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Il curioso caso dell’uragano Kane

“Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c’è dubbio… ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato”- Kafka sulla spiaggia, Murakami Haruki

È con la frase più bella di uno dei miei autori preferiti che mi piace descrivere la folle stagione di Harry Kane, il giovane bomber del Tottenham che ancora una volta ha conquistato il grandino più alto del podio della classifica dei marcatori in Premier League. 29 reti messe a segno, quasi normalità per un centravanti così devoto al gol, ma che assumono un sapore epico osservando attentamente il trascorso di Kane.

In una stagione apparentemente ordinaria, in cui il Tottenham continuava a lottare per sbaragliare la concorrenza delle avversarie e coronare nel migliore dei modi il progetto di crescita messo in atto da Pochettino, il giovane Harry ha dovuto fare i conti con un evento per nulla tenuto in considerazione: la vittoria contro il Sunderland ha regalato a Kane non soltanto i tre punti, ma anche un brutto e doloroso infortunio alla caviglia che lo ha tenuto fuori dal campo per poco più di un mese.

Cinque partite in tutto, in cui sono comunque arrivate due vittorie e tre pareggi: il cammino degli Spurs non è stato seriamente compromesso, vista la buona dose di sostituti che hanno portato al termine nel migliore dei modi la propria missione, ma la stagione del bomber appariva in bilico. Kane però è riuscito a rialzare caparbiamente la testa e dall’alto dei suoi 188 centimetri ha nuovamente guardato tutti con aria di sfida, facendo ricredere ancora una volta i suoi detrattori con cinque reti in sette partite, niente male per un giocatore ancora in fase di recupero.

Il Tottenham vola, Kane stupisce: all’inizio del mese di marzo sono ben 19 le reti messe a segno da Harry, tornato ad essere la macchina perfetta ed inarrestabile che in giovane età aveva conquistato tutta l’Inghilterra. Non tutte le favole però hanno un lieto fine e, in una stagione già decisamente sfortunata, il destino mischia ancora una volta le carte per rimettere alla prova l’attaccante inglese: durante il match di FA Cup contro il Millwall la caviglia di Kane torna a far male, proprio come pochi mesi prima.

Stagione finita ormai, penserete tutti.  E invece no: in meno di un mese Harry si rimette in piedi, come un eroe d’altri tempi pronto a sguainare la sua spada per sfidare il nemico, per dimostrare a quel destino infelice che talento, determinazione e coraggio sono un mix letale per ogni sfortuna, gli ingredienti essenziali per chi punta a conquistare con la forza un posto nella storia.

Il finale di stagione sembra  essere uscito direttamente dalla pregiata penna di J.R.R. Tolkien: il giovane Kane alla fine non riuscirà a superare il Chelsea, troppo forte e già proiettato a gran velocità verso la conquista di un titolo che merita di essere raccontato con toni altrettanto epici, ma sarà capace di sbalordire tutti ancora una volta con dieci reti in appena otto partite, sette delle quali messe a segno nelle ultime due giornate, in cui le malcapitate Leicester e Hull City hanno dovuto sentire sulla propria pelle i brividi di un uragano nel pieno della sua potenza.

La tempesta si è placata ma gli strascichi che ha portato con sé sono a dir poco devastanti: ad appena 23 anni Harry Kane ha segnato ben cinque triplette in Premier League, più di Cristiano Ronaldo, Dennis Bergkamp, Gianfranco Zola, Diego Costa ed Eric Cantona messi insieme, un numero infinitamente grande per un ragazzo dagli ancora ampi margini di crescita.

È salito sul podio sbaragliando la concorrenza di gente ben più navigata come Sanchez, Aguero ed Ibrahimovic ed ora stinge fra le mani l’ambita scarpetta d’oro, la seconda conquistata in appena due stagioni: attenzione signori, l’uragano Kane è in forte crescita, pronto a devastare ancora una volta tutta l’Inghilterra.

Ada Cotugno

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