Al momento del gol di Morata contro la Svezia, dalla panchina della Spagna è partita un’esultanza fuori dal comune: Luis Enrique ha abbracciato tutto il suo staff, che è schizzato in piedi una volta compreso che l’attaccante della Juventus per una volta aveva segnato in posizione regolare. Quell’esultanza fa capire la difficoltà e la sofferenza di questa qualificazione della Spagna, mai completamente padrona del proprio destino e fortemente aiutata dal KO a sorpresa della Svezia con la Georgia. Ma in questo cammino ci sono due incontri chiave in cui il comune denominatore è stato Dani Olmo.
Abbiamo citato la Georgia ed è proprio lì che va riportata l’attenzione: la nazionale caucasica ha disputato un dignitosissimo girone in cui ha ottenuto 7 punti e dato comunque fastidio anche nelle partite in cui ha perso. In particolare la sfida contro la Spagna disputata nello scorso marzo è diventata uno dei momenti di svolta del cammino della Roja: la squadra di Luis Enrique aveva vissuto un pomeriggio difficilissimo a Tbilisi e sul punteggio di 1-1 all’ultimo minuto si era aggrappata a un grandissimo gol da fuori area che ha evitato un passo falso pesantissimo nell’ottica di un lungo testa a testa con la Svezia. L’autore di quel gol? Esattamente Dani Olmo. Gran tiro da fuori per 3 punti che poi hanno sbloccato una nazionale rinsavita da lì all’Europeo.
Quel tiro è stato un flashback anche nella notte di Siviglia: stavolta non è entrato, ma il risultato è lo stesso. Identica posizione, identica coordinazione: palla sulla traversa stavolta, ma che sul rimpallo diventa buona per Morata, poi capace di mettere in porta il più facile dei tap-in con Olsen già sdraiato. Due lampi tecnici che hanno portato a due vittorie chiave: una che ha sbloccato la nazionale, l’altra che ha certificato la qualificazione, ancora in bilico visto che se la Svezia avesse segnato, la Spagna sarebbe finita agli spareggio.
Dani Olmo in questo corso doveva essere una spola tra l’under e la maggiore, almeno fino alle Olimpiadi quando avrebbe terminato il suo percorso in quota con le nazionali giovanili, e invece è diventato uomo chiave per Luis Enrique a partire da quella partita con la Georgia, fino a segnare il momento decisivo nello spareggio anticipato con la Svezia. E pensare che avrebbe potuto persino giocare con la Croazia, ma il calcio spagnolo si è accorto in tempo di non poter perdere un talento così.
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