L’Ajax fa riscoprire all’Europa e alla Champions League l’Olanda e ricorda a tutti che c’è vita oltre i magnifici cinque campionati. Per trovare una squadra fuori da Francia, Germania, Inghilterra, Italia e Spagna tra le prime quattro dobbiamo risalire addirittura al lontano 2005 con un’altra olandese, il Psv Eindhoven. La vittoria dei Lancieri contro la Juventus è senza dubbio una delle più grande imprese degli ultimi anni ma vediamo cinque grandi partite che hanno fatto grandi i campionati meno ricchi.
DINAMO KIEV-REAL MADRID 1998-99
La nascita del mito di Andriy Shevchenko, così può essere vista la doppia sfida dei quarti di finale della Champions League 1998-99. Una competizione che vedeva il Real Madrid come squadra campione in carica e che sarebbe stato vincitore anche nell’annata successiva, ma nel marzo ’99 qualcosa andò storto. Il dominio degli ucraini sui Blancos fu netto e insindacabile e già nella gara di andata al Bernabéu servì una rete di Mijatović per evitare la sconfitta dopo l’iniziale vantaggio di Sheva. Due settimane dopo nello stadio Olimpico di Kiev ci fu una della più grandi serate europee per la Dinamo e per il suo Zar che nel secondo tempo colpì due volte la porta di Illgner regalando un fantastico 2-0 con la quale gli ucraini riuscirono a guadagnarsi il passaggio per la semifinale contro il Bayern Monaco. A fatica furono i bavaresi ad avere la meglio ma in quella fredda notte di marzo Kiev si sentì al centro dell’Europa.
BASILEA-LIVERPOOL 2002-03
La piccola Svizzera elimina la grande Inghilterra e non sarà l’unica volta. Ma la prima grande impresa la compì il Basilea contro il Liverpool nei gironi di Champions League 2002-03. Inseriti nello stesso raggruppamento con la schiacciasassi Valencia e la squadra materasso Spartak Mosca, per gli svizzeri fu fondamentale il pareggio interno contro gli spagnoli per arrivare all’ultima partita al Sankt Jakob contro i Reds con due risultati su tre. Julio Hernán Rossi era stato decisivo nell’andata ad Anfield per pareggiare la rete di Baroš e l’argentino partì alla grande anche nel ritorno. Dopo due minuti era già andato a segno per l’1-0 e poi arrivarono i centri anche di Christian Giménez e Atouba con un Basilea strepitoso che arrivò sul 3-0 già alla mezz’ora. Nel secondo tempo la squadra di Houllier si trasformò e con Murphy, Šmicer e Owen arrivò al pareggio, ma il risultato andò comunque bene agli elvetici che passarono alla seconda fase, mentre i Reds si dovettero accontentare della Coppa Uefa.
BENFICA-LIVERPOOL 2005-06
Dopo tanti anni difficili, bui e senza successi il Benfica riuscì a tornare grande in Portogallo grazie al titolo vinto con Giovanni Trapattoni nel 2005. Il tecnico milanese però non rimase per godersi la campagna in Coppa dei Campioni lasciando il passo all’olandese Ronald Koeman che in Europa svoltò. Agli ottavi di finale il sorteggio fu tra i più duri, contro il Liverpool campione d’Europa in carica. Al da Luz la gara fu equilibrata ma nel finale il colpo di testa di Luisão riuscì a trafiggere Reina per la rete che diede un ottimo vantaggio ai lusitani. Il ritorno ad Anfield però lasciava ancora tutto aperto e in discussione, ma le Aquile disputarono una partita strepitosa. Simão Sabrosa nel primo tempo e la spettacolare mezza rovesciata di Fabrizio Miccoli nel finale mandarono agli archivi uno 0-2 tanto sorprendente quanto meritato.
BASILEA-MANCHESTER UNITED 2011-12
A distanza di nove anni il Basilea si riconfermò bestia nera delle grandi d’Inghilterra nella fase a gironi e questa volta lo sgambetto fu ancora più clamoroso. Il Manchester United era vicecampione d’Europa in carica ed era la penultima stagione di Sir Alex Ferguson sulla panchina dei Red Deviles. Il gruppo non sembrava dei più proibitivi con Benfica e i rumeni dell’Oțelul Galați la squadra inglese era la grande favorita. Qualcosa però andò storto e si complicò già alla seconda giornata quando all’Old Trafford il Basilea trovò un pirotecnico 3-3. Sotto di due gol ravvicinati di Welbeck ribaltò il risultato nella ripresa con la rete di Fabian Frei e la doppietta di Alexander. Nel finale fu Ashley Young a riacciuffare un pareggio ormai insperato ma comunque deludente. La grande campagna dei portoghesi però aiutò i britannici che arrivarono al decisivo scontro del Sankt Jakob con un punto di vantaggio. I rossoblu però disputarono una partita eroica segnando in apertura con Streller e nel finale ancora con l’eterno Alexander Frei. Solo per le statistiche e per un finale thriller la rete di Jones, ma l’impresa era compiuta, il Basilea di Heiko Vogel aveva eliminato il Manchester United di Ferguson.
APOEL NICOSIA-LIONE 2011-12
Arrivare ai gironi di Champions per una squadra cipriota è già di per sè un grandissimo traguardo, ma nel 2012 l’Apoel Nicosia entrò tra le grandissime d’Europa. Contro ogni pronostico riuscì a vincere il proprio raggruppamento arrivando davanti a squadre ben più blasonate come Zenit San Pietroburgo, Porto e Shakhtar Donetsk e l’essere arrivati agli ottavi di finale risultava già un’impresa. Il sorteggio li accoppiò con il Lione, sfida senza storia sulla carta. L’andata venne giocata in terra francese e nonostante il grande pressing dei transalpini i ciprioti limitarono i danni anche se alla fine fu Lacazette a decidere la sfida. A Nicosia si riunì un’intera nazione pronta all’impresa e dopo soli nove minuti fu il 32enne brasiliano Manduca a trafiggere Lloris e rimettere la situazione in parità. Nessun gol venne segnato e così il tutto venne deciso dalla lotteria dei calci di rigore. Dopo che le due squadre segnarono i primi tre tiri dal dischetto Lacazette si fece ipnotizzare da Pardo che parò e con la rete di Tričkovski la pressione passò tutta sulle spalle di Bastos. Anche il futuro giocatore dell Roma però calciò male e lo spagnolo salvò facendo partire la festa e portando Cipro e l’Apoel tra le prime otto d’Europa.