La Copa Argentina è il torneo itinerante per eccellenza: prevede sfide in campo neutro, non ha date precise di calendario, né un copione da seguire. Ed è quindi normale che, in piena pausa nazionali, si trovi il modo di sfoltire quell’imponente calendario che impone un torneo che parte dai 32esimi di finale con le big già dentro al tabellone. In un turno partito il 24 gennaio e che si chiuderà almeno a metà aprile, è scesa in campo la squadra più titolata della storia del torneo, il Boca Juniors (4 titoli totali contro i 3 del River per un torneo nato nel 2011), contro l’Olimpo.
La partita si è giocata al Chaco, campo neutro in pura linea con la competizione che per l’occasione è stato invaso dai tifosi xeneizes, nonostante una stagione fin qui da dimenticare. E infatti c’era anche chi pensava che questa potesse essere l’ultima presenza sulla panchina Azul y Oro dell’allenatore Ibarra, praticamente messo alla porta dal club, ma ancora in carica più per la mancanza di un sostituto pronto (si parla del Tata Martino) che per una fiducia da parte della dirigenza.
Riquelme durante la partita delle leggende del Villarreal giocata qualche ora prima ha provato a sviare l’argomento senza sentenziare l’attuale DT, né annunciando alcuna decisione sulla permanenza legata al risultato di Copa Argentina. Anche perché la partita vedeva il Boca affrontare un avversario modesto come l’Olimpo di Bahia Blanca, ben lontano dalla valida squadra della metà del passato decennio e ormai sprofondato di due categorie rispetto alla Primera División.
Senza particolari perdite per via delle nazionali, Ibarra ha potuto schierare una formazione con tanti titolari in campo provando prima l’esperimento della doppia punta Benedetto-Merentiel, per poi passare al tridente con Villa e Langoni esterni e il solo Pipa al centro dell’area.
La prestazione non è stata delle più memorabili considerando anche il poco approccio famelico alla partita, ma almeno è arrivato il risultato che non ha fatto capitombolare la panchina di Ibarra al termine dell’incontro come sarebbe successo in caso di esito negativo, visto l’ultimo terribile flop contro l’Instituto in campionato. L’ha sbloccata il terzino mancino Sández con un gran tiro da fuori su triangolazione con Benedetto, autore poi del 2-0 su un calcio di rigore molto generoso concesso dopo un secondo tempo di difficoltà degli Xeneizes.
Benedetto ha scelto la conclusione forte, una sorta di rivincita personale per l’errore dagli undici metri costato l’eliminazione dalla Copa Libertadores nella scorsa edizione contro il Corinthians, quando la sua conclusione troppo violenta era stata spedita direttamente nella Doce. Il peso specifico non è lo stesso, ma emotivamente è un altro passo avanti nella risalta della leadership dell’attaccante di riferimento della squadra, che al suo ritorno si è dovuto conquistare una fiducia mai esplicita da parte dei nuovi compagni.
Per ora il Boca passa, Ibarra aspetta e la Copa Argentina prosegue. Coi suoi tempi e soprattutto i suoi modi, in campo con le big del Paese persino quando tutto il calcio del continente è fermo per le nazionali…
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