La città di Guadalajara è ancora una volta dominata dalle Chivas: il Clasico Tapatío viene vinto dal Rebaño sagrado al termine di una partita dominata soprattutto nel primo tempo.
Almeyda ha preparato al meglio una gara sentitissima in città che può già stabilire il primo traguardo del semestre: in un periodo storico in cui arrivare al titolo appare difficilissimo è importante non sbagliare le partite chiave ma mentre nella partita più importante del calcio messicano, quella contro il Club America, i risultati stentano ad arrivare, contro l’Atlas la superiorità si sta trasformando in un’egemonia.
Ormai è dall’Apertura 2015 che l’Atlas non vince un derby contro le Chivas che hanno allungato a sette partite la propria striscia di imbattibilità in una gara storicamente molto equilibrata.
Questa notte le Chivas di Almeyda hanno avuto il giusto approccio alla partita creando diverse occasioni in avvio di gara fino al rapido uno-due che ha di fatto deciso la partita. Al di là dell’episodio del calcio di rigore che può far giustamente lamentare i tifosi della metà rojinegra della città, il doppio vantaggio Chivas è stato più che meritato. Zaldivar ha trasformato dal dischetto alla mezz’ora, Pineda ha sfruttato l’errore di Ustari per appoggiare in porta vuota pochi istanti dopo.
Nella ripresa una reazione composta e non troppo dilagante dei zorros che solamente nel finale trovano la maniera di riaprire la gara con un bel colpo di testa di Barragan su grande cross del ghanese Aboagye.
A livello tattico si è dimostrato superiore il 4-2-3-1 più “europeo” di Almeyda rispetto al consueto schema messicano 5-3-2 del Profe Cruz che oltre ad essere fin troppo accademico (termine non casuale quando si parla di Atlas), non è riuscito a circondare i palleggiatori avversari favorendo invece la velocità di una squadra che ama avere campo per giocare con esterni di puro valore come la Chofis Lopez e Brizuela.
Adesso le Chivas salgono momentaneamente al terzo posto e si sentono sicuri della propria candidatura play off visto l’impatto morale che può avere questa sfida così sentita; l’Atlas esce invece da questo Clasico Tapatío con le ossa rotte, fuori dalle prime otto e con tantissime incertezze.
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