordamericano sono le due squadre più vincenti, mentre a livello nazionale i gialloblu sono ben più avanti. I tredici titoli conquistati rappresentano un record nella Liga che permettono di staccare di una lunghezza gli acerrimi rivali del Chivas di Guadalajara, mentre il Cruz Azul è fermo a otto. Per quanto riguarda gli scontri diretti la situazione vede un enorme equilibrio con il pareggio che è il risultato più frequente, mentre per quanto riguarda le vittorie il Club América è leggermente in vantaggio con quarantanove successi a quarantasei. Il più grande protagonista di questa rivalità è il bomber biancorosso Francisco Palencia che con nove reti è il miglior marcatore del Clásico Joven.
Nel 2001 nacque la Barra Brava del Cruz Azul chiamata “La Sangre Azul” e rappresenta uno dei gruppi ultras più noti e grandi di tutto il Centro-Nord America. Con dichiarate tendenze politiche verso l’estrema sinistra trova grandi rivalità con le Barras del Club América formata dai “Ritual del Kaoz” e da “La Monumental 16“. Queste curve sono senza dubbio un fattore fondamentale per rendere infuocato il clima all’Azteca.
Due volti della stessa città, una rivalità storica che non tramonterà mai, perché a Città del Messico o sei un Americanistas o sei un Cementero.
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