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Il San Paolo e la maglia numero 10: l’ultima trasformazione di Dani Alves

Vincere aiuta a vincere. O forse aiuta anche a non voler smettere di vincere. Le motivazioni della carriera di Dani Alves possono essere state queste a lungo, anche se, dopo l’ennesimo successo in carriera, quello più speciale da capitano del Brasile in Copa América, al desiderio di allargare un palmarès già da record si è aggiunto anche il richiamo del cuore.

Sono 43 i titoli conquistati in carriera, nessun calciatore ha fatto meglio di lui. Ecco perché si pensava che dopo aver sposato consecutivamente le cause di Barcellona, Juventus e PSG, il suo futuro potesse essere ancora in un club che parte favorito a inizio stagione.

E invece Dani Alves ha scelto il San Paolo, replicando quanto già visto con il trasferimento di Filipe Luis al Flamengo qualche giorno fa. Così come l’ex Atlético era un tifoso del Fla nato in terra catarinense, Alves ha sempre dichiarato il suo amore per il San Paolo pur essendo nato a Bahia, molto distante dalla capitale paulista. Addirittura nel 2009, nel primo strepitoso anno del Barça di Guardiola, disse che sarebbe stato per lui un sogno entrare al Morumbi con la maglia tricolor.

Nel video di ufficializzazione dell’acquisto parla invece di Clube de coração, la squadra del cuore, come se la distanza geografica non fosse mai stata un fattore. Non aveva mai giocato per il San Paolo, passando dal Bahia direttamente al Siviglia per cominciare la sua meravigliosa carriera in Europa: ecco perché a 36 anni e con ogni tipo di soddisfazione alle spalle, la scelta appare molto più logica.

In questi anni lo abbiamo visto fare la differenza in più ruoli del campo: principalmente da terzino destro sì, ma ha ben figurato anche da esterno a tutta fascia, da esterno alto e persino da centrocampista nel suo ultimo anno al Psg. Al San Paolo chissà, potrebbe ancora reinventarsi: vestirà la maglia numero 10 e conoscendo la personalità del calciatore, non è da escludere che voglia essere un 10 a tutti gli effetti.

Durante la Copa América scorsa giocata in casa, aveva già posato con la maglia Tricolor assieme a Raí, ex leggenda paulista Campione del Mondo col Brasile a Usa ’94. Una coincidenza oppure un’anticipazione mal interpretata: di sbagliato c’era solo il numero, che era il 13, ma poco importa, anche perché Dani Alves è uno che ha abituato tutti a cambiare di continuo.

Ora l’ennesima occasione di portare a casa un trofeo: più complicata come avventura rispetto alle ultime, ma sicuramente più sentita e affascinante. Perché anche per un campione come lui, il calciatore più titolato di sempre, giocare per il Clube do coração è la più grande delle emozioni.

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Simone Gamberini

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