Il pareggio con l’Atlético Madrid ha lasciato un po’ di amaro in bocca alla Juventus, ma in ottica passaggio del turno è senza dubbio un punto guadagnato. Ora però servirà una vittoria nel debutto casalingo in Europa e all’Allianz arriverà un Bayer Leverkusen obbligato a far punti dopo la sconfitta interna con la Lokomotiv Mosca. Dalle parti della Bay Arena son passati tanti giocatori, alcuni però sono stati meteore, mentre altri son diventati grandi altrove. Ecco dunque cinque giocatori che probabilmente non ricordavate aver vestito la maglia delle Aspirine.
DANIEL CARVAJAL
Fare la trafila nelle giovanili delle grandi e poi imporsi in prima squadra è impresa ardua ma Dani Carvajal può dire di avercela fatta diventando il terzino destro del Real Madrid quattro volte campione d’Europa e titolare della Spagna. E a contribuire nella sua crescita c’è stato il prestito durato un anno in Germania al Bayer Leverkusen dove ha finalmente assaggiato il grande calcio. Dopo due anni passati nella squadra B dei Blancos i rossoneri della Renania Settentrionale lo acquistarono per cinque milioni nel 2012 quando aveva vent’anni e fu protagonista di una grande annata sua e della squadra. Contro l’Hoffenheim riuscì a realizzare il suo primo gol tra i professionisti e a fine anno il Bayer chiuderà con un grande terzo posto a un solo punto dal Borussia secondo. I madrileni però avevano inserito nel contratto la clausola per il controriscatto e solo un anno dopo Carlo Ancelotti diede l’ok per il suo ritorno nella Capitale dove resta a oggi un titolare inamovibile.
ANGELOS CHARISTEAS
Un eroe in Grecia da quando nell’estate 2004 visse un mese magico dove con i suoi gol fu decisivo per la vittoria di un pazzesco Europeo. Guardando poi al resto della sua carriera Charisteas ha sempre cercato di vivacchiare non riuscendo mai a sfondare, nonostante le tante opportunità avute, sopratutto in Bundesliga. Dopo gli inizi in patria con l’Aris Salonicco era stato il Werder Brema ad accorgersi di lui e a portarlo in Germania a ventidue anni e nel 2003-04 fu un importante alternativa ad Ailton e Klasnić e prima di diventare campione d’Europa con la nazionale vinse anche il campionato tedesco. Nonostante l’addio del centravanti brasiliano e la vittoria nella competizione interazionale il 2005 fu un anno pessimo a livello personale e già a a gennaio venne ceduto all’Ajax. Anche ad Amsterdam non riuscì a sfondare e venne ceduto al Feyenoord dove realizzò nove gol in campionato eguagliando il suo record assoluto del 2002-03. Si guadagnò così il ritorno in Bundesliga con il Norimberga ma dovette ripartire dalla seconda serie dove ottenne la promozione e nel gennaio 2009 il Bayer Leverkusen lo prelevò in prestito. Segnerà in campionato allo Stoccarda e in Coppa di Germania al Mainz, ma dopo sei mesi tornò a Norimberga. Provò varie esperienze in giro per il mondo passando dalla Francia all’Arabia Saudita fino alla conclusione della sua carriera in Australia.
VRATISLAV GREŠKO
Vero incubo per gli interisti e simbolo della debacle nerazzurra del 5 maggio 2002, Vratislav Greško è finito nel dimenticatoio forse con una eccessiva severità. Le doti del terzino sinistro non saranno state delle migliori, ma in quel pomeriggio a Roma giocò titolare perché da due anni la fascia sinistra meneghina era di sua competenza e il clamoroso errore sul gol di Poborsky fu l’infortunio più evidente all’interno di una squadra completamente allo sbando. Il biondo esterno veniva dal centro della Slovacchia nel piccolissimo borgo di Tajov e dopo gli inizi in patria con Dukla e Inter Bratislava venne notato dal Bayer Leverkusen. Non riuscì mai a prendersi definitivamente il ruolo da titolare, ma nonostante questo venne acquistato dall’Inter dove vi rimase due anni e dopo lo Scudetto perso ebbe una breve e sfortunata avventura al Parma. Chiusa la parentesi italiana disputò buone annate al Blackburn prima di tornare in Germania al Norimberga e nel 2007 ancora al Bayer Leverkusen. Un ritorno da riserva, ma che comunque gli permise di restare ancora nel grande calcio per un paio d’anni prima del ritorno in Slovacchia al Podbrezová.
TONI KROOS
Uno dei centrocampisti più forti del decennio, simbolo del Real quattro volte campione d’Europa e della Germania in cima al mondo nel 2014, Toni Kroos è l’esempio perfetto del centrocampista moderna. Corsa, tecnica e inserimenti in zona gol che non guastano mai, il tedesco di Greifswald è uno dei giocatori più vincenti della storia del calcio e all’appello gli manca solo l’Europeo sempre e solo sfiorato con le semifinali del 2012 e del 2016. Il Bayern si accorse subito di lui e gli fece attraversare l’intera Germania per farlo venire a Monaco. Il debutto in Bundesliga arrivò nel 2007 a soli diciassette anni, ma con i grandi campioni che c’erano in squadra non era facile trovare spazio e così nel gennaio del 2009 venne mandato in prestito per un anno e mezzo al Bayer Leverkusen dove esplose guadagnandosi la nazionale. Nella prima metà di campionato trovò il suo primo gol da professionista contro il Wolfsburg, ma fu nel 2009-10 che si prese in spalle i rossoneri riuscendo a realizzare addirittura nove gol in campionato, non ne realizzerà mai più così tanti. Il ritorno al Bayern fu la logica conseguenza con la Champions sempre grande protagonista nella sua carriera. La sconfitta in casa nel 2012 e la vittoria di Wembley nel 2013 prima di essere visto dal Real Madrid nel 2014 ed essere preso come l’uomo che poteva migliorare i campioni d’Europa. Arrivarono altre tre Coppe dei Campioni sempre con un contribuito determinante e fu forse l’unico uomo a salvarsi nella disastrosa spedizione Mondiale della Germania del 2018.
ARKADIUSZ MILIK
Centravanti polacco dalle grandissime qualità realizzative Arkadiusz Milik arrivò in Germania decisamente troppo giovane e forse con la pressione addosso del predestinato. Quando ancora stava in patria al Górnik Zabrze venne già convocato in nazionale a soli diciotto anni e nel genanio del 2013 il Bayer Leverkusen lo acquistò. In rossonero trovò poco spazio giocando solo sei spezzoni di partita e anche il prestito l’anno seguente all’Augsburg non fu dei più felici, ma almeno trovò i suoi primi gol in Bundesliga. L’Olanda poteva essere il giusto campionato per rilanciarsi e così l’Ajax lo acquistò e dopo un primo anno da attaccante di riserva nel 2015-16 spiccò il volo e con ventun gol divenne uno degli attaccanti più corteggiati d’Europa. Il Napoli lo scelse per far dimenticare ai tifosi un certo Gonzalo Higuaìn ma gli infortuni lo fermarono per due anni prima che nella passata stagione riuscisse a trovare condizione e un posto da titolare con Ancelotti in panchina risultando uno dei migliori giocatori nel suo ruolo.