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DAZN vuole i nomi e i cognomi di chi ha usato il pezzotto: ecco cosa si rischia

DAZN ha deciso di adottare misure drastiche nei confronti di coloro che hanno usufruito di servizi di streaming illegali, noti comunemente come “pezzotto”

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Ansa foto

La battaglia contro la pirateria televisiva sta vivendo un momento cruciale, con DAZN in prima linea. L’emittente digitale ha deciso di adottare misure drastiche nei confronti di coloro che hanno usufruito di servizi di streaming illegali, noti comunemente come “pezzotto”. Questa iniziativa segue un’inchiesta condotta dalla Procura di Catania, che ha recentemente smantellato una rete di oltre 2500 canali pirata. L’operazione, denominata “Taken Down”, ha portato alla luce una complessa organizzazione che ha messo a disposizione degli utenti contenuti protetti da diritti d’autore, danneggiando in modo significativo l’industria dello sport e dei diritti televisivi.

DAZN ha annunciato che intende costituirsi parte civile nel processo penale derivante da questa operazione. Ciò significa che l’azienda non solo cercherà di recuperare i danni economici subiti, ma vorrà anche punire coloro che hanno scelto di utilizzare il pezzotto per accedere a eventi sportivi senza pagare un regolare abbonamento. L’amministratore delegato della Lega Serie A, Luigi De Siervo, ha enfatizzato l’importanza di trattare il furto di contenuti sportivi come un reato grave, paragonabile ad altri tipi di furto. Le sue parole risuonano come un avvertimento chiaro: “Rubare una partita è grave quanto un altro furto”.

Un cambio di strategia contro il “pezzotto”

L’azione di DAZN non si limiterà a perseguire i gestori delle reti pirata, ma si estenderà anche agli utenti. L’azienda sta già lavorando con i legali per ottenere i nomi e i dati degli abbonati illeciti, attraverso le autorità giudiziarie di Catania. Se questa strategia dovesse avere successo, potrebbe segnare un cambiamento radicale nel modo in cui vengono affrontati i reati legati alla pirateria. La prospettiva di multe per gli utenti che hanno usufruito di contenuti senza un regolare abbonamento potrebbe eliminare quella sensazione di impunità che ha caratterizzato il fenomeno fino ad oggi.

L’entità del problema in Italia

Le stime indicano che circa 2,2 milioni di italiani potrebbero essere coinvolti nell’utilizzo del pezzotto, rappresentando circa il 10% degli utenti europei identificati dalla procura. Questo dato mette in luce l’entità del problema e il suo impatto sull’industria dello sport. Le sanzioni previste per gli utenti illeciti variano da un minimo di 150 euro fino a un massimo di 5000 euro. Se gli sforzi di DAZN e delle autorità dovessero risultare efficaci, il bilancio per lo Stato potrebbe variare da 330 milioni fino a 11 miliardi di euro in caso di massimo ammenda applicata. Queste cifre evidenziano non solo il danno economico causato dalla pirateria, ma anche il potenziale di recupero che potrebbe derivarne.

Collaborazione tra DAZN, Sky e Lega

La Guardia di Finanza ha già annunciato la sua disponibilità a intervenire e a comminare sanzioni agli utenti illeciti, seguendo le indicazioni della legge. Questo intervento non è solo una reazione alle recenti operazioni contro la pirateria, ma rappresenta anche un impegno a lungo termine per proteggere i diritti di proprietà intellettuale nel settore dei contenuti digitali. La collaborazione tra DAZN, Sky e la Lega Calcio si configura come un fronte unito contro la pirateria, dimostrando che l’industria sportiva è determinata a difendere i propri diritti e investimenti.

È importante notare che la pirateria non danneggia solo le aziende che producono contenuti, ma ha anche ripercussioni sul mercato del lavoro. L’industria dello sport genera migliaia di posti di lavoro e investimenti significativi, e la pirateria compromette la capacità di queste aziende di sostenere e sviluppare tali opportunità. La lotta contro il pezzotto, quindi, non è solo una questione di diritti d’autore, ma anche di sostenibilità economica per l’intero settore.

Riflessioni sul futuro dei servizi di streaming come DAZN

Allo stesso tempo, la questione del pezzotto solleva interrogativi più ampi sul futuro dei servizi di streaming e sull’accessibilità dei contenuti sportivi. Molti utenti si rivolgono a queste soluzioni illegali in risposta a prezzi di abbonamento considerati troppo elevati o a una mancanza di offerte adeguate. Questo scenario invita a una riflessione su come le aziende del settore possano rivedere le loro politiche di pricing e le strategie di distribuzione per attrarre e mantenere i propri clienti, evitando così che ricorrano a soluzioni illecite.

In conclusione, è evidente che la lotta contro la pirateria, in particolare contro il pezzotto, è destinata a intensificarsi. DAZN, con la sua iniziativa di identificare e perseguitare gli utenti illeciti, sta lanciando un chiaro messaggio: chi sfrutta contenuti senza pagare dovrà affrontare conseguenze legali. La questione è complessa e sfida non solo le aziende, ma anche le istituzioni e gli utenti a riflettere su un tema che, nel mondo digitale, è sempre più attuale.

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