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Derby del mondo: Barcellona-Espanyol

Barcellona, una città che incontra la cultura spagnola e quella della vicina Francia per elevare l’orgoglio catalano. Una regione da sempre molto indipendente, con forti contrasti con il Governo centrale a Madrid, ma che è sempre stata un punto determinante nella storia di Spagna. In molti vorrebbero l’indipendenza, per tanti altri invece il senso nazionalista è tale da rendere ancora più alto l’amore per la “España unida”. Ed è proprio da questi due modi di vivere la città che nasce anche nel mondo del calcio una delle rivalità più sentite e storiche, quella tra Barcellona ed Espanyol.

Le due squadre nacquero più o meno nello stesso periodo, ma furono i blaugrana i primi a vedere la luce nel 1899. Hans Gamper fu il fondatore, svizzero di Winterthur, che fu tra i primi grandi ambasciatori del calcio elvetico e la scelta dei colori rosso e blu dovrebbe essere un richiamo e una dedica al Basilea. Si trattava quindi di un gruppo di giocatori proveniente prevalentemente dall’estero, con svizzeri e inglesi che abbondavano, mentre i blanquiazules nacquero proprio con l’idea opposta. Vedendo la grande espansione del calcio anche in terra iberica nel 1900 alcuni studenti dell’Università di ingegneria decisero di fondare il loro sodalizio dove avrebbero potuto giocare solo spagnoli. Inizialmente la squadra si chiamò Sociedad Española de Football, ma già dall’anno seguente cambiò nominazione divenendo così Club Español de Football.
L’assenza del Barcellona dai tornei spagnoli dell’epoca portò a svariate conseguenze. Per prima cosa i blaugrana rappresentarono fin dai primi anni il simbolo della voglia di indipendenza della Catalogna. Una regione così lontana da Madrid e soprattutto da quel governo centralizzato che era di Miguel Primo de Rivera. La sede del Barça fu quindi uno dei posti dove venne fatta maggiore propaganda politica per influenzare la gente al desiderio di indipendenza e in moltissimi divennero tifosi blaugrana proprio per questo. I biancoblu però non erano assolutamente sulla stessa lunghezza d’onda, anzi per loro la Spagna unita era un motivo di vanto e di orgoglio e non furono pochi gli scontri tra le tifoserie già agli albori di questa rivalità. Il 22 dicembre del 1900 si giocò il primo derby di sempre, ma la maggiore esperienza dei calciatori del Barcellona fece sì che il risultato finale fosse un umiliante e insindacabile 7-0. Questa supremazia blaugrana sarà sempre una costante nella storia di questa rivalità. L’Espanyol infatti non ebbe mai dei periodi d’oro che gli permisero di competere ad alti livelli e le quattro vittorie in Copa del Rey restano gli unici successi del club. In campo continentale arrivarono però due enormi delusioni e la Coppa Uefa divenne maledetta. Nel 1988 arrivò in finale contro il Bayer Leverkusen e nella sfida di andata al Sarriá vinse per 3-0 ipotecando così il successo, ma in Germania tutto cambiò. I rossoneri fecero tre gol nel secondo tempo portando così la sfida ai calci di rigore e gli errori di Urquiaga, Zúñiga e Losada tolsero il sogno all’Espanyol di sentirsi superiore anche ai rivali storici. Infatti prima di quella stagione anche i blaugrana non avevano ottenuto grandi risultati in campo internazionale, con la vittoria di sole due Coppe delle Coppe e due brucianti e inattese sconfitte in finale di Coppa dei Campioni con il Benfica nel 1961 e con la Steaua Bucarest nel 1986. La Uefa dunque sarebbe stato il più grande trofeo mai vinto a Barcellona ma purtroppo i blanquiazules dovettero masticare amaro. Stessa sorte toccò nel 2007 quando nella finale tutta spagnola contro il Siviglia furono ancora i calci di rigore a fermare il sogno europeo dell’Espanyol. Il Barça invece è sempre stata una delle squadre più famose e gloriose al mondo ma nonostante gli acquisti di gente come Cruijff e Maradona non riuscì mai a diventare una forza dominante fino agli anni ’90. Proprio con l’olandese in panchina il Camp Nou divenne la terra del gran calcio e di una cultura fatta di possesso palla e passaggi brevi e nello stretto.

Gli scontri diretti sono ampiamente a vantaggio del Barcellona che solo nelle sfide in Liga è stato in grado di triplicare i successi rivali, novantanove a trentaquattro. L’Espanyol però è stato in grado di tendere dei tranelli di cattivo gusto ai cugini e il più memorabile fu senza dubbio quello del 2007. In piena lotta per il titolo contro il Real Madrid il Barça doveva assolutamente vincere il Derbi Barceloní. Alla penultima giornata i blancos andarono nella tana dell’insidiosissimo Saragozza dove pareggiarono per 3-3. Una vittoria avrebbe voluto dire sorpasso in classifica, ma Raúl Tamudo fu il grande protagonista. Il centravanti portò in vantaggio i suoi prima che il ventenne Lionel Messi non ribaltasse il risultato, anche con uno storico gol di mano, ma proprio sul più bello ecco ancora Tamudo battere Victor Valdés proprio al novantesimo. Il 2-2 finale fu una mazzata per la squadra di Rijkaard che perse così la Liga e per tutti quel derby sarà sempre il “Tamudazo“.
A livello di tifoseria quella del Barcellona ha dovuto vivere un cambio storico negli ultimi anni. Il Camp Nou è diventato più un posto per turisti e curiosi di vedere la squadra più iconica del millennio, mentre moltissimi catalani, scoraggiati dai prezzi elevatissimi, preferiscono vedere le partite nei pub. A contribuire a questo distaccamento dallo stadio c’è stato anche l’aver allontanato e bandito i Boixos Nos, storico e più importante gruppo ultras blaugrana. Nella curva dell’Espanyol invece è stato per anni centrale lo striscione delle Brigadas Blanquiazules e per chi ama l’atmosfera calda da stadio sarà sicuramente affascinato e colpito dal calore e dal tifo del Cornellá-El Prat.
Due volti della stessa città, una rivalità storica che non tramonterà mai, perché a Barcellona o sei un Blaugrana o sei un Blanquiazul.

Francesco Domenighini

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