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Cinque marcatori inaspettati della Roma in Europa

La Roma era la grande favorita del proprio raggruppamento di Conference League, ma purtroppo la pensate sconfitta in Norvegia con il Bødo/Glimt e la mancata vittoria all’Olimpico hanno complicato i piani dei ragazzi di Mourinho. Questa sera contro i bulgari del Cska Sofia sarà dunque necessario vincere e sperare in un palso falso degli scandinavi, altrimenti bisognerà giocare il turno in più dei sedicesimi. È previsto un discreto turn over in vista della sesta giornata e potrebbe essere la volta buona di vedere segnare gente non sempre abituata a queste situazioni.

CESARO BOVO
Difensore romano doc Cesare Bovo era una delle speranze del calcio italiano avendo fatto parte di quella meravigliosa squadra italiana Under 21 che nel 2004 vinse il suo ultimo Europeo. Fece tutte le giovanili giallorosse ma non riuscì mai a esordire, ma i due prestiti positivi con Lecce e Parma fecero sì che nel 2005 Luciano Spalletti volle dargli una possibilità. Fermato da infortuni e dalla crescita esponenziale di Mexes, Cesare riuscì comunque a giocare per ventidue volte in campionato, ma il segno più evidente lo lasciò in Coppa Uefa. Ai sedicesimi di finale la Roma era impegnata contro il Brugge e dopo aver vinto per 1-2 in Belgio si apprestava a vivere il ritorno con maggiore tranquillità. I nerazzurri però non volevano arrendersi e sull’1-1 l’Olimpico iniziò a tremare fino a quando fu proprio Bovo a battere Stijnen e a realizzare il gol della sicurezza e il suo unico centro in giallorosso. Lasciò la Capitale però già l’anno dopo per iniziare a girovagare per lo Stivale con Palermo e Torino le sue tappe principali.

 

 

 

LEANDRO GRECO
Per qualche anno Leandro Greco era stata una bella speranza per la Roma con il sogno di formare assieme a De Rossi un centrocampo tutto romano. La storia però non andò nel migliore dei modi, anche se a un certo punto probabilmente nemmeno lui pensava di poter più avere un’occasione in giallorosso. Fece due presenze da giovanissimo in Serie A tra il 2005 e il 2006 e poi iniziò vari prestiti non troppo fortunati tra Verona, Pisa e Piacenza. Nell’estate del 2010 si ritrovò così ancora alla Roma e le grandi assenze per infortunio obbligarono Claudio Ranieri e ripescarlo e tutti si chiesero dove era rimasto per tutto questo tempo. Buona visione di gioco, ottima grinta e grande personalità, ma tutto questo iniziò in una notte di Champions League. I lupacchiotti andarono a Basilea molto rimaneggiati ma la partita era fondamentale per la qualificazione. Sull’1-2 Ranieri decise di far debuttare Greco facendolo entrare al posto di Ménez e soli due minuti dopo Leandro chiuse la partita andando in rete. Una gioia incontenibile che lo portò a essere titolare per il resto della stagione fino a quando non subentrò in panchina Vincenzo Montella. Anche nella stagione seguente le cose con Luis Enrique furono di alti e bassi e nel 2012 passò all’Olympiakos prima di tornare in Italia in provincia e in particolare in Serie B.

 

 

 

STEFANO GUBERTI
In gioventù sembrava poter diventare un sicuro talento del calcio italiano, ma non riuscì a fare il salto di qualità definitivo e lo spinoso caso di calcioscommesse lo allontanò definitivamente dai grandi palcoscenici. Guberti iniziò in Sardegna tra l’Alghero e la Torres e fu l’Ascoli a portarlo in Serie A. Gli esordi con i marchigiani furono più che positivi e in bianconero si distinse come uno dei migliori esterni della cadetteria. A gennaio 2009 Antonio Conte lo volle a Bari e nel suo 4-2-4 fece faville aiutando la squadra a tornare in A. Con i pugliesi non giocò mai in massima serie perché in estate la Roma fu la più veloce ad accaparrarselo. Nei turni preliminari di Europa League fu molto positivo e contro il Košice segnò il 3-0 e il suo primo gol a livello continentale. Sembrava l’inizio di una grande avventura e invece fu il suo unico momento da ricordare in giallorosso. A gennaio venne ceduto alla Sampdoria e fu tra i protagonisti della qualificazione in Champions League. Nella stagione seguente i blucerchiati retrocedettero, ma nell’estate 2012 per Guberti iniziò l’incubo del calcioscommesse e alla fine la squalifica fu di un anno e un mese la sua squalifica. Tornò nel 2015 in B al Perugia, mentre ora è da quattro stagioni al Siena in C.

 

 

 

 

FILIPPO MARIA SCARDINA
La carriera di Scardina non è certo stata quella della superstar. Tanti anni nelle giovanili della Roma senza praticamente mai avere l’occasione per esprimersi e una vita passata in Serie C. Ma in Europa League tutto può accadere anche che un attaccante come lui possa entrare nel tabellino dei marcatori. Nel 2009-10 la Roma vinse il proprio girone e nell’ultima partita vi era la fredda trasferta in Bulgaria contro il Cska. Ranieri limitò il più possibile l’utilizzo di titolari e il grande protagonista della sfida fu Alessio Cerci autore di una doppietta. A dieci minuti dalla fine il tecnico testaccino cambiò Okaka per dare spazio a questo giovane ragazzo e Scardina trovò la rete poco prima del novantesimo freddando Chavdarov. Una rete indimenticabile, ma che non riuscì ad aprirgli spiragli in prima squadra e nemmeno in Serie B. L’anno seguente iniziò il suo girovagare per la Penisola iniziando da Como e cambiò squadra quasi ogni anno e oggi gioca per la Pergolettese.

 

 

VASILIS TOROSIDIS
Terzino sinistro dalla buona capacità offensiva Torosidis ha vissuto la sua avventura in giallorosso tra alti e bassi, ma con Garcia in panchina è riuscito sempre a mantenere un buon rendimento. Nato a Xanthi iniziò proprio nella squadra della sua città prima di passare nella squadra per eccellenza del calcio greco: l’Olympiakos. Da allora divenne una colonna della propria nazionale e sfruttò al meglio le apparizioni in Champions League. Nel gennaio 2013 passò alla Roma e ci rimase per tre anni e mezzo. Qualche gol in Serie A e uno anche in Champions League, anche se la partita fu molto amara. Torosidis provò a risvegliare la squadra della Capitale nella disastrosa trasferta bielorussa contro il Bate quando a dieci minuti dalla fine segnò il 3-2 della speranza, ma il risultato non cambiò più. Altri due anni italiani al Bologna prima di tornare in patria nel 2018 nell’Olympiakos.

Francesco Domenighini

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