L’Atalanta cala il settebello, abbellita da un De Ketelaere in formato monstre. Settima vittoria consecutiva, tre in altrettante trasferte in Champions League, per la Dea che vince a mani basse a Berna in casa dello Young Boys. Non era un avversario irresistibile, ma la prestazione dell’undici di Gasperini è più che confortante,
A Berna è stata la notte da sogno e d record di De Ketelaere: mai nessuno come lui in Europa con una squadra italiana. Il belga ha lasciato il segno nei cinque gol dell’Atalanta. Alla doppietta ha aggiunto anche tre assist. Al netto dei numeri, stupisce la personalità. De Ketelaere si dimostra un regista offensivo a tutto tondo: salta l’uomo, fornisce l’assist, conclude e segna. E si fa trovare sempre al posto e al momento giusto, allo stesso modo come riesce a servire i compagni. Ogni pallone che tocca, ha i giri giusti. Ricorda molto da vicino un connazionale, l’unico che, in questo 2024, è stato più decisivo nell’ultimo passaggio. È Kevin De Bruyne, che ha collezionato 16 assist. La sensazione, però, è che CDK abbia messo la freccia per operare il sorpasso.
La crescita di De Ketelaere è straordinaria: lasciato andare dal Milan con la scomoda etichetta di “giocatorino”, quello che era stato presentato come la versione belga di Kaka si è svelato a Bergamo. Ennesimo miracolo di Gasperini che ha trasformato un calciatore raffinato ma deboluccio in un tuttocampista incisivo, devoto alle idee di calcio del suo tecnico. De Ketelaere non aspetta più il pallone, ma lo riceve e lo controlla attaccando il campo in verticale. Il passaggio da fine trequartista a incursore d’assalto non è una novità. Gasperini ha raccolto dalla fila dei calciatori incompiuti Papu Gomez, Ilicic e Koopmeiners, studiando per ciascuno di loro la collocazione e i movimenti ideali per renderli incidenti oltre che eleganti. De Katelaere ha avuto l’umiltà e l’intelligenza di mettersi a disposizione, sostituendo il pennello con il martello pneumatico. Prima disegnava calcio, ora è in grado di rompere qualsiasi linea difensiva.
La crescita di CDK è direttamente proporzionale a quella dell’Atalanta. Intesa anche come ambizioni. Senza particolari proclami, ma sostenuta da risultati e vittorie, la Dea è ormai una realtà consolidata del calcio italiano ed è vissuta come punto di arrivo o di passaggio necessario per migliorarsi agli occhi di qualsiasi calciatore. La vittoria in Europa League ha alimentato la consapevolezza e autostima, mutato l’atteggiamento. L’Atalanta va in campo per giocare contro chiunque, anche con il Real Madrid, fissandolo negli occhi. La sensazione lasciata in eredita dalla notte di Berna è che l’Atalanta sia ancora lontana dall’aver raggiunto i propri limiti e non ne abbia nel porsi obiettivi, in serie A e in Europa.
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