La vendetta è un piatto che va servito freddo: lo ha capito oggi Antonio Conte che, dopo il tremendo KO del suo Chelsea per 3-0 nella gara d’andata, ha finalmente trovato la sua rivincita nell’attesissimo derby di Londra contro l’Arsenal. Partita da 10 e lode per i Blues che riprendono il cammino dopo il pareggio contro il Liverpool e continuano la corsa in solitaria al titolo; sconfitta amara invece per i Gunners che, dopo il 2-1 subito contro il Watford, si arrendono per la seconda volta consecutiva in campionato, rischiando di mettere seriamente a repentaglio il ruolo privilegiato di inseguitrice.
Il 3-1 ai danni dei rivali dell’Arseal restituisce al Chelsea le certezze che sembravano smarrite: sono 12 i punti che separano adesso il Tottenham, secondo classificato ma con una partita ancora da giocare, dalla vetta sempre saldamente nelle mani dei Blues che, superato anche quest’ultimo importante scoglio, potrebbero archiviare la pratica campionato già nel prossimo mese. Se gli scontri diretti, almeno fin ad ora, erano tutti a sfavore, Conte e la sua squadra hanno mostrato di saper fare la voce grossa anche con le agguerrite rivali regalando ai tifosi una prestazione di alto profilo, con tre reti di pregevole fattura ed un’organizzazione impeccabile. Uomo partita sicuramente Hazard, autore del momentaneo 2-0 e: trasformatosi nell’incredibile Hulk dopo il bruttissimo fallo subito da Mustafi, il belga (che è meglio non far arrabbiare) ha illuminato il gioco del Chelsea con giocate di alta classe, come quella tutta in solitaria in occasione del gol. Un giocatore imprescindibile, cresciuto esponenzialmente sotto la guida di Conte, capace di sfoderare veri e propri colpi di magia anche quando la situazione non sembra essere delle migliori: Hazard, più di Diego Costa, è l’uomo copertina dei Blues, il giocatore che più di tutti può prendere per mano la sua squadra per condurla al trionfo.
Tanto cuore non basta all’Arsenal per evitare la seconda sconfitta consecutiva in campionato: nonostante un buon primo tempo, condito dalle proteste per il gol che ha aperto le marcature di Marcos Alonso viziato da un fallo, i Gunners non riescono a rientrare in partita, chinando il capo davanti ad un avversario meglio messo in campo. I ragazzi di Wenger hanno combattuto fino alla fine per salvare almeno l’orgoglio, svegliandosi soltanto con l’ingresso di Giroud in campo, troppo tardi per recuperare una partita che di lì a poco sarebbe stata messa in cassaforte con il 3-0 di Fabregas. L’unica gioia per l’Arsenal è proprio il gol del francese nei minuti di recupero, una magrissima consolazione da cui ripartire per rimettersi immediatamente in marcia.
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