È una squadra che i viola non devono sottovalutare. Sono avversari che sanno programmare, non fanno mai il passo più lungo della gamba
La Fiorentina punta alla finale di Atene, la seconda di fila in Conference League (dopo quella persa nella scorsa stagione contro il West Ham). L’ultimo ostacolo in semifinale è il Bruges. Ed è un club all’avanguardia, a partire dal Belfius Basecamp, il quartiere generale. È una squadra che i viola non devono sottovalutare. Sono avversari che sanno programmare, non fanno mai il passo più lungo della gamba. Insomma, un’oasi felice nella quale i ragazzi possono crescere in pace. Senza pressione e lontani dai riflettori.
Qui sono passati giocatori importanti. Come Perisic, Danjuma e De Ketelaere, che ha deluso al Milan ma che sta facendo un’ottima stagione all’Atalanta, tanto da guadagnarsi molto probabilmente il riscatto. Questi tre giocatori, inoltre, sono l’esempio delle plusvalenze del Bruges. Anche perché questa è la filosofia della nuova gestione: vincere con i giovani, vendere e ripartire. I successi non mancano mai: nelle ultime otto stagioni hanno conquistato cinque titoli e tre Supercoppe. E sono, appunto, in semifinale di Conference League.
Vincent Mannaert è stato, fino alle sue dimissioni dal CdA del club (dimissioni arrivate a sorpresa) è stato per diverso tempo uno dei segreti del Bruges. Da calciatore è stato un buon centrocampista, ma un infortunio ha messo fine alla sua carriera. Così si è messo a studiare giurisprudenza, iniziando allo stesso tempo a girare il paese a caccia di talenti. Non è stato soltanto un direttore generale. È una persona paziente, calma, ma trattare con lui non è comunque facile. Ne sa qualcosa il Milan, che dopo diverse settimane era riuscito a chiudere l’affare De Ketelaere. Il suo lavoro fino a oggi per lui è un ottimo biglietto da visita. Se il Bruges adesso sogna un titolo europeo, lo deve soprattutto al modo di lavorare di Mannaert. Ha ricostruito il club, gli ha dato solidità, non solo in campo.
La Fiorentina dovrà stare attenta a diversi giocatori del Bruges. Su tutti, l’ex Bologna Skov Olsen. Gioca sull’esterno, talvolta fa anche la mezz’ala, eppure segna a raffica. Ovunque lo metti trova il modo di inserirsi. Quest’anno sta segnando molto: nella nostra serie A era un altro giocatore. Timido e introverso, mentre in Belgio ha trovato la sua casa. E c’è anche il portiere Simon Mignolet. Fa questo ruolo grazie al padre, che decise di fargli curare i problemi alla schiena. Oggi ha 36 anni, ma ha un passato al Sunderland e al Liverpool. È stato uno dei preferiti di Jurgen Klopp, anche se il tecnico tedesco nella sciagurata finale di Kiev, persa 3-1 contro il Liverpool nel 2018, gli preferì Karius.
Ed eccoci a Eder Balanta. È stato vicinissimo alla Fiorentina quando giocava nel River Plate. Il club viola volò addirittura fino in Argentina per fargli firmare un contratto e anticipare tutti, Juventus e Roma su tutti. Invece, Balanta cosa fece? Andò in Svizzera, al Basilea. Dopo ha giocato al Bruges, poi allo Schalke e poi è tornato in Belgio. È un difensore, ma gioca spesso a centrocampo. Infine, Ferran Jutglà, che due anni fa ha debuttato con il Barcellona senza poi essere confermato. È ripartito dal Belgio, dal Bruges. Non ha mai mollato. La Fiorentina è avvisata.
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