La Juventus sta attraversando un periodo molto complicato in campionato, con le sconfitte contro Sassuolo e Verona che fanno tremare. In Champions per fortuna la squadra non sta sentendo la pressione e anzi con nove punti in tre partite è in vetta e questa sera può chiudere definitivamente il discorso qualificazione. A Torino arriva uno Zenit San Pietroburgo all’ultima spiaggia e che non può fallire per non subire l’ennesima eliminazione ai gironi e che in passato ha visto tra le propria fila diversi ottimi giocatori.
CHRISTIAN ANSALDI
Terzino sinistro ottimo in fase di spinta, meno in fase difensiva ma che è sempre riuscito a non sfigurare. Christian Ansaldi passò in Russia a soli ventidue anni grazie al Rubin Kazan che lo prelevò dal Newell’s Old Boys. In Tatarstan disputò eccellenti campionati e fu il titolare di una squadra che fece faville tanto da vincere per due volte il campionato. Il calo degli amaranto lo portò a cambiare squadra nel 2013 e passare allo Zenit, ma fu un’esperienza breve e poco fortunata. Poche presenze e una sola rete prima di iniziare un lungo giro di prestiti tra Atlético Madrid e Genoa. In Liguria giocò una grande annata e venne acquistato dall’Inter, ma a Milano sentì il salto di qualità e fallì e ora gioca nel Torino.
EZEQUIEL GARAY
Uno dei difensori centrali più interessanti di tutto il calcio sudamericano, dotato di grande fisicità ma decisamente troppo lento per giocare ad alti livelli. Ezequiel Garay lasciò presto il suo Newell’s Old Boys per passare in Spagna al Racing Santander dove visse grandi annate e nel 2007 toccò l’incredibile cifra di nove reti in campionato. Fu uno dei tanti acquisti di Florentino Pérez nell’estate 2009, ma se con Pellegrini trovò dello spazio divenne invece un abbonato alla tribuna l’anno seguente con Mourinho. Chiese e ottenne la cessione verso il Portogallo per giocare con il Benfica e divenne una colonna per tre anni e nel 2014 fu titolare dell’Argentina al Mondiale chiuso da vicecampione. Tornato dalla competizione iridata passò in Russia allo Zenit e il suo impatto fu di quelli importanti. La sua fisicità fu fondamentale per la vittoria del titolo nel 2015 e a San Pietroburgo rimase fino all’estate 2016 prima di passare al Valencia.
MATEJA KEŽMAN
Da giovane era considerato uno dei migliori attaccanti del calcio europeo, ma Mateja Kežman non riuscì mai a confermarsi ad alti livelli. Dopo anni nelle squadre minori serbe si consacrò prima al Partizan e poi nei quattro favolosi anni al Psv Eindhoven dove segnò oltre cento reti. In molti vedevano in lui il nuovo Van Nistelrooy e venne acquistato dal Chelsea di Mourinho. In Inghilterra però fallì clamorosamente e dopo un solo anno venne ceduto. Atlético Madrid, Fenerbahçe e Paris Saint Germain furono le sue tappe prima di passare in prestito dai francesi allo Zenit nel 2009. Furono solo due le reti nella sua esperienza russa e anche qui non riuscì a rigenerarsi tanto che dopo poco chiuse carriera in Bielorussia.
ALEKSANDR LUKOVIĆ
Ottimo terzino destro dalle buone abilità in fase offensiva è stato molto apprezzato nella provincia italiana per svariati anni. Aleksandr Luković divenne famoso nella sua Serbia grazie alle annate con la Stella Rossa Belgrado, riuscendo a guadagnarsi il posto in nazionale e venendo acquistato dall’Udinese. I friulani lo prestarono all’Ascoli e nonostante la retrocessione dei marchigiani fu tra i più positivi. Questo gli permise di tornare nei bianconeri del nord est e fu titolare per tre stagioni che lo fecero diventare tra i più apprezzati del campionato. Le sue ottime prove anche in Europa lo fecero notare dalla dirigenza dello Zenit, ma a causa di vari problemi fisici non riuscì mai a imporsi da titolare pur riuscendo a vincere due campionati. Chiuse nel 2017 alla Stella Rossa.
OLEG SALENKO
Quando un’estate e una partita possono cambiare per sempre la carriera e la memoria collettiva nei propri confronti. Oleg Salenko è stato un onesto centravanti tra la fine degli anni ’80 e tutti gli anni ’90 ma al Mondiale di Usa ’94 divenne un immortale. La carriera la iniziò nel 1986 in quello che allora era lo Zenit Leningrado. Era considerato un ragazzo prodigio e debuttò a soli diciassette anni e fu titolare per due annate prima di passare alla Dinamo Kiev. Tre anni dopo, e a seguito della dissoluzione dell’Unione Sovietica, partì per la Spagna e con il Logroñes si guadagnò la convocazione con la Russia al Mondiale e contro il Camrun segnò cinque gol in una sola partita, un record. Giocò anche a Valencia e nei Rangers di Glasgow prima di ritirarsi nel 2001.
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