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Cosa ci ha detto la vittoria dell’Italia

La Spagna aveva restituito all’Italia il sapore della sconfitta. Un passo falso, dopo trentasette risultati utili consecutivi, che aveva subito portato polemiche e critiche nei confronti di una nazionale capace di farci vivere tre anni da sogno suggellati con la vittoria dell’europeo. Oggi, a Torino, gli azzurri si giocavano la finale terzo/quarto posto della Nations League contro il Belgio in un match importante per due motivi. Bisognava subito ripartire dopo la sconfitta contro la Roja e soprattutto servivano punti preziosi per il ranking in vista del prossimo mondiale. Esattamente come la sera del due luglio, nei quarti di finale, i ragazzi di Mancini si sono imposti due a uno con le reti di Barella (a cui il Belgio porta piuttosto bene) e Berardi. Ora testa a novembre dove l’Italia si giocherà la qualificazione a Qatar 2022 con la consapevolezza di avere una nazionale pronta ad essere protagonista

Italia, bene le alternative

Era una gara fondamentale per il ranking e per quelle alternative che dovranno essere titolari aggiunti. Partendo dalla difesa sono arrivate buone notizie da Bastoni e Acerbi; il Belgio non aveva a disposizione Lukaku ma i due centrali si sono disimpegnati contro un attacco di tutto rispetto come quello a disposizione di Martínez. Bene soprattutto il centrale dell’Inter che ha riscattato la brutta prestazione fornita in semifinale. In mezzo al campo, senza Verratti e Jorginho, serviva trovare i giusti sincronismi; dopo l’inizio di alti e bassi la qualità di Pellegrini e l’intelligenza tattica di Locatelli hanno preso per mano il centrocampo azzurro.
Passando all’attacco gli occhi erano puntati su Raspadori e Kean; probabilmente la sufficienza se la prende il centravanti della Juventus ma entrambi devono ancora crescere se vogliono far parte della prossima spedizione mondiale.
Buona dunque la prestazione dell’Italia che dimostra come questa nazionale sia tutt’altro che in un momento di flessione.

Belgio, altra delusione

Sul Belgio poco da dire; la generazione d’oro di Martínez (“questi ragazzi sentono il peso di dover vincere un trofeo“) chiudono la Nations League al quarto posto. Ennesima delusione di una nazionale che ora rischia anche il primo posto nel ranking.

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