L’Italia si gioca la qualificazione agli ottavi di finale di Euro 2024 contro il peggior avversario possibile. La Croazia, mai battuta nelle competizioni internazionali: sconfitta 1-2 ai Mondiali del 2002, 1-1 negli Europei 2012. Non è andata meglio nelle qualificazioni: doppio 1-1 nella marcia di avvicinamento a Euro 2016, 1-1 e 1-2 in quella del 1996.
Analizzando i primi 180’ di gioco della Croazia, i pregi e i difetti della nazionale balcanica sono a centrocampo. I “tre tenori”, al secolo Kovacic, Brozovic e Modric, non possono coesistere. Hanno sofferto terribilmente, esattamente come l’Italia, il palleggio della Spagna, ma sono andati in difficoltà anche contro l’Albania. A pagarne le spese è stata anche la difesa che non ha comunque la stessa solidità di quella azzurra. La Croazia subisce gol con regolarità e non riesce a limitare i danni quando non è in possesso di palla. Lì dietro Gvardiol in mezzo ha dei limiti, esattamente come Sutalo. Dalic, esattamente come Spalletti, cambierà. A pagare, forse Perisic, ma il ct croato andrà sino in fondo con chi l’ha portato sin qui. Dunque sì a Brozovic e con ogni probabilità spazio a Sucic, talento 21 enne che ha restituito brillantezza ai croati nel secondo tempo contro l’Albania e alla freschezza di Mario Pasalic, ben noto agli azzurri.
Resta da capire quale sarà l’Italia che scenderà in campo. Non come uomini, ma per atteggiamento. Quella vista contro la Spagna ha poche possibilità contro chiunque. Spalletti non rinuncerà alle geometrie ma questa volta aggiungerà muscoli al palleggio in una partita che con ogni probabilità richiederà più colpi da sciabola che di fioretto. Ecco perché la scelta di lasciare fuori Pellegrini e Scamacca, a beneficio di Cristante e Retegui, ha un senso. Barella agirà qualche metro più avanti alternandosi con Cristante che ha comunque un passato e un presente importante come incursore e realizzatore (specialmente sulle palle inattive). Retegui non è uno spaccaporte, ma lo Scamacca visto contro la Spagna non ha nelle corde il gioco di Spalletti, dove il centravanti deve sdoppiarsi nel ruolo di attaccante e regista offensivo. A Raspadori, il CT ha preferito, almeno dall’inizio, il genoano. Dunque chili e centimetri per contrastare una Croazia che non dà la sensazione di essere quella del 2018 e del 2022, ma è comunque un avversario scomodo. Fra l’altro, esattamente come l’Italia, quando è spalle al muro, trova sempre il guizzo necessario per tirarsi fuori dai guai. Euro 2024 è l’ultima occasione per una generazione straordinaria: occhio ai colpi di coda. Potrebbero fare malissimo.
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