Athletic Bilbao e Real Sociedad, di nuovo contro. Torna il “derbi vasco“, la partita più importante di una comunità che ha sempre fatto parlare di sé in Spagna, sia sul piano politico che su quello calcistico. E le due cose spesso hanno anche intrecciato le loro strade.
Il calcio basco è sempre stato una componente importante nella storia futbolistica spagnola e lo è tutt’ora: sono quattro le squadre di questa comunità nella Liga, solo Madrid ne ha altrettante mentre la Catalogna e l’Andalusia ne contano solamente tre. Merito della permanenza di Alavés ed Eibar ma soprattutto della grande tradizione di Athletic e Real Sociedad.
Giocano il derby più antico della storia della Liga. Sì, perché nel 1929, anno della prima storica edizione a girone unico della Primera División spagnola, le squadre provenivano solamente da Paesi Baschi, Catalogna e Madrid con la sola eccezione dei cantabri del Racing Santander. Le squadre erano solo dieci ma i derby erano tanti e il primo a giocarsi fu proprio quello tra Athletic Bilbao (che sarebbe più corretto chiamare Athletic Club) e Real Sociedad.
Lì cominciò la storia ufficiale del derbi vasco. Storia che in realtà aveva già parecchi precedenti nell’era amatoriale, quando la Real si chiamava ancora Vasconia Sporting Club.
Le due squadre hanno quindi sempre rappresentato il meglio del calcio basco e spesso anche dell’idea politica basca all’interno di una Spagna frazionata e spesso disunita. In questo caso l’episodio più famoso fu quello della Ikurriña: è il nome della bandiera basca, proibita dal governo spagnolo in un 1976 particolarmente significativo vista la morte nell’anno precedente di Francisco Franco. L’occasione ideale per una realtà come il Paese Basco di rivendicare la propria indipendenza: l’unica bandiera vietata delle comunità autonome spagnole era proprio la Ikurriña perché ritenuta una bandiera separatista e non una bandiera regionale. Era uno stendardo vietato che non si poteva esporre in pubblico ma Josean De la Hoz, giocatore della Real, la portò di nascosto all’interno della sua Fiat 128 per poi farla sfilare al momento dell’ingresso delle squadre in campo. Un episodio iconico dell’indipendentismo basco, sfociato dalla politica al calcio, ripetuto poi più e più volte nella storia di questa partita ma inevitabilmente legato sempre a ciò che accadde in quel pomeriggio allo stadio Atotxa.
E l’Atoxta è uno degli stadi abbandonati di questo derby. La sfida tra gulpuzcoanos e vizcaínos si è giocata per tanti anni in due stadi che non ci sono più, entrambi salutati con una vittoria della Real Sociedad. Infatti sia l’Atoxta che il vecchio San Mamés nel proprio ultimo derbi vasco hanno visto trionfare i Txuri-Urdin: nel 1993 l’ultima partita nello storico stadio di San Sebastián finì con il risultato di 1-0 mentre nel 2013, l’Athletic perse in casa per 3-1 prima di trasferirsi al nuovo San Mamés.
Lì si giocherà la partita di andata, all’Anoeta il ritorno. Ma storia e rivalità rimangono intatte. E a legare in maniera forte queste due squadre c’è anche una coincidenza storica molto interessante: tutte e due le squadre hanno vinto il loro ultimo campionato proprio nel derbi vasco, la Real nel 1982, l’Athletic due anni dopo nel 1984. Da allora non ci sono più riuscite: forse perché era più bello così, vincere derby e campionato lo stesso giorno e lasciare quelle imprese nella storia.
Anche perché oggi le due squadre non possono puntare così in alto: si sono affrontate nei primi quattro posti solo due volte negli ultimi venti anni e anche oggi le ambizioni sembrano piuttosto modeste. Ma forse ai baschi va bene così, perché al di là della classifica questa partita ha sempre un forte significato per tutto il loro popolo.
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