Questa mattina a Kingston-upon-Hull il buonumore non manca di certo: l’Hull City, la piccola squadra locale neopromossa dopo appena un anno in Championship, è riuscita a strappare la vittoria alla gara inaugurale della nuova Premier League ai campioni in carica del Leicester, apparsi totalmente diversi dalla scorsa trionfale stagione.
Una storia già vista in terra d’Oltremanica: la squadra modesta che, con un bel gioco ed un poco di astuzia, mette in difficoltà quella più blasonata e quotata per la vittoria. Una storia quasi ordinaria se non fosse che l’Hull City ad oggi conta appena 9 giocatori in rosa che, con qualche rincalzo dell’ultimo momento e qualche giovane ed inesperto ragazzino prelevato dall’Academy, possono diventare 22. Un numero davvero esiguo di giocatori a disposizione che, tolti i cinque giovani, la selezione U21 ed i tre portieri, diventa addirittura proibitivo per una squadra che ha come scopo principale quello di salvarsi.
La scorsa Championship non aveva regalato ai Tigers soltanto la promozione nella massima serie: al presidente Allam infatti spettavano ben 120 milioni ricavati dai diritti televisivi, un tesoretto che gli avrebbe permesso di rendere la squadra competitiva e poter sperare in qualcosa di più di una tranquilla salvezza.
Tutti i problemi però partono proprio da Allam, miliardario egiziano di 77 anni: dopo aver comprato la società nel 2010 ed averla salvata da un fallimento certo, alla fine della scorsa stagione decide che la sua squadra dovrà cambiare nome in Hull Tigers, decisamente più accattivante e consono allo storico stemma. I capricci dell’egiziano però non vengono accontentati dai tifosi e dalla FA, che blocca sul nascere la proposta. È la fine: Allam non accetta il rifiuto e, per pura ripicca, si rifiuta di finanziare ancora la sua squadra che da allora comincia un lento ed inesorabile declino. Steve Bruce, il tecnico della promozione, abbandona la panchina; i tifosi, a causa delle mancate agevolazioni sui biglietti, abbandonano la curva; i giocatori cominciano ad andare via uno dopo l’altro.
Non disperare è stato il motto dell’Hull City durante tutto il ritiro austriaco: erano infatti appena 9 i giocatori presenti, che hanno provato a ritrovare insieme quello spirito di gruppo ormai perso in attesa di notizie più rassicuranti. Il mercato però ha portato soltanto un giovane portiere, inserito tra l’altro tra le fila dell’U21. Una squadra apparentemente già spacciata, senza una guida tecnica e con nemmeno 11 titolari a disposizione. Eppure Mike Phelan, l’allenayore ad interim, è riuscito nell’impresa di mettere insieme una squadra povera ma bella, capace di mettere in difficoltà il Leicester e vincere all’esordio di una stagione che doveva essere la più negativa di sempre. Il sogno dei Tigers al momento è quello della permanenza nella massima serie, ma come ci insegnano le favole tipicamente inglesi, sognare è lecito.
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