Si dice che il giorno più difficile sia quello dopo la rivoluzione, ma se si entra in casa Santos il momento più difficile è quello della ricostruzione dopo la sconfitta in finale di Copa Libertadores. Arrivare al punto più alto per poi smarrirsi, questo il grande rischio del Peixe, che dopo la cavalcata nell’ultima edizione, dove ha mietuto vittime di tutto rispetto come Boca Juniors e Grêmio, deve fare in modo di non vanificare questi grandi risultati per via di una reazione emotiva complicata.
La squadra che fino ai minuti di recupero è stata in assoluta parità con il Palmeiras campione, deve ricominciare la sua Copa Libertadores dal turno preliminare, il primo da cui partono le brasiliane che non si sono qualificate direttamente ai gironi tramite il Brasileirão o altre coppe. Una sorta di nuovo inizio, più lungo ma per certi versi purificante viste le difficoltà dell’ultimo periodo: infatti non è da vedere per forza con un cattivo occhio che la prima avversaria internazionale dopo il Palmeiras sia il modesto Deportivo Lara, squadra venezuelana senza particolari ambizioni per questa doppia sfida, perché a oggi il Santos è una squadra forte, ma completamente da recuperare sul piano psicologico.
Il finale di campionato non è stato dei più soddisfacenti anche per via delle distrazioni che portavano i vari turni di Libertadores che si giocavano nello stesso periodo e infatti alle ultime giornate ci si è più preoccupati di difendere l’ottava posizione (ultima che qualificava per il massimo torneo continentale visti i risultati dalle altre coppe) piuttosto che puntare al quarto o quinto posto che avrebbero qualificato direttamente ai gironi.
Ma a far crollare l’ottimismo è stato il pessimo inizio nel Paulistão, il campionato statale dove un po’ per stanchezza dal termine prolungato della passata stagione, un po’ per la delusione del KO del Maracanã ancora fresco, sono arrivati risultati veramente deludenti. Sotto la nuova gestione Holan, subentrato a Cuca da un paio di settimane, in tre partite il Santos ha pareggiato contro squadre veramente modeste come Santo Andre e Ferroviaria prima di perdere malamente (4-0) la sentitissima sfida col San Paolo giocata in un Morumbi completamente allagato.
A ciò si sono aggiunte anche delle pesanti assenze causa covid, su tutte quella di Marinho, giocatore fondamentale per gli equilibri offensivi della squadra, e il risultato che il clima in vista di questa sfida col Lara non è dei migliori. I favori del pronostico sono chiaramente tutti per loro, soprattutto perché il Deportivo Lara non potrà giocare la sua gara casalinga a Cabudare, ma dovrà trasferirsi nella capitale Caracas (distante 350 Km) per volere della Conmebol, per quanto non ci sia stata data ancora una motivazione ufficiale.
Oltre a quello il Lara paga anche tanti altri fattori importanti: è solamente alla sua quinta partecipazione alla Copa Libertadores (anche per via della recente fondazione, datata 2009) e soprattutto ha pochissime partite sulle gambe. In campo internazionale non ha giocato alcun match nel 2020 ma in generale ha disputato solamente due gare nel nuovo anno, peraltro neanche ufficiali visto che il campionato si è fermato lo scorso dicembre con il terzo posto in classifica. La Copa Santa Lucía vinta recentemente dai ragazzi allenati dall’argentino Brignani è considerabile come un piccolo torneo estivo che non può fungere da preparazione ideale per una sfida contro i vice-campioni in carica della competizione e per questo anche un Santos con cicatrici fresche può sperare di ritrovare la fiducia nella propria rosa.
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