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Alla scoperta della Midnattsolscupen

In svedese si chiama Midnattsolscupen. In finlandese risulta ben più illeggibile (Keskiyön auringon cup) ma si tratta sempre dello stesso torneo, la Coppa del sole di mezzanotte. Innegabile il fascino del fenomeno astronomico, un tramonto così lungo da estendersi fino all’alba colorando di tonalità giallo-rossastre un cielo illuminato per almeno 24 ore di fila, toccando picchi incredibili nella regione norvegese dello Svalbard, dove dal 20 aprile al 22 agosto di ogni anno non si assapora il buio. Solo un sole continuo, vivido e catalizzatore di turisti da ogni parte del globo. Chiaramente l’idea delle inquadrature mozzafiato dovute al sommarsi di colori alletta parecchio, tanto da ideare veri e propri piani di viaggio per poter godere al meglio di una delle meraviglie più uniche che la natura sappia offrire. Per esempio, partendo dal Norrland, la tappa migliore da cui ammirare il sole di mezzanotte è Treriksröset, il punto più a nord della Svezia al confine con la Finlandia, dove il sole sorge dopo la mezzanotte del 20 maggio e non tramonta prima della sera del 21 luglio. A 47 chilometri da Treriksröset si arriva dalle parti di Keinovuopio, piccolo villaggio del quale non si conosce effettivamente se sia abitato o meno perché la rete stradale svedese s’interrompe a Maunu, oltre 100 km più in basso. L’unico modo è percorrere la restante tappa del percorso in bicicletta o a piedi premunendosi di vestirsi con abiti pesanti e ricordarsi l’occorrente per il campeggio.

Arrivando dalla Norvegia, invece, il paesino abitato più vicino al circolo polare artico è il famoso Nordskapp che ogni anno vede decrescere i suoi poco più di tremila abitanti in virtù di un ricambio generazionale reso difficile dalle condizioni climatiche rigide. C’è però chi, in questa zona, dove il sole di mezzanotte attira turisti in cerca di tranquillità e spettacoli puri, ama praticare il calcio. Non è un dettaglio da poco, in territori dove da ottobre ad aprile il suolo è costantemente ricoperto dalle abbondanti nevicate, eppure la Midnattsolscupen s’è ben presto trasformata da torneo locale a evento folkloristico dalla discreta importanza. Il torneo del sole di mezzanotte si giocava a Tornedalen, a oltre 420 km di distanza da Treriksröset da cui è separata mediante una sola stradina diroccata e inutilizzabile via automobile. Tornedalen è la denominazione svedese del luogo, chiamato Tornionlaakso in finlandese proprio perché delimita la fine della Lapponia. Un confine naturale le cui proporzioni sono scandite dalla minoranza dei Tornedalings svedesi rifugiatisi sull’altra sponda del fiume Torne. Geopolitica a parte, i cui margini sono labili, la Coppa del sole di mezzanotte è nata nel 1982 ed è stata conclusa nel 2011 – dopo esser finita anche nelle beghe politiche della Socialdemokraternaper la mancanza di partecipanti.

Agli inizi venivano selezionate 30 squadre, il cui unici requisiti consistevano nel provenire dalle regioni più settentrionali di Norvegia, Svezia e Finlandia. Col tempo fu aperta progressivamente anche a squadre russe (vi parteciparono tra le altre lo Spartak Auto Moskva e l’FK Stolitsa Moskva), con un format sempre fisso: partite eliminatorie giocate nei villaggi di Svanstein e Aapua nel comune di Övertorneå, dalla parte svedese, e nel villaggio di Ohtanajärvi nel comune di Pajala per quanto riguarda il versante finlandese. Dato il nome del torneo, le partite venivano giocate durante le ultime ore del giorno, con finalissima proprio sotto il sole di mezzanotte a Svanstein. Delle trenta edizioni, 22 furono vinte da squadrette svedesi (IFK Tärendö, Gällivare SK, Kiruna FF, Notvikens IK, Rutviks SK, Assi IF, Haparanda FF, IFK Kalix, Malmbergets AIF, Svanstein FF, Luleå SK), e sei da russe (quattro volte Spartak Auto, tra 2000 e 2007, poi FK Stolitsa in 2010 e 2011, ultime e dizioni). A completare il lotto, l’affermazione dei norvegesi del Grovfjord IL nel 1986 e la vittoria dei finlandesi del Santa Claus FC nel 1994. Due exploit curiosi, il secondo su tutti. Un’altra storia che vi avevamo già raccontato, ma sempre dal distintivo clima natalizio.

Matteo Albanese

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