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Copa Sudamericana: Estudiantes, 4.000 metri di felicità

Le trasferte in altura sono da sempre un impegno serio e da non sottovalutare, soprattutto se le montagne in questione sono le Ande boliviane, non le più alte del continente ma le più alte fra quelle abitate. Se spaventano i 3.600 metri di La Paz, i 4.000 di Potosì sono un vero incubo per chi deve andare a giocare la trasferta più “alta” del continente in campo internazionale, come è accaduto all’Estudiantes.

Il Pincha dopo un stagione con troppi alti e bassi ha fortemente bisogno di fare bella figura in Copa Sudamericana sia per una questione morale e di prestigio, sia per allenare maggiormente il suo feeling con le partite continentali in vista della prossima stagione.

La trasferta di Potosì contro il Nacional poteva avere difficili chiavi di lettura ed è per questo che è stata impostata sull’ordine e sulla pazienza. Il fiato ovviamente non poteva reggere e preparare una partita su velocità ed inserimenti sarebbe stato solo un grosso errore.

In questo ambiente così particolare sono emersi i giovani: Ascacibar ha dominato il centrocampo, Titì Rodriguez ha deciso la partita con un gol sì facile ma di una importanza colossale.

Due ’97 per trascinare l’Estudiantes sempre più in alto, anche più su dei 4.000 metri di Potosì dove vincere sembrava impensabile. A favorire la vittoria è stata sicuramente la superiorità numerica che ha compensato gli sforzi fisici del Leon: il boliviano Perez si è fatto espellere in maniera abbastanza ingenua a 20′ dalla fine e proprio nella parentesi di vantaggio di uomini è arrivata la zampata decisiva di Rodriguez.

Nel ritorno di La Plata sarà più semplice giocarla sul piano tecnico e anche in virtù del gol di vantaggio non dovrebbero esserci problemi per raggiungere gli ottavi di finale.

SI chiude dunque così, con una vittoria in altura la stagione complicatissima di un Pincha che tornerà tra poche settimane di nuovo in campo quando sarà ufficialmente cominciata la nuova stagione. Poco tempo di pausa per qualche vacanza per i calciatori prima di tornare nuovamente a correre per impostare una nuova e lunghissima stagione che comincerà con tanti trofei lasciati a metà.

Simone Gamberini

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