I sorteggi delle semifinali di Champions ci regalano due partite con conti decisamente aperti: Real Madrid-Atletico Madrid e Monaco-Juventus sono due sfide dall’alto fascino in ambito europeo soprattutto per i trascorsi degli ultimi anni che hanno visto già andare in scena i confronti tra queste squadre.
Al Principato quel quarto di finale di due anni fa non lo hanno dimenticato: quella sfida poteva consacrare con due anni di anticipo il Monaco ma l’acume tattico di Allegri superò di gran lunga quello dei monegaschi lasciando trasparire da quella squadra solo la stella evanescente di Kondogbia che in quei 180′ scatenò un intenso derby di mercato tra Inter e Milan.
Da lì il Monaco ha progettato la sua rinascita fino ad arrivare alla semifinale di quest’anno con un blocco giovane e dalle grandi idee: il lavoro incompiuto di due anni fa da poter completare in un palcoscenico ancora più importante quest’anno sempre contro la stessa Juventus, cambiata molto negli uomini ma non nel DNA.
Poi c’è il derby di Madrid, quasi una condanna per l’Atletico che negli ultimi anni ha dovuto vedere festeggiare i cugini merengues sempre ai loro danni. Nelle ultime tre stagioni i colchoneros sono stati eliminati sempre dal Real in Champions League e quest’anno non è concesso un altro errore. La finale di Lisbona e la Décima firmata Sergio Ramos, il quarto di finale del 2015 e la finale di San Siro dell’anno scorso con l’errore di Juanfran: tutti ricordi neri di una sfida che da paura è diventata incubo.
Un ultimo spettacolo al Calderon prima di trasferirsi nella nuova casa, una grande occasione di rivincita per vendicare tutte le sconfitte gravissime degli ultimi anni che hanno segnato in maniera indelebile la migliore era della storia dell’Atleti, rimasta grande ma senza la grande gloria. Tra le semifinali è sicuramente quella più combattuta e sentita perché in campo non c’è in palio solo un posto a Cardiff ma la reputazione di una metà di Madrid che non riesce ad emergere.
La differenza potrebbero farla le motivazioni e nessuno in Europa ne può avere di più di Simeone e dei suoi ragazzi. Sfida dal contorno epico che può rappresentare la rinascita o la pietra tombale sulla reputazione colchonera.
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