“Oh Club Bruges,
Super Bruges,
Nous sommes merveilleux ,
Ils disent que nos jours sont comptés ,
Nous ne sommes pas plus célèbre ,
Mais Bruges gouverne le pays ,
Comme ils l’ont toujours fait avant … ”
Questo coro, questo inno sarà ancora nella testa dei calciatori, dello staff tecnico, in tutta la comunità di Bruges dopo la vittoria del tanto atteso titolo. Lo ha dimostrato l’attesa dello scontro diretto contro l’Anderlecht di Okaka, lo ha dimostrato la città pronta ad esplodere se fosse arrivata la vittoria, lo hanno dimostrato i 27695 paganti allo stadio Jan Breydel. Non è stata una partita normale, anche se i primi 10 minuti di studio facevano presagire ad un certo qual tipo di attendismo da parte della formazione di Preud-Homme: non è facile per nessuno giocarsi una “finale” in casa contro una delle squadre più talentuose del campionato. Non serve nemmeno riconoscere il merito al Brugge, ha condotto per 80 minuti una partita fantastica, vincendo 4 a 0 e alzando il titolo davanti allo stadio tutto esaurito: non serve nemmeno esaltarsi per i 12 gol stagionali di Diaby che giustamente decida alla sua maniera (con due gol di pregevolissima fattura) la partita; il calciatore che deve essere assolutamente menzionato è il meno giovane in campo, quello con la fascia al braccio da capitano, Timothy “Tim” Simons. E’ paradossale pensare che lui in campo non ci sarebbe nemmeno dovuto essere e sfortunatamente per lui, non per guai fisici: il giorno prima della partita ha ricevuto la polizia in casa con un mandato di perquisizione per una brutta storia di associazionismo e frode fiscale; forse lo ha fatto solo per gli occhi della moglie Kathy e dei figli Laura e Lien. Immagino che al 70′, quando l’arbitro Varbist ha indicato il dischetto del rigore, oltre all’euforia dei tifosi che indicavano lui come tiratore, abbia pensato di cacciarsi dietro questa storia e di godersi un appuntamento con la storia dagli 11 metri: è difficile ricordare in 39 anni di cui 20 di calcio giocato, un’occasione cosi ghiotta (il risultato era già tranquillo sul 3-0,ormai in cassaforte) per godersi l’esplosione di quasi 30000 persone; facile come bere un bicchiere d’acqua, ha spiazzato l’incolpevole Proto e subito festeggiato dai suoi compagni, ha baciato lo stemma e indicato la curva. Non può che questa immagine essere il riflesso di una stagione cosi emozionante per il Club Bruges: 86 punti totali (64 in Regular Season, 22 nei playoff), miglior attacco con 25 gol fatti e miglior difesa con 9 gol incassati in 10 partite e titolo conquistato che ormai mancava dalle grandi gesta dell’allenatore Trond Sollied nell’anno 2004/2005.
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