Tante squadre hanno vinto la Coppa Uefa o Europa League dal giorno della sua nascita e le soprese non sono certo mancate. L’imprevedibilità della competizione è stata la sua grande fortuna e caratteristica e anche i trionfi inattesi non sono così rari. Ecco quindi cinque vittorie finali totalmente inattese.
IPSWICH TOWN 1980-81
La contea di Suffolk non è certamente la più nota dell’Inghilterra eppure nel 1981 la sua principale città la portò al centro dell’Europa. L’Ipswich Town infatti iniziò una strepitosa cavalcata verso lo storico successo della Coppa Uefa. L’avventura fu esaltante fin dall’inizio e il grande protagonista fu John Wark, storico centravanti dei “Tractor Boys“, che già nella prima partita contro l’Aris Salonicco mise a segno una quaterna nel 5-1 finale casalingo che risultò essere decisivo a seguito della futura sconfitta in Grecia per 3-1. I brividi dopo una grande vittoria nell’andata continuarono anche nei sedicesimi e negli ottavi di finale. Con i cecoslovacchi del Bohemians il 3-0 dell’andata riuscì a limitare i danni con la sconfitta 2-0 in trasferta mentre con i polacchi del Widzew Łódź fu addirittura di 5-0 il risultato a Portman Road che rese così indolore la successiva sconfitta per 1-0. Ai quarti di finale però non era più tempo di scherzare e contro il Saint Étienne ci furono due favolose partite e questa volta, dopo uno strepitoso 1-4 in Francia arrivò anche un 3-1 interno con Paul Mariner grande mattatore di giornata e autore di tre gol. Contro il Colonia in semifinale un’altra doppia vittoria per 1-0 mandò la squadra di Sir Bobby Robson in finale contro un’altra sorpresa del torneo, l’Az Alkmaar. L’importanza dell’andata in casa fu ancora l’arma in più per l’Ipswich che vinse per 3-0 grazie a Wark, Thijssen e Mariner e per gli olandesi fu inutile la grande partita all’Olimpico di Amsterdam dove vinsero per 4-2. La Coppa Uefa per la prima volta volava nel Suffolk.
ANDERLECHT 1982-83
Il calcio belga negli anni ’80 stava vivendo il suo miglior momento sia a livello di nazionale che a livello di club. Ed ecco che l’Anderlecht nel 1983 riuscì a portare a casa il primo trofeo internazionale della sua storia. Dopo la prima facile vittoria contro i finlandesi del Koparit Kuopio i sedicesimi vedevano già l’interessante sfida contro il Porto. Nell’andata a Bruxelles fu un trionfo e l’iniziale doppietta di Lozano spianò la grande vittoria per 4-0 finale e così fu indolore la sconfitta al ritorno per 3-2. Il Constant Van den Stock fu la chiave anche degli ottavi contro il Sarajevo che portò a un 6-1 netto e irrecuperabile. La grande prova di forza arrivò però nei quarti di finale contro un Valencia che venne sconfitto per ben due volte e già al Mestalla i gol di Vercauteren e Ludo Coeck furono decisivi per l’1-2 finale poi ribadito dal 3-1 in Belgio. Due grandi vittorie contro il Bohemians di Praga aprirono le porte della finale all’Anderlecht che vide come avversario un’altra nobile del calcio portoghese, il Benfica. L’andata venne giocata a Bruxelles e decisivo per la squadra di Van Himst fu Kenneth Brylle che nel primo tempo stese gli uomini di Eriksson. La storia però andava fatta in terra lusitana e l’eroe divenne Lozano che pareggiò immediatamente l’iniziale vantaggio di Han e portò uno strepitoso trofeo internazionale in casa “Paars-wit“.
GÖTEBORG 1986-87
Un exploit può essere casuale, ma il secondo titolo significa grande lavoro da parte della società e programmazione. Questo fu il Göteborg degli anni ’80 che dopo la vittoria della Coppa Uefa del 1982 si buttò nella campagna europea del 1987 dopo la delusione della rimonta subita nella semifinale di Coppa dei Campioni dell’anno prima. Senza grossi problemi i primi tre turni dove i cecoslovacchi del Sigma Olomuc, i tedeschi orientali del Stahl Brandeburgo e i belgi del Gent non risultarono grossi problemi e il cammino degli svedesi andò avanti senza intoppi e senza sconfitte. Ai quarti però c’era la grande sfida con l’Inter di Giovanni Trapattoni e furono due partite molto tese. Gli svedesi sfruttarono l’assenza di Rummenigge per limitare i danni e l’andata in Svezia finì 0-0. Piraccini dovette sostituire il panzer tedesco anche a Milano e quando uno sfortunato autogol di Fredriksson portò in vantaggio i nerazzurri sembrava tutto finito. Invece a dieci dalla fine Stefan Petterson trovò il suo primo gol nel torneo e la rete segnata in trasferta portò gli scandinavi in semifinale. Gli austriaci dello Swarowski Tirol vennero spazzati via con un complessivo 5-1 e in finale ci sarebbe stata la doppia sfida con gli scozzesi del Dundee United. Ancora Petterson risultò decisivo e con la sua rete il Göteborg vinse all’Ullevi la gara d’andata. Ma andare nel piccolo stadio di Tannadice Park non era per nulla facile ma il gol nel primo tempo di Lennart Nilsson spianò la strada agli uomini di Gunder Bengtsson rendendo inutile il pareggio di Clark. Per la seconda volta nella sua storia Göteborg era sul tetto d’Europa.
CSKA MOSCA 2004-05
La prima volta non si scorda mai! Il Cska porta la Coppa Uefa in Russia nel 2005
SHAKHTAR DONETSK 2008-09
L’Ucraina aveva già portato in Patria dei titoli internazionali grazie ai successi della Dinamo Kiev, ma era nel periodo dell’Unione Sovietica. Lo Shakhtar Donetsk invece potè festeggiare con la bandiera gialloazzurra in campo rendendo orgogliosa un’intera nazione. Dopo aver iniziato in Champions League vincendo i preliminari contro la Dinamo Zagabria, nei gironi non riuscì a entrare tra le prime due, posti che andarono ai futuri campioni del Barcellona e allo Sporting Lisbona. Però i nove punti finali bastarono per superare il Basilea e garantirsi quindi il terzo posto che regalava il passaggio in Coppa Uefa. Ai sedicesimi ci fu subito la sfida impossibile con il Tottenham. Nel finale della gara di andata però Seleznyov prima e Jádson poi regalarono un’incredibile vittoria per 2-0 che venne difesa al ritorno. Dopo il vantaggio di Giovani dos Santos, che diede speranze agli Spurs, arrivò a tre dalla fine il pari di Fernandinho per l’1-1 finale. Agli ottavi ci fu un derby sovietico con il Cska Mosca, e dopo l’iniziale sconfitta in trasferta per 1-0 furono le reti di Fernandinho e Luiz Adriano a regalare i quarti di finale. Contro il Marsiglia non ci furono grossi problemi e il 2-0 in Ucraina venne ribadito con forza in Francia con una vittoria per 1-2. In semifinale ci fu un momento storico per il calcio ucraino perché Dinamo Kiev e Shakhtar Donetsk si sarebbero contese la finale. Nella Capitale il risultato finì in parità per 1-1 con ancora una rete di Fernandinho per gli arancioneri. A Donetsk fu una partita da cardiopalma. Jádson portò avanti i padroni di casa, ma Bangoura pareggiò a inizio ripresa e quando i supplementari sembravano ormai a un passo ecco la zampata finale di Ilsinho che battè Bogush e mandò all’ultimo atto la squadra di Mircea Lucescu. Allo stadio Şürkü Saraçoğlu di Istanbul la sfida sarebbe stata contro i favoriti tedeschi del Werder Brema che schiervano giocatori del calibro di Claudio Pizarro, Mesut Özil e Torsten Frings. La rete dell’1-0 fu però realizzata da Luiz Adriano, ma la gioia non durò molto perché il pareggio arrivò grazie al difensore Naldo. Si andò così ai tempi supplementari e l’uomo della vittoria fu Jádson che dopo sette minuti trafisse Wiese e regalò una storica vittoria allo Shakhtar e a tutto il calcio ucraino.