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Da Vinicius a Malcom: il Clásico dei brasiliani

Tre promozioni, una sospensione e una severa bocciatura: il Clásico è materia nuova per molti dei brasiliani di Barcellona e Madrid che si sono cimentati in questa andata di Copa del Rey con la partita tra club più prestigiosa al mondo. Per alcuni era addirittura il primo Barça-Real della propria carriera e a sorprendere è stato il fatto che il peggiore tra tutti i verdeoro blaugrana in campo sia stato quello con più esperienza in materia, ossia Coutinho,

Non è il suo miglior momento ma probabilmente non è neanche il suo Barcellona. Perché con l’assenza di Messi dalla formazione titolare ci si aspettava qualcosa dall’ex Liverpool, soprattutto dopo che i fari delle critiche erano stati puntati su di lui: e invece niente, nessuna reazione, qualche dribbling azzeccato ma a 50 metri dalla porta e tantissimi errori di scelta. Troppo poco per lasciare soddisfatto il pubblico del Camp Nou, abbastanza invece per essere scelto come calciatore da sostituire per lasciare spazio a Messi, prima che il Clásico diventasse realmente un’altra partita.

Poco da fare, la sostanza ancora non gli appartiene del tutto in questa esperienza al Barcellona. Sostanza che invece fa parte del DNA di Arthur, probabilmente il migliore in campo: palloni recuperati, passaggi di grande raffinatezza, temperamento di chi sembra giocare questo calcio da una vita e che invece è al suo secondo Clásico in carriera e gioca in Europa da appena sei mesi. Arthur è dominante, pronto a diventare uno dei riferimenti assoluti nel suo ruolo sia per la nazionale che per il calcio mondiale.

Tutta un’altra stoffa, quella necessaria per fare la differenza al Barça. Quella che sembrava non avere Malcom dopo il gol divorato nel faccia a faccia con Navas, ma che ha dimostrato di tenere nascosta col passare dei minuti quando invece di essere abbattuto dagli eventi ha saputo prendersi la scena, arrivando anche a segnare il gol che tiene viva questa qualificazione. Malcom c’è, ma c’è anche Vinicius, soprattutto nel primo tempo: ne ha da maturare questo ragazzo ma il suo cambio di passo è impressionante. Ha sbagliato più volte la scelta nelle situazioni decisive e ha qualche colpa se il Real non ha capitalizzato le occasioni per fare lo 0-2, ma a un diciottenne si può perdonare, soprattutto se scatena il panico in questo modo al suo primo Clásico in carriera.

Chi ne ha giocati tanti di Barça-Real in carriera è Marcelo, ancora lontano dalla sua miglior versione. Al momento non regge il confronto con Jordi Alba, troppo più forte e a tratti davvero incontenibile quando sale, seppur non perfetto nella chiusura su Benzema sul gol dello 0-1. Il vero Marcelo tornerà, per ora lo si vede arrancare su Malcom ma con qualche squillo di grande tecnica e con altri due Clásico da giocare nel giro di poche settimane.

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