Nicosia, Capitale di una delle più belle isole del Mediterraneo che dopo oltre sessant’anni di indipendenza non riesce ancora a oggi a essere unita e coesa. La città infatti, pur essendo la più importante di Cipro, è ancora oggi divisa dalla famosa “linea verde“, una recinzione che la divide tra la parte sud, con una grande influenza di stile e cultura greca, e quella Nord, che si è dichiarata Repubblica indipendente nonostante venga riconosciuta unicamente dalla Turchia. Con questi presupposti è normalmente che anche il calcio abbia delle divisioni importanti e oltre alla linea verde a dividere la Capitale c’è anche la passione e il tifo per le due più importanti squadre: l’Apoel e l’Omonia.
I primi a vedere la luce furono i gialloblu nel 1926 e inizialmente non vi erano poi così grosse ambizioni. Si trattava di un gruppo di amici che voleva poter dare alla comunità greca della città, ancora sotto l’influenza della Corona britannica, una società dove si potesse giocare liberamente a calcio. L’idea piacque moltissimo, tanto che il primo Presidente, Giorgios Poulias, si trovò d’innanzi una serie incredibile di atleti che volevano sposare la causa dell’allora solo Poel. Per aggiungere la A si dovettero infatti aspettare solo due anni, perché durante una trasferta in Egitto ci si accorse come la gente selenzionata non fosse solo molto brava a giocare a calcio, ma lo era anche nell’atletica leggera facendo così nascere anche quella sezione portando al definitivo nome di Apoel. La squadra divenne la più forte di tutta l’isola, riuscendo a vincere ben cinque campionati consecutivi, ma a alla fine della Seconda Guerra Mondiale nacquero enormi problemi interni. La Guerra civile greca aveva smosso il cuore di alcuni giocatori gialloblu che mandarono una lettera alla Federazione sportiva greca dal forte contenuto politico, violando così lo statuto del club e mandando su tutte le furie una buona parte della squadra. I calciatori contrari a quella lettera vennero allontanati definitivamente, ma non si diedero per vinti e così nel 1948 nacque ufficialmente l’Omonia.
I primi anni però furono molto complicati per i biancoverdi di Nicosia, dato che per ben cinque stagioni furono costretti a dover disputare un campionato amatori, assieme a poche altre compagini fino a quel momento rifiutate dalla massima serie cipriota a causa del fanatismo politico che stava imperversando sull’isola. Fortunatamente questa situazione cambiò nel 1953 quando ci fu la prima vera unità nazionale e il campionato poté così ricominciare con tutti i suoi effettivi. Nel dicembre di quello stesso anno si giocò quindi il primo storico “Derby degli eterni rivali” di sempre e la tensione in città era alle stelle e probabilmente questo bloccò anche il rendimento dei giocatori che finirono per annullarsi a vicenda concludendo con un misero 0-0. Se l’Apoel era stata la squadra capace di iniziare un lungo ciclo di vittorie durante l’indipendenza inglese, con la formazione del nuovo Stato ecco che fu l’Omonia a crearsi una sua fama e una storia importante, già dalla stagione 1960-61 dove vinse il suo primo titolo di campione. Il momento più grandioso risale però alla sua seconda metà degli anni ’70, quando infilò dal 1974 al 1979 uno straordinario filotto di ben sei campionati consecutivi, un record che è rimasto invariato fino al 2019. Il momento d’oro però dell’intero calcio cipriota è stato senza dubbio l’inizio degli anni ’10 del nuovo millennio, quando l’Apoel fu in grado di realizzare un’impresa storica nella Champions League 2011-12. Fino ad allora le squadre dell’isola non avevano avuto grande fortuna a livello europeo ed erano state molte di più le batoste rispetto ai momenti di gloria. Un’attenta e oculata strategia di convincimento da parte della società verso giocatori prevalentemente provenienti dal Sudamerica però fu decisiva per elevare il valore della squadra che iniziò un dominio incontrastato all’interno dei propri confini nazionali dove vinse ben otto titoli in nove anni. Nel 2011 era però arrivato solo il primo di quella serie e quando si ritrovò nel girone con Zenit, Porto e Shakhtar Donetsk, furono in pochi a dargli qualche speranza di passaggio del turno. I cipriota riuscirono però nell’impresa di passare il girone addirittura da primi in classifica e agli ottavi contro il Lione venne scritta un’altra pagina memorabile di storia. Dopo la sconfitta per 1-0 in Francia c’era grande speranza in vista del ritorno e lo Stadio Gsp era pieno come non mai per sostenere i Thrylos alla vittoria. Il gol di Manduca basta per mandare la sfida ai calci di rigore dove il grande protagonista è Chiotis che parando i rigori di Lacazette e Bastos contribuisce in maniera decisiva a un’incredibile qualificazione ai quarti di finale contro il Real Madrid. I Blancos si rivelarono di un’altra categoria ma da quel giorno i calcio cipriota non fu più lo stesso.
La storia di questo derby è ricchissima di scontri diretti e infatti le due si sono affrontate la bellezza di centottantacinque volte e il dominio è stato prevalentemente dell’Apoel che è stato in grado di battere i Vasílissa in ben settantuno occasioni contro le cinquantasette dei rivali. L’Omonia ha dalla dua però la più grande vittoria di sempre, uno 0-5 del 6 novembre 1988, risultato mai più ripetuto nella storia della stracittadina. Le tifoserie sono sicuramente le più accese di tutta la nazione e anche a livello continentale si sono distinte per il loro colore e il loro tifo. A sostenere i più antichi della città ci sono gli “Apoel Ultras“, mentre per i ribelli e più giovani c’è il “Gate Nine“.
Due volti della stessa città, una rivalità storica che non tramonterà mai, perché a Nicosia o sei un Thrylos o sei un Vasílissa.
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