Calcio

Cristante e Dovbyk, le due anime della nuova Roma

La Roma riparte con un pareggio in Europa League: l’1-1 maturato contro il Bilbao lascia in eredità la sensazione che Juric, al netto di un gioco dispendioso che ha presentato il conto nel secondo tempo della sfida contro i baschi, possa comunque recuperare e restituire alla Roma diversi elementi, in primis Dovbyk e Cristante.

Cristante, sostanza e semplicità in mezzo al campo

Bryan Cristante è stato uno dei calciatori maggiormente messi in discussione dopo l’addio traumatico di Daniele De Rossi. Ha pagato le voci legate al diverbio e un feeling mai davvero sbocciato con la tifoseria. Eppure, al netto delle critiche e dei fischi che lo stanno accompagnando, Cristante si è messo a disposizione guadagnandosi la fiducia del nuovo allenatore e prendendosi in mano le chiavi del centrocampo. In una squadra che predilige, adesso, gli uno contro uno a tutto campo e una costruzione di gioco meno elaborata e più immediata, il ragazzo che non brilla per rapidità ma ha ottime geometrie e senso della posizione e di capacità di interporsi fra le linee, è tornato a un livello più che accettabile.

Juric non gli chiede la luna. Ogni squadra ha bisogno di un centrocampista in grado di semplificare e in questo senso Cristante può recitare un ruolo importante sia da frangiflutti davanti la difesa sia come costruttore di gioco specialmente se ha accanto calciatori che accompagnano l’azione e propongono due o tre soluzioni di passaggio a una distanza ragionevole.

Dovbyk, confidenza e fiducia

Immagine | Ansa

Anche Dovbyk si sta giovando del gioco di Juric. In una squadra che non cerca il possesso in attesa dell’imbucata ma riesce a riconquistare palla nella metà campo avversaria e comunque cerca sempre il cross o la verticalizzazione, l’attaccante ucraino ha maggiori possibilità di attaccare lo spazio. Il gol contro l’Udinese è arrivato da un passaggio in profondità, quello contro l’Athletic è invece figlio di un’azione manovrata ma anche piuttosto veloce con la possibilità di sfruttare il piede, molto educato, di Angelino che raramente mette in mezzo all’area di rigore un pallone impreciso.

Il 4-3-2-1 o il 3-5-2 esalta le caratteristiche di un attaccante che per rendere al massimo deve comunque essere inserito in un contesto funzionale alle sue caratteristiche. Per essere chiari: Dovbyk non è un centravanti che riesce a inventarsi il gol, ma ha bisogno di rifornimenti. E se arrivano con continuità, li sfrutta a pieno. In questa Roma ha preso immediatamente confidenza con il nuovo modulo e, trovando il gol, anche la fiducia necessaria. Con queste premesse non è difficile immaginare che possa raggiungere presto e anche abbastanza facilmente la doppia cifra.

 

 

 

Pasquale Luigi Pellicone

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