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Charles Leclerc si confida in un podcast: dal peso delle critiche alle ferite del passato

Pochi giorni fa Charles Leclerc ha parlato a cuore aperto nel podcast di Jay Shetty, ecco cosa è emerso sul suo passato e sulle sue paure

Essere un pilota di Formula 1, visto dall’esterno, può sembrare un sogno realizzato. Probabilmente lo è per ciascuno dei 20 piloti che ogni weekend di gara si posizionano sulla griglia di partenza inseguendo un solo obiettivo a folle velocità: vincere il titolo mondiale. 

Ma ogni pilota, quando toglie tuta e casco, è una persona comune. Con paure, traumi, preoccupazioni e speranze, esattamente come tutti noi. 

Per diventare un pilota di F1 bisogna superare molti ostacoli e vivere sotto i riflettori tutto il tempo può diventare un peso non indifferente da sopportare. 

Nella puntata puntata del podcast di Jay Shetty, che potete guardare per intero qui , Charles Leclerc ha parlato a cuore aperto, con la sua solita calma e il mezzo sorriso a cui ha abituato da sempre i suoi fan.

La puntata del podcast ha fatto emergere un lato di Charles più nascosto. Infatti, il monegasco non ha parlato solo della sua carriera, ma ha rivelato aspetti del suo passato, delle sue paure, del suo rapporto con i social in un modo nuovo, senza nascondersi. 

Ecco cosa è emerso da questo toccante momento d’incontro e chi si nasconde dietro al casco: la persona prima del pilota.

Charles Leclerc racconta come ha superato il dolore della perdita del padre

Nel 2017 Charles Leclerc, che all’epoca correva anche in F2, ha perso uno dei più importanti punti di riferimento della sua vita: il padre.

Charles era ancora un adolescente e non era pronto a questo tipo di dolore, non era pronto a diventare l’uomo che la situazione gli richiedeva di essere, ma in quel momento la sua famiglia e il suo grande sogno da realizzare gli hanno dato la forza per guardare al futuro.

“Mio padre organizzava ogni dettaglio delle mie gare e spostamenti, e da un giorno all’altro non c’era più. All’improvviso dovevo pensare a tutto io, da solo. Dovevo pensare a mio fratello più piccolo, a mia mamma e questo ci ha uniti molto. Avevo una gara pochi giorni dopo la sua morte, mi sono chiesto cosa avrebbe voluto che facessi e sapevo che avrebbe voluto che gareggiassi. Sono partito e ho corso anche per lui.”

Charles Leclerc e sua mamma
Charles Leclerc dà importanza al valore della famiglia – Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 – footbola.it

Per Charles, la famiglia è importante e cerca di passare più tempo possibile con loro, ovviamente per quanto i ritmi di vita di un pilota lo consentano. Sua mamma lo segue in gran parte delle gare, mentre suo fratello minore Arthur a sua volta pilota, è spesso al suo fianco a bordo pista.

Essere un pilota vuol dire sentirsi soli? Per Charles la risposta è no

Charles ha ammesso di aver attraversato un periodo, quando era più piccolo, in cui era complicato gestire i ritmi che le corse dettavano, soprattutto perché quando era bambino, conoscendo poco inglese ed italiano, non aveva modo di fare nuove conoscenze e si sentiva per questo più isolato.

Dal 2005 corre con Pierre Gasly e con altri piloti che come lui hanno affrontato lo stesso percorso e possono capirlo, e aver attraversato queste tappe con Pierre gli ha permesso di non sentirsi mai troppo solo. Ancora oggi i due, prima di essere rivali in pista, sono molto amici.

Crescendo ha cominciato a farsi amici in giro per il mondo e non si sente mai davvero tagliato fuori. In più, anche il team che ha alle spalle per lui è di estrema importanza:

“La Formula 1 è uno sport di squadra. Voi vedete il pilota correre in pista, ma alle nostre spalle ci sono molte persone che rendono tutto questo possibile”.

Il peso delle critiche e gli effetti negativi dei social

Durante la puntata del podcast, Charles ha parlato del peso delle critiche quando tutto il mondo ti tiene gli occhi puntati addosso.

Il pilota ha ammesso di essere molto pretenzioso e critico verso sé stesso, e di saper convivere con le critiche per dei suoi eventuali errori in pista, accettando il fatto che sia il “prezzo da pagare” quando si corre a certi livelli.

Ma se da un lato può sostenere critiche sul suo operato in pista, ciò che fatica tutt’ora ad accettare, sono i giudizi sulla sua persona, soprattutto quando non corrispondo al vero, a ciò che lui sa di essere.

“Sui social tutti possono dare opinioni, ma ciò che mi ferisce di più è quando mi giudicano per ciò che non sono. Una volta sono stato definito arrogante mi ha ferito. All’inizio leggevo tutto ciò che scrivevano su di me perché era una situazione nuova. Poi ho capito che doveva importarmi solo del parere delle persone che amavo”.

Charles ha ammesso che ad oggi cerca di mostrarsi il più possibile per chi è davvero sui social, ad esempio condividendo altre sue passioni, come quella per il pianoforte. Questo, ovviamente, lo espone a giudizi, ma con la maturità di adesso capisce di non poter piacere a tutti, nonostante continui a non apprezzare l’essere giudicato a livello personale da persone che non lo conoscono e che gli attribuiscono caratteristiche che sa di non avere. 

L’importanza di credere sempre nei propri sogni

Con questa intervista abbiamo potuto scoprire di più sulla vita e il passato di Charles Leclerc, uno dei più amati piloti di F1 che sta facendo sognare i sostenitori della Ferrari e non solo.

A soli 26 anni, Charles si dimostra una persona matura, in grado di parlare delle sfide che ha dovuto affrontare e quando gli viene chiesto cosa direbbe a sé stesso se avesse davanti la sua versione del futuro, magari con la coppa di campione del mondo tra le mani, lui risponde con una frase che denota ancora una volta la sua maturità:

“Gli direi di ricordarsi di tutte le volte in cui credeva che non ce l’avrebbe fatta, di pensarci e guardare dove è arrivato.”

Diventare un pilota spesso comporta il dover saltare tappe, come se si tenesse costantemente il piede sull’acceleratore, ma Leclerc con questa intervista ha dimostrato di sapere quando rallentare, quando schiacciare il freno per le cose importanti e fermarsi a riflettere. Forse il suo percorso di vita, tanto quanto il suo percorso da pilota, lo hanno reso l’uomo che è oggi e possiamo dire che, con tutta probabilità, suo padre Hervé sarebbe particolarmente orgoglioso di lui.

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