Un verdetto chiaro e inequivocabile, il Messico è padrone del continente: la ConcaChampions esprime le sue sentenze e porta in semifinale quattro messicane su quattro lasciando tutte le rappresentanti americane ai quarti di finale.
Poker di sfide incrociate tra le squadre della Liga MX e quelle della MLS con un risultato decisamente pesante. Il calcio messicano si impone come forza dominatrice del continente nordamericano e la splendida campagna in ConcaChampions delle sue squadre è il frutto di un movimento calcistico che ha saputo ingranare la marcia giusta.
Il campionato messicano ha un importante budget a disposizione ma a differenza della MLS investe i soldi in maniera efficiente ed è capace sia di espotare i suoi talenti in Europa, sia di acquisire giovani interessanti del versante opposto delle americhe, andando a pescare molto bene soprattutto in Argentina.
La strategia americana di riciclare vecchi campioni del football europeo può avere un buon impatto sulla gente e avvicinare un popolo geneticamente distaccato dal gioco del mondo ad una mentalità più calciofila ma i risultati ottenuti sono soddisfacenti solo fino ad un certo punto. In Messico hanno saputo investire su ottimi allenatori stranieri e su talenti sudamericani non indifferenti che potrebbero ben figurare anche in Europa: il risultato è un campionato divertente e ultra competitivo che porta al dominio della ConcaChampions ormai da diversi anni e comincia a dire la sua anche in Copa Libertadores come nazione invitata (vedi Tigres finalista nell’edizione 2015).
Il fenomeno calcistico che ha portato alla monopolizzazione della ConcaChampions da parte dei club messicani è dovuto anche al fatto che la crescita del movimeto è avvenuta in maniera più o meno omogenea in tutto il vasto territorio della nazione: le squadre della capitale e di León oltre alla sorpresa Queretaro rappresentano il cuore del Messico, quelle di Guadalajara il versante pacifico, Veracruz quello del golfo mentre il Monterrey, principale realtà emergente, è la grande forza del nord nella regione del Nuovo León.
L’emblema di tutto ciò è la grande avventura del Queretaro, modesta realtà nell’attuale Clausura (attualmente tredicesimo) ma semifinalista in ConcaChampions dopo aver eliminato il DC United, squadra tra le più accreditate delle americane. L’ex club di Ronaldinho ha saputo importare argentini di talento come Nery Dominguez dal Rosario Central o l’ex Boca Juniors Forlín per avere un’impronta più internazionale in pieno stile Liga MX, e in più ha lanciato un interessante giovane locale come il brevilineo Carlos Fierro, attaccante sicuramente intressante.
Un grande progetto nazionale di calcio per costruire un super Messico: la Liga MX si è mossa nella direzione giusta per diventare la assoluta potenza di club del continente e la lezione di calcio data ai gringos in ConcaChampions è il premio per una nuova, bellissima idea di evoluzine calcistica.