Che Piatek non stesse bene al Milan è un dato di fatto: il polacco non segnava ed appariva costantemente svogliato e nervoso, come se non riuscisse più ad esprimere il suo potenziale. L’arrivo di Ibrahimovic era stato pensato per spronarlo, ma aveva ottenuto l’effetto contrario: Piatek giocava ancora di meno e quelle volte che giocava, non lasciava il segno. I tifosi e la dirigenza avevano perso la pazienza e vendere Piatek sembrava l’unica opzione in grado di soddisfare tutte e tre le parti. Il Milan perché rientrava di un investimento di 35 milioni, l’Hertha perché si accaparrava uno dei migliori attaccanti dell’ultima stagione di Serie A e Piatek perché si sarebbe unito ad una squadra che credeva in lui.
Proprio la fiducia nelle sue qualità e la garanzia di un buon minutaggio hanno fatto scegliere al polacco la meta berlinese: al Tottenham sarebbe stato solamente una riserva una volta recuperato Kane, mentre all’Hertha poteva diventare il leader offensivo della squadra. Piatek, infatti, aveva perso la fiducia nelle proprie qualità e per tornare il Pistolero di un anno fa necessitava di una realtà meno stressante del Milan. Una squadra che assomigliasse più al vecchio Genoa insomma, per dimensione e contorno, cosa che l’Hertha rappresenta alla perfezione.
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— Hertha BSC (@HerthaBSC) January 31, 2020
Piatek ha già esordito nell’ultima partita contro lo Schalke, subentrando a Wolf al minuto 63. Mezz’ora abbondante per il polacco, che però non è riuscito a cambiare l’inerzia di una partita spenta e quasi priva di occasioni, terminata 0-0. Tuttavia lui è parso quasi rivitalizzato: dopo soli 4 minuti dall’ingresso in campo ha tentato una conclusione da posizione defilata, che è stata murata dal difensore dello Schalke. Tutto pochi minuti prima che gli capitasse una delle occasioni più importanti della partita, su calcio d’angolo di testa dopo un’uscita sconsiderata di Nubel. In appena mezz’ora il polacco è riuscito a creare più occasioni di tutto l’Hertha nel resto della partita, dimostrando di sentirsi a suo agio in una squadra con meno aspettative. La forma fisica non gli manca, tant’è vero che ha svariato senza difficoltà su tutto il fronte d’attacco, cercando anche di dialogare con i nuovi compagni.
La prima all’Hertha ha lasciato delle buone sensazioni per il futuro di Piatek, che è parso molto più sereno nella nuova realtà berlinese, dimostrando pur senza segnare di non aver perso il feeling con la porta. Oltretutto sembra anche essersi abituato quasi subito al gioco dell’allenatore Klinsmann, dimostrando umiltà e voglia di mettersi sotto per tornare ad essere il Pistolero del Genoa. Che l’Hertha sia la realtà giusta per lui? Mezz’ora è poco per dirlo con certezza, ma le premesse ci sono tutte. Forse anche per far venire qualche pentimento al Milan.
Federico Zamboni
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