Sembrava quasi un sacrilegio calcistico anche solo immaginare una Champions League che ai quarti di finale non presentasse né Messi, né Ronaldo. Per il portoghese non c’è stato niente da fare, ma alla fine il Barcellona anche grazie al suo fenomeno ha strappato un pass per i quarti all’interno di uno dei momenti più difficili degli ultimi dieci anni.
Il turno non era particolarmente complicato, ma le circostanze rendevano tutto decisamente ambiguo. L’eliminazione della Juventus di 24 ore prima poi aveva già sdoganato la possibilità di sorprese in questo blocco di partite e in una situazione così dare qualcosa per scontato sarebbe stato un grave errore.
Se ne è sentita di ogni sul Barcellona, presentato invece che in difficoltà come una squadra praticamente morta. Ma per quanto la stagione sia stata effettivamente molto difficile non si può mai trascurare una squadra così, capace in un tempo di sistemare già le cose, pur concedendosi quel brivido del 3-1 che ha reso incerto e anche un pizzico sofferto il secondo tempo.
Ma per un Barcellona reduce da un campionato in cui sono arrivate sconfitte molto deludenti, vedi l’ultima con l’Osasuna, sono da analizzare più i fattori positivi che quelli negativi. A partire da Messi, capopopolo più che mai, trascinatore tecnico ma anche emotivo, autore di un gol in cui c’è tutto il suo marchio di fabbrica, dall’inventiva al talento, dall’equilibrio alla freddezza sotto porta.
Fenomenale nel primo tempo, in cui avrebbe segnato anche un altro gol, inspiegabilmente annullato per un tocco di mano che hanno visto solamente in sala var, oltre a conquistarsi il rigore trasformato poi da Suárez. Ecco, l’uruguaiano è un altro dei profili chiave per valutare il possibile cammino del Barcellona, perché per partite serie e difficilissime come la prossima col Bayern servirà la sua versione migliore, quella che nelle ultime stagioni in Europa non si è mostrata con troppa costanza.
Ma la vera voce positiva della serata del Barcellona è la partita di De Jong, un gigante nonostante l’assenza di Busquets. Padrone del centrocampo, perfetto nelle due fasi, in particolare nell’impostazione: a questi livelli può davvero essere un fattore in Champions League e puntare quella finale che la scorsa stagione all’Ajax gli sfuggì solamente per una rete subita all’ultimo secondo della semifinale di ritorno.
Tanto però c’è ancora da migliorare, dalle fasi di riposo in cui il Napoli è riuscito a emergere e controllare la partita, fino ad arrivare a una discutibile gestione dei cambi, che inspiegabilmente non sono stati utilizzati nonostante ci fosse una partita in programma tra pochi giorni.
Non ha convinto a pieno il Barcellona, ma una squadra del genere finché è dentro va sempre tenuta in considerazione. Occhio a darli per spacciati anche col Bayern, perché senza Real Madrid e con un morale finalmente positivo, può tornare a esserci vita sul pianeta Barcellona.