Dopo aver eliminato il Debrecen e lo Shakhtyor Salihorsk il Torino è chiamato ad affrontare una delle squadre più forti e attrezzate di questi playoff, il Wolverhampton. È un peccato che una di queste squadre non riuscirà a entrare nella fase a gironi dell’Europa League, ma questo ha deciso il sorteggio. Gli Wolves si sono rifatti sotto nel grande calcio da pochi anni, ma in passato hanno avuto nomi importanti nelle loro fila e questi sono cinque giocatori che probabilmente non ricordavi avessero vestito la maglia arancionera.
JAY BOTHROYD
A ventidue anni fu uno degli ultimi colpi del presidente del Perugia Luciano Gaucci che lo portò in Umbria presentandolo come un fenomeno dopo le buoni prime annate con il Coventry. Va detto che Bothroyd non rispettò le attese e forse la troppa pressione e una stagione disgraziata per i Grifoni contribuirono al misero score finale di cinque gol e all’immediato ritorno in Inghilterra. Iniziò un lungo girovagare della nazione e dopo le esperienze con Balckburn e Charlton nel 2006 passò al Wolverhampton. L’inizio fu tra i più incoraggianti dove riuscì a segnare tre gol nelle prime sei gare, ma qualcosa si inceppò e dopo un infortunio a metà stagione non riuscì più a riprendersi. Giocò due stagioni con gli Wolves ma nella seconda ci fu tantissima panchina e così andò prima sei mesi allo Stoke City e poi al Cardiff dove visse i suoi anni migliori riuscendo a togliersi lo sfizio del debutto in nazionale in un’amichevole contro la Francia. Attualmente gioca in Giappone nel Consadole all’età di trentasette anni.
PAUL INCE
Uno dei più forti centrocampisti inglesi degli anni ’90, capace di unire a una grandissima grinta e abilità nel recuperare i palloni anche una buona tecnica e un discreto feeling con il gol. Paul Ince venne lanciato dal West Ham e venne acquistato nel 1989 dal Manchester United per volere di Sir Alex Ferguson. Divenne subito un titolare e con i Red Deviles vinse tutto ciò che si poteva vincere in patria, comprese una Coppa delle Coppe e una Supercoppa Europea in ambito continentale. Nel 1995 venne chiamato in Italia all’Inter, diventando un idolo delle tifoseria nerazzurra, ma la squadra faticava a decollare, causa anche il passaggio societario da Pellegrini a Moratti, e così non riuscì a vincere nulla e il più grosso rimpianto fu la sconfitta in finale di Coppa Uefa ai calci di rigore contro lo Schalke 04. I tiei dal dischetto non gli portarono bene nemmeno un anno dopo quando, tornato in patria al Liverpool, giocò i Mondiali di Francia con l’Inghilterra e fu suo uno degli errori dal dischetto che permise il passaggio del turno all’Argentina. Dopo due anni passati ad Anfield Road capì che a trentadue anni era il caso di fare un passo indietro e così disputò prima tre grandissime annate con il Middlesbrough e poi passò al Wolverhampton con il quale fu protagonista della splendida promozione del 2002-03 dalla Championship alla Premier League. La stagione seguente però fu un disastro e con l’ultimo posto terminò la carriera di Ince nel massimo campionato inglese, ma per gli Wolves giocò ancora due campionati prima di chiudere carriera con due fugaci e rapide apparizioni con Swindon Town e Macclesfield Town.
ROBBIE KEANE
Uno dei più grandi talenti che il calcio irlandese abbia mai espresso Robbie Keane è stato un’icona in Premier League per circa quindici anni. A farlo conoscere al grande calcio fu proprio il Wolverhampton che le prelevò giovanissimo dal Crumlin United e già a diciassette anni gli diede una maglia da titolare. Gli Wolves si trovavano nella seconda serie inglese, ma per ben due anni consecutivi Keane andò in doppia cifra e nell’estate 1999 restò sempre nel West Midlands ma indossando la casacca del Coventry City debuttando in Premier League. Dodici gol a nemmeno vent’anni e la sensazione di trovarsi di fronte a un fenomeno era tanta e così l’Inter non badò a spese spendendo ben trentun miliardi di lire per portarlo a Milano. L’avventura meneghina fu tutt’altro che fortunata e dopo un anno e soli tre gol sparpagliati tra Supercoppa Italiana, Coppa Italia e Coppa Uefa, lasciò i nerazzurri per tornare in Inghilterra, prima al Leeds e poi soprattutto al Tottenham dove divenne una leggenda dalle parti di White Hart Lane.
TOMASZ KUSZCZAK
Fare il secondo portiere è un mestiere difficile. Si gioca poco e quando si scende in campo si ha tutta la pressione addosso, se poi si è riserva di un mostro sacro come Edwin Van der Sar la tensione può essere devastante. Tomasz Kuszczak fu per ben sei stagioni il secondo portiere del Manchester United che lo acquistò nel 2006 dopo le grandi annate in Germania con l’Hertha Berlino e in Premier con il West Bromwich. Con i Red Deviles vinse tutto, laureandosi anche campione d’Europa nel 2008, ma quando il portierone olandese decise di ritirarsi nel 2011 non venne considerato all’altezza per sostituirlo e così venne acquistato De Gea. La delusione fu tanta e nel gennaio del 2012 chiese e ottenne la cessione, ma non riuscì più a tornare in Premier League rimanendo relegato sempre in Championship. Brighton e Birmingham le sue principali esperienze intervallate da una breve parentesi con il Wolverhampton nella stagione 2014-15 dove ebbe vari problemi giocando poco e facendo la riserva di Carl Ikeme.
JOLEON LESCOTT
Uno dei difensori inglesi più promettenti degli ultimi anni che però non riuscì mai a fare il definitivo salto di qualità. Nato a Birmingham Joleon Lescott crebbe calcisticamente a Wolverhampton che lo fece debuttare giovanissimo in prima squadra nel 2000, a soli diciotto anni facendolo diventare immediatamente un titolare inamovibile. Fu tra i grandi protagonisti della promozione in Premier nella stagione 2002-03, ma la sfortuna si accanì su di lui e un grave infortunio lo tenne fuori per tutta la stagione seguente impedendogli così di debuttare nel massimo campionato. Altri due anni in Championship a difendere la maglia degli Wolves, ma ormai era diventato impossibile trattenerlo e così nel 2006 prese la via di Liverpool, direzione Everton. Con i Toffees visse i suoi anni migliori e nel 2007-08 riuscì a segnare addirittura otto reti, pazzesco per un difensore, così venne acquistato dal Manchester City. Fu di luci e ombre questa sua esperienza ma che gli arricchì non poco la bacheca e nel 2011-12 fu un punto fermo della squadra di Mancini che tornò sul tetto d’Inghilterra. Vinse anche nel 2013-2014 con Pellegrini, ma il suo contributo fu minimo e a fine anno passò al West Bromwich, prima di chiudere carriera nel 2017 con il Sunderland.
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