David De Gea, chi si rivede. Il portiere spagnolo vive una serata indimenticabile contro il Milan, neutralizzando due tiri dal dischetto. L’estremo difensore ha ipnotizzato prima Theo Hernandez e poi Tammy Abraham.
Al netto della serata magica vissuta contro il Milan, è innegabile che a Firenze De Gea abbia scoperto una seconda e soddisfacente giovinezza. È tornato a parare anche i calci di rigore, non esattamente una caratteristica del pur notevole bagaglio tecnico del portiere spagnolo che in carriera, prima della notte del Franchi, aveva parato solo due tiri dal dischetto su 74. L’ultimo, a Mitrovic, in Premier League. Abbastanza (poco) per essere inviso ai tifosi del Manchester United, dove gli hanno imputato, anche ingenerosamente, la sconfitta ai calci di rigore nella finale di Europa League contro il Villarreal. Storia del 2021, ma inizio della fine dell’esperienza con i Red Devils, chiusa a giugno del 2023, quando De Gea si è preso un anno sabbatico prima di decidere di tornare in grande stile a Firenze. Con la maglia viola ha firmato un contratto che lo lega alla società gigliata sino a giugno 2025, ma con l’opzione per un altro anno. Tutto sommato, uno scenario tutt’altro che improbabile. Anzi, alla luce delle ultime prestazioni, quanto mai plausibile. Anche perché De Gea ha voluto fortemente la Viola.
La Fiorentina e Firenze non rappresentano una scelta casuale per De Gea. Dopo 12 anni spesi in Inghilterra e 545 presenze con la maglia del Manchester United il portiere si è trovato davanti alla classica scelta di vita. Lasciare il grande calcio e proseguire la carriera a latitudini meno impegnative ma maggiormente remunerative, oppure mettersi in discussione. E ha scelto la seconda opzione. De Gea ha rifiutato di giocare in Arabia Saudita e preferito restare un anno senza squadra, pur di avere un’occasione importante. Ha scelto Firenze e la Fiorentina perché considerata quanto mai sfidante per dimostrare di essere ancora ad alti livelli. Palladino ha accettato il rischio tutto sommato calcolato, considerando che fra i pali aveva già un estremo difensore più che affidabile come Terracciano. Situazione che è andata benissimo anche a De Gea, ben consapevole di avere alle spalle, o di fianco, un collega che possa farlo rifiatare. Sinora il tecnico lo ha alternato, utilizzando l’italiano in campionato e lo spagnolo come portiere di Coppa e ha promesso di chiarire le gerarchie dopo la sosta della nazionale e la sensazione è che a prescindere dalla scelta De Gea abbia vinto la propria scommessa.
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