Torniamo a occuparci nuovamente di Eredivisie e analizziamo una di quelle formazioni molto rinomate nei Paesi Bassi, ma che non fa parte delle tre big: il De Graafschap. La società olandese non è tra quelle che sono ai vertici della classifica, anzi è il classico club che ondeggia tra Eerste Divisie e l’Eredivisie. Lo scorso anno arrivò sesta e meritò la promozione nel massimo campionato olandese tramite i playoff, ma le difficoltà sono state maggiori del previsto ed ora la società si trova in ultima posizione con appena 8 punti in 18 gare. In Serie A, al giro di boa, un punteggio del genere è al 90% retrocessione matematica. In Olanda, le speranze di salvezza ci sono ancora e basterebbe arrivare penultimi.
In Eredivisie retrocede direttamente in Eerste Divisie solo l’ultima qualificata (18° posto), mentre chi arriva 1°, nella prima divisione, viene automaticamente promosso. Il 16° e il 17° qualificato si andranno a giocare i playoff di promozione e retrocessione. I play off consistono in 2 gruppi di 5 squadre: ogni gruppo ha all’interno una squadra di Eredivisie e 4 di Eerste Divisie. I club, che a fine stagione di prima divisione, si troveranno dal 2° al 5° posto accederanno direttamente alle semifinali, mentre chi si troverà tra il 6° e il 9° partirà dai quarti di finale. I vincinti dei due gruppi potranno guadagnarsi la promozione o la permanenza nella massima serie.
Un meccanismo un po’ complicato, ma che rende i due principali campionati olandesi degni di essere giocati fino all’ultima gara, proprio perché le possibilità restano aperte fino all’ultimo punti a disposizione.
Il De Graafschap negli ultimi anni ha ondeggiato molto tra prima divisione ed Eredivisie. Il maggior periodo nella massima serie olandese è di 9 anni (tra il 1995 e il 2003) poi, periodicamente, con la quasi costante cadenza di 2 anni, è sempre stata retrocessa e poi nuovamente promossa. Quest’anno ha pagato il salto prematuro e la conferma, da parte della presidenza, di buona parte della rosa senza innesti di vero valore. Sono stati totalizzi solo 8 punti in 18 partite (2 vittorie, 2 pareggi e 14 sconfitte). La difesa, paradossalmente, non è la peggiore del campionato anche se ha incassato 39 reti (2,1 di media a gara), mentre l’attacco risulta un po’ sterile con 17 reti (0,9 a gara), secondo solo a quello del Roda con 14. Le sensazioni non sono al momento positive e il De Graafschap dovrà sudare fino all’ultimo minuto per guadagnarsela. Basterebbe conquistare 6 punti e superare il Cambuur, penultimo a 13, per tentare la sorte dei playoff. Il mercato ha portato nomi importanti, ma che non hanno alzato di molto il livello della rosa. Tra i tanti calciatori di spessori abbiamo: l’attaccante Kabasele dall’Anderlecht, Quekel dal Den Bosch e centrocampista Driver dall’Aberdeen. Tre nomi importanti per il De Graafschap che dal 1990 ha totalizzato 6 promozioni e 5 retrocessioni. I neo acquisti non hanno inciso con la giusta convinzione e sono affondati insieme a tutta la squadra. Il capocannoniere della formazione resta Peters con 3 reti. C’è ancora tanta strada da fare e un girone di ritorno da sfruttare a pieno. Proprio per questo motivo, a differenza di un campionato italiano più selettivo ma meno appassionante, l’Eredivisie lascia con il fiato sospeso fino all’ultimo minuto del torneo, dando speranze anche a chi risulterebbe già spacciato. Il De Graafschap non è del tutto condannato.
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