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Cinque giocatori che non ricordavi in maglia Leicester

Le due sconfitte con lo Spartak Mosca hanno complicato il cammino del Napoli in Europa League che ora è appeso a un filo. Per poter passare, evitando così la retrocessione in Conference League è necessaria una vittoria che garantirebbe il superamento del Leicester, anche se potrebbe non bastare per il primo posto valido per gli ottavi di finale. Insomma la sfida del Maradona è carica di pathos e di emozioni, con le Foxes che giungono in quell’Italia che in passato gli ha permesso di pescare tanti giocatori.

YOHAN BENALOUANE
Difensore di grande prospettiva e molto adattabile a vari ruoli, è finito via per perdersi non lasciando più traccia della sua presenza. Yohan Benalouane iniziò in Francia nel Saint-Étienne e con i Verdi riuscì anche a guadagnarsi un gettone con la nazionale Under 21 transalpina nel 2008. Il suo rendimento non riuscì mai a essere continuo e venne acquistato dal neopromosso Cesena nel 2010, giocando però molto poco con i romagnoli per due anni. Con il passaggio al Parma continuò a mostrare tutti i suoi limiti, ma nel 2014 andò all’Atalanta dove visse il suo anno e mezzo migliore. Così facendo poté andare al Leicester, ma non riuscì a festeggiare il campionato vinto a causa della cessione a gennaio alla Fiorentina. Con le Foxes vi rimase fino al 2019 giocando poco o nulla, prima di passare al Nottingham Forest e ora all’Aris Salonicco.

 

 

 

GOKHAN INLER
Centrocampista dotato di grande tecnica e con buoni doti da regista Gökhan Inler ha avuto un’ottima carriera in Serie A rivelandosi spesso come uno dei migliori nel suo ruolo. Svizzero di origine turca crebbe nelle giovanili del Basilea prima di essere venduto all’Aarau, ma fu a Zurigo che esplose e l’Udinese di Vittorio Pozzo mise gli occhi su di lui. In Friuli visse probabilmente le sue stagioni migliori mantenendo un livello altissimo e permettendo ai bianconeri di arrivare più volte in Europa. Fu tra i protagonisti anche del quarto posto Champions League del 2011, ma non giocò mai i preliminari con i bianconeri perché in quell’estate passò al Napoli. In Azzurro ebbe un inizio difficile, ma poi si assestò ancora su ottimi livelli e per Mazzarri prima e Benítez poi si trattava di un giocatore importante e centrale nel progetto. Vi rimase quattro anni prima di essere ceduto in Inghilterra al Leicester dove giocò pochissimo ma riuscì a vincere quello storico titolo. Le sue origini però lo stavano chiamando e così nel 2016 andò in Turchia e dopo un primo anno al Beşiktaş passò all’İstanbul Başakşehir.

 

 

 

ŽELJKO KALAC
Portiere enorme, dalla massa incredibile ha pagato questa sua altezza con difficoltà nel parare i tiri bassi, ma in porta è sempre stato molto affidabile. Željko Kalac iniziò con la squadra croata, come le sue origini, di Sydney, diventando poi nel 1989 il Sydney United. In biancorosso divenne titolare molto presto e anche in Europa ci si era accorti di quel gigante australiano. Nel 1995 venne così acquistato dal Leicester anche se fu solo una riserva, giocando tre partite e festeggiando la promozione in Premier League. Non venne confermato dalle Foxes e così tornò al Sydney United prima di riprendere il volo per l’Europa vestendo la maglia degli olandesi del Roda. In quattro stagioni impressionò Gaucci che lo portò a Perugia facendone diventare un’icona della squadra umbra e poi passò al Milan dove per metà stagione 2007-08 sostituì con ottimi risultati Dida diventando così per un periodo titolare dei rossoneri. Chiuse la carriera nel 2010 con il Kavala.

 

 

 

 

DIOMANSY KAMARA
Attaccante di movimento e dotato di un’ottima tecnica che ha scelto le sue origini senegalesi nonostante fosse nato e cresciuto in Francia. Diomansy Kamara venne scoperto dal Red Star, ma giovanissimo venne portato in Italia al Catanzaro in C2. In Calabria dimostrò talento e intraprendenza e dopo due anni fece il doppio salto passando al Modena in B e contribuendo alla promozione in A. Con i Canarini disputò le due annate nella massima serie segnando undici reti e ottenendo una salvezza e una retrocessione. Alla fine di quella stagione andò in Inghilterra, ma tra Portsmouth e West Bromwich non convinse mai del tutto. Si rifece al Fulham e nel gennaio 2010 venne acquistato dal Celtic. Riuscì a segnare due reti ma il titolo andò ai Rangers e dopo un ritorno a Londra salì verso il nord dell’Inghilterra per giocare con il Leicester. In sei mesi giocò solamente sette partite segnando due gol, bottino che non bastò per il riscatto che lo portò in Turchia prima di tornare ancora a Catanzaro in C.

 

 

 

THEODOROS ZAGORAKIS
Il miglior giocatore di Euro 2004 e capitano di quella squadra incredibile che stupì il mondo in una calda estate portoghese. Zagorakīs era la mente di quella squadra, il metronomo, l’uomo di maggior calma e capace di impostare l’azione partendo da dietro. Un vero capitano insomma che arrivò in Italia troppo tardi ormai sull’onda del trionfo continentale. Dopo gli inizi nella sua Kavala divenne una colonna e un simbolo del Paok Salonicco con il quale disputò tutti gli anni ’90 e dal ’94 divenne un simbolo anche della Grecia. Provò l’esperienza all’estero con il Leicester e in Inghilterra riuscì a farsi valere e nella seconda stagione riuscì addirittura a vincere la Coppa di Lega inglese. Alcuni problemi con il tecnico Peter Taylor però lo allontanarono dalle Midlands e tornò in patria all’Aek Atene dove vinse un’altra Coppa nazionale, ma soprattutto nel 2004 divenne campione d’Europa ormai a trentatre anni. A fine anno venne acquistato dal Bologna dove fu titolare fisso nella squadra di Mazzone che purtroppo retrocedette a fine anno dopo lo spareggio col Parma. In Emilia era arrivato un giocatore ormai vecchio e appagato per aver ottenuto il massimo dalla sua carriera, ma riuscì comunque a non sfigurare con il severo pubblico felsineo. L’anno dopo era già tempo di fare le valigie e tornare nel suo Paok Salonicco, squadra della quale oggi è presidente. Il grande cervello di Zagorakīs ora è al servizio della comunità essendo un politico della “Nuova democrazia” ed essendo stato eletto europarlamentare nel 2014.

Francesco Domenighini

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